Suzanne Vega, nuova vita a 55 anni: "Come è difficile essere il capo di se stessi"
© ufficio-stampa
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La cantautrice arriva in italia per quattro concerti, sulla scia del nuovo album "Tales From The Realm Of The Queen Of Pentacles". "Il futuro? Lo leggo nei tarocchi" dice a Tgcom24
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Arriva in Italia per quattro concerti, dal 16 al 20 luglio, Suzanne Vega. La cantautrice americana, divenuta celebre negli anni 80 con il brano "Luka", ha pubblicato quest'anno "Tales From The Realm Of The Queen Of Pentacles", il primo album da sette anni a questa parte. "Non ho più un contratto e sono ormai sono io il mio boss - dice a Tgcom24 -. Sapere che le mie canzoni sono importanti per la gente mi spinge a continuare".
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Un ritorno atteso e rinviato più volte per la nuova situazione da artista indipendente nella quale si è venuta a trovare dopo trent'anni di carriera. Con al fianco Gerry Leonard, fidato collaboratore di David Bowie, Suzanne ha realizzato un album maturo e profondo, dove mondo materiale e spirituale si intrecciano in storie nelle quali a fare da filo conduttore sono le figure dei tarocchi.
Come mai tanto tempo dal tuo ultimo album di inediti?
La ragione è semplice: non avevo un contratto discografico. Per tutta la mia vita ho avuto un contratto ed ero abituata a essere chiamata da qualcuno pronto a finanziarmi per realizzare qualcosa di nuovo, dandomi delle scadenze da rispettare. Per la prima volta questo non è accaduto. Sono diventata la capa di me stessa, e c'è voluto del tempo per abituarmi a questo nuovo mondo.
Com'è essere il capo di se stessi?
Beh, diciamo che è ok. Alcuni giorni è grandioso, altre volte vorrei urlare perché ci sono dei problemi riguardo la stampa dei cd o qualcosa di simile e in realtà mi trovo a dover urlare a me stessa. Principalmente mi piace, ma ci sono delle cose alle quali ti devi abituare.
In questo modo dovrai occuparti anche di cose che non riguardano strettamente il lato artistico, ma in compenso avrai molta più libertà di prima…
Quella l'ho sempre avuta. La libertà artistica era messa nero su bianco nel mio precedente contratto. Avevo un ottimo rapporto con il presidente della compagnia, discutevamo molto: in genere io presentavo loro le mie idee, il mio lavoro e il più delle volte loro le rispettavano in toto. Quindi ora ho la stessa libertà, ma in compenso devo pagare per tutto quanto.
E rischiare in prima persona dal punto di vista economico...
Il problema è che al giorno d'oggi la gente è molto poco rispettosa dei costi che un artista deve affrontare. Nessuno compra più i cd, amano comunque la musica, ma non vogliono pagare per averla. Ad ogni modo riesco ancora a vivere di questo, abbiamo messo in piedi un tour che ci permette di arrivare direttamente alla gente che vuole sapere dell'album nuovo. Il pubblico risponde bene, quindi, in qualche strano modo, la cosa sembra funzionare.
Nell'album racconti storie dove il mondo materiale e quello spirituale sono in continuo contatto. Pensi sia così nella vita di tutti?
Lo è almeno per me. Immagino che ci siano persone che vivono tranquille delle cose materiali e non sono coscienti del lato spirituale che le circonda. Ma la maggior parte della gente credo abbia una connessione con entrambi gli aspetti, in proporzione minore o maggiore a seconda delle proprie inclinazioni.
I tarocchi sono l'elemento unificante dell'album: li usi?
Li adoro, e credo assolutamente in loro, almeno per quello che mi concerne. È una specie di gioco, interessante e molto potente. Li uso come modo per entrare nel mondo della spiritualità e della creatività. Ma ci sono molti altri modi per arrivarci… la preghiera, per esempio.
Li leggi da sola?
Si, assolutamente.
E non hai paura di conoscere il tuo futuro?
No, anzi, voglio sapere! Sono curiosa. Nella vita di tutti i giorni mi risulta molto difficile intuire quali saranno gli sviluppi di qualcosa, persino guardando un film non riesco a immaginare come andrà a finire. I tarocchi sono un grande aiuto per avere un'idea di ciò che potrebbe accadere. Mi danno una sorta di direzione o possono essere anche utili per capire che sono su una strada negativa ed è quindi necessario cambiare qualcosa per migliorare.
Nelle foto promozionali e anche sul palco ti presenti con un cappello a cilindro, con un'immagine piuttosto diversa rispetto al passato.
Quello è un mio modo di giocare, con la mia immagine e con il pubblico. Il cappello a cilindro è un omaggio a Marlene Dietrich, che per me ha sempre rappresentato un simbolo di glamour, mistero e teatralità. L'ho comprato su ebay, è molto vecchio, risale agli anni 30.
A Roma suonerai con Joan As Police Woman e Cat Power, una serata tutta al femminile. Pensi che le donne cantautrici abbiano una sensibilità diversa?
No, non credo esista una scrittura genericamente femminile. Così come per gli uomini ognuna ha la propria personalità e le proprie caratteristiche. Ci sono artiste più intellettuali come Laurie Anderson, potenti come Patti Smith o sensibili come Joni Mitchell.
Il tuo primo album risale al 1985. Come è cambiato il tuo modo di guardare al mondo in tutti questi anni?
Sono molto meno cinica e più ottimista. Quando ho scritto "Luka", non avevo idea di quante persone l'avrebbero capita e a quanti avrebbe potuto importare. Dopo tanti anni mi sono accorta che ha rappresentato qualcosa per molti, e nel suo piccolo ha contribuito a cambiare alcune leggi a New York. Sapere che le mie canzoni fanno parte, anche concretamente, della vita delle persone, mi rende felice e mi spinge a continuare a scrivere.
LE DATE DEL TOUR
16 luglio - Pistoia, piazza Duomo
18 luglio - Verona, Villa Venier di Sommacampagna
19 luglio - Barolo
20 luglio - Roma, auditorium Parco della Musica (con Joan As Policewoman e Cat Power)