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Valeria Bruni Tedeschi nella bufera, il compagno accusato di stupro: "Sbalordita, questo è linciaggio mediatico!"

Si tratta di Sofiane Bennacer, uno dei protagonisti di "Forever Young (Les Amandiers)", pellicola che la regista sta presentando in Italia

Valeria Bruni Tedeschi nella bufera, il compagno accusato di stupro: "Sbalordita, questo è linciaggio mediatico!" - foto 1
Tgcom24

Valeria Bruni Tedeschi nella bufera.

Sofiane Bennacer, 25 anni, uno dei protagonisti di "Forever Young (Les Amandiers), il film, che la regista sta presentando in Italia, e già di culto in Francia, è accusato di stupro. Sulla copertina del francese Libération il giovane attore appare con le mani insanguinate e lo strillo sull'indagine in corso. "Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne. Sono stata io stessa vittima di abusi durante la mia infanzia e conosco il dolore di non essere stata presa sul serio...", così è intervenuta la Bruni Tedeschi sul caso dicendosi "sbalordita e indignata nel vedere calpestato a tal punto il principio della presunzione di innocenza, da un giornale come Libération (...). Questa scelta editoriale non è secondo me altro che un puro linciaggio mediatico, ben lontano dalla volontà di informare in modo obiettivo e imparziale".

 

 

La regista ha inoltre espresso tutto il suo disappunto per l'operazione editoriale del giornale francese che, sebbene l'attore ad oggi non sia ancora stato giudicato, "ha ostentato vergognosamente questa vicenda, mettendo in prima pagina la foto di un giovane uomo con del sangue sulle mani" e ha poi aggiunto: "Decine e decine di persone si sono dedicate con passione e impegno totale al film, questo approccio è profondamente irrispettoso di tutto il loro meraviglioso lavoro". La Bruni Tedeschi ha poi rivelato la natura della sua relazione con Bennacer: "Non devo esprimermi sulla mia vita privata, ma visto che sono tenuta a renderne conto, voglio dire che abbiamo effettivamente una relazione amorosa, ma questo rapporto è iniziato molto dopo la fine delle riprese, ed è basato innanzitutto su un'amicizia profonda".

 
La regista ha sottolineato anche di volersi assumere tutta la responsabilità di aver tenuto l'attore nel cast (anche se nella locandina del film il suo nome non compare): "Sono rimasta artisticamente impressionata da Sofiane Bennacer sin dal primo secondo del casting del mio film e ho fortemente voluto che ne fosse l'attore principale nonostante le voci che circolavano, di cui ero a conoscenza". Spiega poi che i produttori le avevano "espresso timori e riserve, ma gli ho comunicato che queste voci non dovevano mettere in discussione questa scelta e che era impensabile per me fare il film senza di lui". E quindi chiarisce: "Mi assumo la piena responsabilità della mia scelta". Bruni Tedeschi aggiunge anche di aver saputo "Successivamente che era stata presentata una denuncia. Le riprese erano allora iniziate, e cambiare attore avrebbe creato ostacoli giuridici insuperabili. Poi sottolinea di aver avuto modo di conoscere Sofiane Bennacer per diversi mesi sul lavoro, in particolare durante il lungo periodo delle prove, "ed ero completamente sicura delle sue qualità umane".


Ad accusare l'attore almeno due ex come riporta Libération, ma ci sarebbe anche un altro caso. Le Parisien riporta che "Patrick Sobelman, uno dei due produttori del film 'Les Amandiers', ha assicurato che la produzione non sapeva nulla delle presunte azioni di Sofiane Bennacer prima di reclutarlo". 

 

 

Carla Bruni difende la sorella

Anche Carla Bruni, attrice, cantante ed ex first lady francese nonchè sorella di Valeria Bruni Tedeschi è intervenuta sui social in riferimento alle accuse di presunto stupro mosse dal quotidiano francese Libération all'attore Sofiane Bennacer e a sostegno della sorella: "Uno dei fondamenti della nostra democrazia è la presunzione di innocenza. Senza la presunzione di innocenza, tutta la giustizia è incerta, discutibile e forse corrotta. Libé ci ha dato lezioni di moralità per 40 anni, ma la presunzione di innocenza gli è ovviamente del tutto estranea. Condannare sulla prima pagina di un giornale, al giorno d'oggi, significa condannare del tutto. È crocifiggere qualcuno, senza nemmeno sapere cosa sia realmente. Significa violare uno dei fondamenti delle nostre democrazie". 
E ha poi aggiunto: "Sono solidale con tutte le donne per principio, impegnata e inflessibile nel difendere tutte le vittime e la loro lotta, perché ci sono stati così tanti abusi, c'è stata così tanta impunità per tanto tempo e i responsabili sono stati puniti così raramente. Ma la femminista che sono sempre stata, oggi vuole dire che non si allevia il dolore delle vittime creando nuove vittime in modo selvaggio e casuale e altrettanto ingiusto. Vergognatevi Libération: quando crocifiggete qualcuno sulla vostra prima pagina senza sapere se è davvero colpevole, vi fate beffe della democrazia. È tutto il giornalismo a essere messo in discussione, tutto il valore dell'informazione, tutto il valore della giustizia e della verità. Mi pento di avervi comprato, l'ho fatto perché pensavo che rispettaste l'umanità, credevo ingenuamente che foste il giornale che difendeva l'oppresso, lo sconosciuto, la vittima della vita, colui che è solo contro il branco, ma siete il contrario: siete solo un povero organo dell'establishment che credevate di combattere. Rinneghi i tuoi stessi valori, rinneghi tutto cio' in cui credevi e in cui io credevo con te. Il mio sostegno totale e assoluto a mia sorella".

Valeria Bruni Tedeschi presenta "Forever Young" a Roma


Il film

"Forever Young" è il lucido racconto a luci e ombre dell'esperienza formativa di Valeria Bruni Tedeschi, a metà anni '80 nel teatro di Patrice Chereau e Pierre Romans Les Amandiers dove erano un tutt'uno il talento, la disciplina, la creatività, la comununanza, il sesso e le droghe con l'incubo dell'Aids agli esordi. Accanto alla protagonista, una magnifica Nadia Tereszkiewicz, Bennacer (che interpreta Etienne tormentato e violento aspirante attore) e Louis Garrel nei panni di Chereau. "Gli attori hanno molto improvvisato sul set, e per me i loro errori in questo caso restituivano l'esperienza di allora. Ho lasciato fare Louis, lo aveva incontrato a 21 anni, sognato di lavorarci, lo adorava, ha ideato un suo Chereau". Questa 'meglio gioventu'', questa vitalita' di giovinezza, questa 'verita'' che il film della Bruni Tedeschi riesce a restituire sono un vero regalo per lo spettatore e anche una fonte di ispirazione per i giovani che lo andranno a vedere. Da parte sua la regista dice di sentire tutta la responsabilita' di fare film. "Amo molto il mio lavoro di attrice ma e' un po' una vacanza ora, una cosa spensierata. Sto facendo in Sicilia la serie di Valeria Golino, interpreto un personaggio doloroso, vecchio, arrabbiato ma sono felice come non lo ero su un set da decenni. Gli attori sono bambini dirigere invece e' piu' dura, e' una cosa da adulti. Per me poi e' un pretesto per stare con le persone che amo, convoco mia figlia, mia madre, lo stesso Louis, siamo separati ma se fa un film con me è obbligato a frequentarmi!".

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