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"Sundown", il declino di una famiglia sullo sfondo di un Messico pieno di contraddizioni

Nelle sale dal 14 aprile il nuovo film di Michel Franco con Tim Roth e Chrlotte Gainsbourg

Arriva nei cinema italiani dal 14 aprile, dopo essere stato presentato in concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2021, l'ipnotico film di Michel Franco "Sundown" con Charlotte Gainsbourg e Tim Roth. Una pellicola piena di suspense, graffiante e bollente nella quale lo scrittore e regista messicano esplora la città di Acapulco, un luogo pieno di forti contraddizioni in cui prevale la violenza dell'ambiente e contemporaneamente mostra la guerra psicologica e il delicato equilibrio di una famiglia, apparentemente affiatata, che viene sconvolto una volta per tutte.

Il film racconta la storia Neil Bennett (Tim Roth), un uomo di mezz’età in vacanza ad Acapulco con la sorella Alice (Charlotte Gainsbourg). Sono gli eredi di una ricca famiglia britannica. La notizia improvvisa della morte della madre li costringe a rientrare in Inghilterra per il funerale, ma Neil, che per ragioni sconosciute da un po’ manifesta una sorta d’insofferenza nei confronti di tutto, finge di aver smarrito il passaporto. E rimane in Messico. Il delicato equilibrio della famiglia apparentemente affiatata, inclusi i fratelli Colin e Alexa (Samuel Bottomley, Albertine Kotting McMillan), viene sconvolto una volta per tutte e dà spazio a tensioni ribollenti.


Continuando la sua osservazione di individui e società sotto pressione, lo scrittore e regista Michel Franco ("New Order") esplora le vette e le profondità di un Acapulco - e di una famiglia - che è più di quanto non possa sembrare. Svolgendosi in eleganti suite d'hotel e trasandati ritrovi per turisti di una località balneare eterogenea e stratificata, e mostrandoci la guerra psicologica di una dinastia precaria, "Sundown" si dipana con colpi di scena acuti e furtivi.

"Sundown", ecco alcune scene del film

 

 

"Ho scritto il film durante una profonda crisi personale. Mi stavo chiedendo dove mi trovassi negli aspetti personali della mia vita e per la prima volta ho iniziato a pensare che la vita non è infinita e che le cose hanno una fine", spiega il regista, che racconta il perché della scelta di Acapulco come città in cui ambientare il film: "È un posto in Messico che conosco bene, avendoci viaggiato da giovane. Vedere quanto è cambiato mi spezza il cuore. Spesso è considerata una delle città più pericolose al mondo (...) Il suo decadimento simboleggia molto del declino più ampio del mio paese". 

 


E la decadenza e le contraddizioni di Acapulco si rispecchiano nella dinamica familiare dei protagonisti: "Hanno tutti gli strumenti che dovrebbero avere, che provengono dal denaro, dall'istruzione, da una vita privilegiata, e tuttavia sembra che non significhino nulla, perché continuano a commettere gli errori più elementari, non riescono a comunicare l’uno con l’altro. Per me è sempre affascinante quanto si possa fare del male a qualcuno che si ama. Lo ripeto, queste sono persone che dovrebbero riuscire a trasmettere le loro idee e i propri sentimenti, ma continuano a rovinare tutto", sottolinea Franco, che aggiunge: "Questo film è su una famiglia in particolare, ma parla di questioni più ampie, come la disuguaglianza economica, l'interruzione delle comunicazioni, la violenza in molte forme..." e poi svela l'origine del titolo: "Il sole è vita e morte allo stesso tempo. Il sole è un filo conduttore in questo film e allo stesso tempo Neil si apre sempre di più al sole, ma non è necessariamente una buona cosa. Tuttavia, Neil sa esattamente quello che sta facendo, quindi è una contraddizione e questo mi piace".
 

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