voglia di confini

Vip in cerca di normalità, così Meghan Markle riapre il dibattito sulla fuga dalla mondanità

La duchessa di Sussex parla di un fenomeno che sociologi e studiosi della cultura pop osservano da tempo: la crescente volontà delle star di sottrarsi alla logica dell’esposizione totale, in favore di un equilibrio più umano tra pubblico e privato

22 Nov 2025 - 17:06
 © Tgcom24

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Negli ultimi giorni Meghan Markle ha concesso un’intervista a Harper’s Bazaar in cui riflette apertamente su limiti, autenticità ed equilibrio fra vita privata e visibilità pubblica. Meghan racconta che l’ingresso nella scena reale ha rafforzato i suoi confini personali, un modo "per proteggersi - ha dichiarato - che sia per autodifesa o semplicemente perché si cresce”. Parole che hanno riportato al centro del dibattito il tema della privacy e dell'equilibrio, fragilissimo, tra fama e identità.

Un cambio di paradigma - Le dichiarazioni di Meghan Markle, unite a quelle di altre figure della cultura contemporanea, raccontano un cambio di paradigma: oggi le celebrità non cercano più di apparire “oltre” la normalità, ma dentro la normalità. Il bisogno di “confini forti”, routine quotidiane e autenticità, riaccendono una discussione che attraversa silenziosamente tutto il mondo della celebrità contemporanea: la normalità come nuova forma di benessere, protezione e potere. La duchessa di Sussex non parla solo di sé. Parla di un fenomeno che sociologi e studiosi della cultura pop osservano da tempo: la crescente volontà delle star di sottrarsi alla logica dell’esposizione totale, in favore di un equilibrio più umano tra pubblico e privato.

Il desiderio di normalità è anche una cura  - In un mondo dominato dai social, dalla sovraesposizione e dalla velocità del giudizio, il desiderio di normalità diventa non solo un bisogno umano, ma anche una forma di resistenza culturale. La normalità, per chi non può viverla quotidianamente, non è un ripiego, ma è perecepito come un lusso. E spesso, il più prezioso di tutti. I sociologi lo dicono da tempo: siamo nella “società dello sguardo”, dove la fama non è più solo un palco, ma una gabbia di vetro. La University of Leicester segnala che le celebrità sperimentano livelli di ansia sociale 30% più alti rispetto ai non famosi. La American Psychological Association parla di un aumento costante del burnout mediatico. La USC Annenberg School rileva che oltre il 70% delle star perde “una parte di sé” nei primi anni di grande esposizione. E così, quello che per molti è scontato (privacy, routine, relazioni normali)  per loro diventa un traguardo. La normalità diventa una cura, un antidoto all’eccesso. 

Non solo Meghan Markle -  Meghan non è sola. Attorno a lei, un’intera generazione di vip sembra aver capito che la normalità non è un ripiego, ma una forma di bellezza nuova. Jennifer Lawrence, ad esempio, è la diva che fa la spesa in tuta e ha sempre difeso con tenacia la propria privacy. Ha raccontato più volte di voler “vivere la vita vera”, con amici non famosi e abitudini ordinarie, lontana dai riflettori. Selena Gomez dopo anni di pressione mediatica, ha trasformato il suo rapporto con il pubblico: parla di salute mentale, di limiti e dell’importanza di sparire quando serve. Zendaya è una delle star più visibili del mondo, eppure mantiene un rigore quasi monacale sulla sua vita privata. La normalità, per lei, è protezione. Blake Lively con Ryan Reynolds ha costruito una vita domestica sorprendentemente ordinaria per due star: niente sovraesposizione dei figli, niente vita social senza filtro;  Adele ha più volte diochiarato di essere una mamma che canta. Prima di tutto viene suo figlio. Ma la lista delle vip riservate è ancora molto lunga . 

La normalità anche come nuova forma di potere - Oggi, per molte celebrità, la normalità diventa una forma di controllo e autodeterminazione. Non è fuga dalla notorietà: è ridefinizione della notorietà. Le scienze psicologiche confermano che la costante iper-esposizione può generare iper-vigilanza e ansia sociale, dovute alla sensazione di essere sempre osservati; alterazione della percezione di sé, quando l’immagine pubblica prende il posto dell’identità personale; burnout da celebrità, un fenomeno ormai riconosciuto: l’esaurimento emotivo causato dalla pressione della fama; sfiducia relazionale, dovuta alla difficoltà di distinguere rapporti autentici da rapporti opportunistici.Invece il rifugio nella normalità per molte vip, rappresenta il solo spazio in cui poter vivere senza essere interpretate. E al tempo stesso il solo spazio in cui essere ammirate realmente perché mostrare ciò che si sceglie, non ciò che si subisce piace.  Le vip selezionano quali aspetti di sé condividere, costruendo una relazione più consapevole con il pubblico.In questo modo scelgono di "umanizzarsi": non sono solo simboli, ma persone con errori, imperfezioni, bisogni. E questo crea un legame più profondo con il pubblico.