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La vita in Cina dopo il coronavirus: a Nanchino tra mascherine, distanziamento sociale e app per individuare contagiati

A "Mattino Cinque" il documentario di un giornalista che spiega come si torna lentamente alla normalità: "Al ristorante con un amico, ma su tavoli diversi"

 

In Cina si torna lentamente alla normalità ma dopo il coronavirus la vita non è più la stessa. Strade ancora semivuote, mascherine obbligatorie per recarsi ovunque, distanziamento sociale da osservare ancora rigorosamente.

 

"Mattino Cinque" mostra parte di un documentario girato da giornalista per le strade di Nanchino, a 500 km da Wuhan, focolaio dell'epidemia, e nella piazza semivuota che un tempo era la più affollata della città. I ristoranti sono aperti ma bisogna restare distanti: niente tavolate o comitive quindi, anche chi entra insieme deve mangiare su tavoli diversi.

 

In ogni ascensore ci sono dei fazzolettini di carta da usare per premere i tasti e per salire su tutti i mezzi pubblici bisogna farsi misurare la temperatura. Il giornalista prende anche un taxi: tra lui e il conducente c'è una barriera fatta con un foglio di cellophane: "Pulisco l'auto tre volte al giorno - racconta il tassista - con 84 disinfettanti diversi". Tutti infine dispongono di un'app che mostra una sorta di mappa dell'infezione: "Il contagiato più vicino a noi - spiega il giornalista - è a due chilometri e mezzo".