A "Realpolitik" le opinioni dei bersaglieri sudtirolesi: "Vuol dare a Cesare quel che è di Cesare"
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Mentre continua a vincere in campo, Jannik Sinner continua a far discutere fuori. Il tennista è ancora al centro del dibattito pubblico per via delle sue recenti dichiarazioni in cui si dice orgoglioso di essere nato in Italia. Nato a San Candido, comune di poco più di 3mila abitanti in provincia di Bolzano, il campione aveva fatto discutere per la scelta di non partecipare alla Coppa Davis con la maglia della nazionale italiana, con cui però aveva vinto le due edizioni precedenti. Oggi, invece, sono i tirolesi a sentirsi in qualche modo "offesi" per le sue recenti affermazioni in cui si dice fiero di essere italiano.
"Sai bene che dichiarazioni come queste, soprattutto se pronunciate da una personalità così famosa, vanno ben oltre lo sport. Vengono accolte con soddisfazione dai nazionalisti in Italia ma anche con preoccupazione da noi. Proprio quell'Austria che hai detto di non rimpiangere si è impegnata per decenni, con costanza, a difendere i diritti della popolazione sudtirolese". Questo è il messaggio del capo degli Schützen, Christoph Schmid, in una lettera inviata allo sportivo. Tuttavia, Schimd al programma di Rete 4 non ha voluto aggiungere ulteriori dichiarazioni.
A "Realpolitik" parla Eva Klotz, fondatrice del partito Süd-Tiroler Freiheit, che vuole l'annessione all'Austria: "Sinner è stato allenato da allenatori pagati anche dallo Stato italiano, per questo vuole dare a Cesare quello che è di Cesare - dice -. Tutte il resto sono provocazioni". Sven Knoll, capogruppo del partito fondato da Klotz, rincara la dose: "Sono parole molto gravi - ha detto -, soprattutto per un esponente di una minoranza linguistica. Per noi è inaccettabile".