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Legami familiari e dialogo tra culture in "The Farewell - Una bugia buona"

Dopo la presentazione alla Festa del cinema di Roma arriva nelle sale il film di Lulu Wang. Tgcom24 vi presenta una clip esclusiva


Legami familiari e dialogo tra culture in "The Farewell - Una bugia buona" - foto 1
Ufficio stampa

Arriva il 24 dicembre nelle sale italiane "The Farewell - Una bugia buona", il film diretto da Lulu Wang presentato all'ultima Festa del cinema di Roma.

Interpretato da Awkwafina, Tzi Ma, Gil Perez-Abraham, racconta di una bugia realmente vissuta, quella di una famiglia cinese che, scoperto che alla nonna resta poco tempo da vivere, decide di tenerla all'oscuro. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

 

Billi (Awkwafina), nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun, scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta interessata.

 

 Per proteggere la sua serenità, si riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato. Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto. Con "The Farewell – Una bugia buona" la sceneggiatrice e regista Lulu Wang ha creato un’intima celebrazione del ruolo che ognuno di noi ha nella famiglia e, insieme, del modo in cui la viviamo nel profondo, intrecciando con maestria il ritratto garbatamente ironico della bugia in azione e il racconto toccante di ciò che nella famiglia può unirci e renderci più forti, spesso a dispetto di noi stessi.

 

“Nei film sui segreti o le bugie di famiglia ricorre sempre il tema della grande catarsi che si prova nel momento in cui la verità è finalmente svelata. Io volevo dimostrare l’esatto contrario - spiega la regista -. Il film non giudica nessuno e non giudica la decisione della famiglia di nascondere la verità alla matriarca. Nessuno fa la parte del cattivo in questa famiglia. Per me si tratta di una storia sui “linguaggi dell’amore”, sui diversi modi culturali e individuali di esprimere l’amore e le tante incomprensioni che ne derivano, soprattutto all’interno delle famiglie di oggi che vivono a cavallo tra culture diverse.”

 

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