Weinstein, a New York parte il processo | Dalla procura di Los Angeles arriva una nuova incriminazione
Lʼex produttore di Hollywood, accusato di molestie e stupri, è entrato in aula con lʼaiuto di un deambulatore. Fuori dal tribunale lo attendevano decine di donne e di attrici
Colpo di scena nel caso Harvey Weinstein: mentre a New York ha preso il via l'atteso processo per molestie e stupri, un nuovo fronte si è aperto a Los Angeles con l'ex produttore rinviato a giudizio per reati sessuali. Due stupri in due giorni, il 17 e 18 febbraio, nella settimana che precedeva gli Oscar, hanno portato a quattro nuovi capi di imputazione sulla base delle denunce di due donne, una delle quali italiana.
Le nuove incriminazioni sono state annunciate poche ore dopo l'ingresso di Weinstein in tribunale a Manhattan per l'inizio del processo. Reduce da una operazione alla schiena, l'uomo un tempo tra i più potenti di Hollywood è arrivato sorretto da due uomini e appoggiandosi a un deambulatore: sofferente, trasandato e ben diverso dal personaggio tracotante che per decenni aveva deciso il destino di star e copioni.
Ad attenderlo fuori dal tribunale c'era una piccola folla di manifestanti tra cui le attrici Rose McGowan e Rosanna Arquette. "Tempo scaduto per le molestie in tutti i luoghi di lavoro. Tempo scaduto per le scuse senza conseguenze. Tempo scaduto per la cultura del silenzio", ha detto quest'ultima.
Weinstein è accusato di violenze e stupri da una novantina di donne alcune delle quali, come Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow, sono star di prima grandezza: fino ad oggi due soltanto tra queste, una delle quali ancora anonima, erano riuscite a superare gli ostacoli procedurali e di credibilità convincendo il procuratore capo di New York Cyrus Vance a portare il caso davanti alla giuria.
Gli sviluppi di Los Angeles aprono un secondo fronte: se riconosciuto colpevole in California, Weinstein rischia 28 anni di carcere, intanto comunque dovrà pagare una cauzione di cinque milioni di dollari perche' considerato a rischio di fuga.
Tra le accusatrici di Weinstein a New York, quella uscita allo scoperto e che deporrà contro di lui è Mimi Haleyi, ex assistente di produzione alla ormai defunta Weinstein Company: afferma che il produttore la invitò nel 2006 nella sua casa di New York, le levò il tampone e la costrinse a un atto di sesso orale.
"Nessuna donna dovrebbe essere sottoposta a questo tipo di inaccettabile abuso", aveva detto all'epoca la Haleyi ai giornalisti: "Le donne hanno diritto di dire no. Un no è un no, a prescindere dalle circostanze, e io gli dissi di no". Una linea condivisa da un'altra accusatrice di Weinstein, Jasmine Lobe, in un'intervista alla Bbc: "Per questo ho rotto il silenzio".
Quanto inserito fra l'1.00 e le 8.00 verrà moderato a partire dalle ore 8.00
Nessun commento
Metti il tuo like ad un commento
Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione
Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook
I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre
In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali