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"Velluto Blu", su Iris il cult di Lynch con una torbida Isabella Rossellini

Il tenebroso e inquitante capolavoro del regista americano è il manifesto del suo stile: sarà il preludio del fenomeno televisivo di fine millennio, "I segreti di Twin Peaks"

"Velluto Blu", le immagini del cult di Lynch

Dietro una staccionata bianca si nasconde la provincia americana, con il suo sogno idilliaco immerso nel canto dei pettirossi. Nell'erba invece si nasconde un orecchio umano reciso, che ci ricorda che il male esiste ben nascosto nei luoghi più inaspettati. Su Iris (martedì 10 agosto) torna "Velluto Blu" (1986), il cult di David Lynch, riassunto perfetto della sua estetica e delle sue ossessioni e nuovo punto di partenza della carriera del regista verso "Twin Peaks": la discesa nell’oscurità, in cui sogno e incubo, e peccato e innocenza, sono una la parte dell'altra.

 

 

LA TRAMA - Il giovane Jeffrey (Kyle MacLachlan) torna nella sua città natale per assistere il padre, colpito da un infarto. Di ritorno dall’ospedale, trova nei pressi di un giardino isolato un orecchio umano mozzato. Sbalordito, raccoglie il macabro reperto e lo porta a un detective di polizia, nel cui ufficio fa la conoscenza di Sandy (Laura Dern). Ma inizia anche una propria investigazione che in un escalation di vicissitudini lo conducono fino al Blue Velvet, famoso nightclub dove si esibisce l’avvenente Dorothy Vallens (Isabella Rossellini).

 

LA SVOLTA CHE PORTA A TWIN PEAKS - Fino a quel momento (1986) Lynch ha dato prova di uno straordinario talento visionario con film come "Eraserhead - La mente che cancella" e "The Elephant Man". Ma è reduce da un sonoro flop del primo ed unico blockbuster della sua carriera, il kolossal "Dune" su cui non ebbe il controllo del montato finale, e che continua a rinnegare dopo quasi 40 anni. Il produttore Dino De Laurentiis sul punto di interrompere la collaborazione gli propone per il nuovo film un "do ut des": budget limitatissimo contrariamente a quanto richiesto ma controllo totale della sua opera. "Velluto blu" segnerà una svolta fondamentale nella carriera di Lynch, diventando un manifesto del suo stile e trasformandosi nel preludio di "I segreti di Twin Peaks" nel 1990: il più incredibile fenomeno televisivo di fine millennio (evidente a occhio nudo il fil rouge che lega Frank Booth a Bob e Jeffrey all'agente Cooper). Il film avrebbe anche aperto la strada a pellicole anche più estreme dal punto di vista onirico e delirante come "Strade perdute" e "Mulholland Drive".

 

LA LOCATION - Per la sua ridente atmosfera da pigra provincia americana ancora figlia di quella serenità degli anni 50 (dietro cui si nasconde una realtà opposta fatta di perversione e di violenza), la città portuale di Wilmington ha offerto la location perfetta per le riprese. In seguito venne usata per girare la serie "Dawson's Creek".

 

IL GAS DI FRANK - Nel film, il terrificante criminale Frank Booth, psicotico, deviato e violento, è interpretato da Dennis Hopper. La scelta per interpretare il personaggio stava ricadendo su William Dafoe ma durante un provino Hopper andò da produzione e regista con totale sicurezza dicendo: "Io devo interpretare Frank, perché IO SONO Frank!". Tra l'altro l'attore arriva sul set con un futuro incerto, dopo essere appena uscito da un centro di recupero per disintossicarsi da droga e alcol. Per tutta la pellicola lo vediamo inalare qualcosa da una bomboletta. David Lynch pensava inizialmente a mettere dell'elio, che avrebbe così funzionato da contrasto con il carattere del personaggio, facendo risultare la voce di Hopper stridula e infantile. Ma Hopper si oppone sulla scelta del gas. I due discutono. Probabilmente la sua esperienza aiuta nella scelta giusta: il nitrito di amile, più comunemente conosciuto come Popper. I risultati della sua pazzoide recitazione, in perenne stato di alterazione, gli hanno dato ragione.

 

ISABELLA ROSSELLINI, SOTTO IL VESTITO NIENTE - Una delle scene che rimangono impresse nella mente è senza dubbio quella della violenza rituale di Frank a Dorothy. Durante il ciak della scena, Isabella Rossellini era nuda sotto il suo vestito di velluto e soprattutto Dennis Hopper non lo sapeva: se ne accorse sono quando le aprì le gambe. Era anche la prima volta che i due attori si incontravano sul set. 

 

L'ESCLUSIONE DAL FESTIVAL DI VENEZIA - Il produttore propose il film per la Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia. L'allora direttore della Mostra, Gianluigi Rondi, dopo venti minuti di visione del film, tra scene scabrose e nudi di Isabella Rossellini, interuppe la proiezione, urlando: "Per la memoria di Roberto Rossellini, questo film non sarà mai presentato alla Mostra di Venezia". L'attrice commentò così la scelta: "Mi aspettavo dei dissensi, ma non avrei mai pensato che quelle scene, indispensabili per il film, diventassero oggetto di polemica".

 

LA MUSICA - Il film sancisce anche l’inizio della collaborazione con il compositore Angelo Badalamenti: le sue melodie malinconiche hanno contribuito a rendere indimenticabili le atmosfere dei film di Lynch.

 

NASCE IL TERMINE "LYNCHIANO" - Lynchiano è in termine che inizia a diffondersi dopo "Velluto Blu". E' la descrizione di atmosfere perverse e surreali inserite in storie reali, ricche di simbolismi che arrivano dall’inconscio e dall'irrazionale: creano una conturbante fascinazione che si mischia alla difficoltà di comprenderne i significati profondi. E dal cinema di Lynch, da lì in avanti, l'errore è pretenderne una risposta. 

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