Spotify: Joe Rogan nella bufera anche per frasi razziste ma i suoi podcast resistono
Il Ceo della piattaforma, Daniel Ek, ha condannato con forza il comico ma non intende mettergli il bavaglio
Per Spotify non è un momento tranquillo e ancora una volta al centro delle polemiche c'è Joe Rogan.
Il mattatore del podcast più ascoltata della piattaforma stavolta è stato accusato dalla cantante India Arie di aver usato decine di volte la parola "negro", uno dei termini più offensivo per gli afro-americani. Il ceo di Spotify, Daniel Ek, ha condannato "con forza" Rogan, ma non per questo gli mette il bavaglio: "Dispute come queste sono inevitabili se vogliamo diventare la piattaforma globale per contenuti audio" ha detto l'amministratore delegato
Questa nuova polemica arriva nel pieno del caos scatenato dal podcast da undici milioni di ascoltatori sulla questione no vax. Per quei commenti Spotify e' stato boicottato da Neil Young, Joni Mitchell e altri musicisti mentre all'interno di Spotify cresceva il malcontento tra voci di un esodo anche tra gli abbonati che hanno fatto crollare in borsa il titolo della piattaforma. Rogan era venuto due volte a Canossa cospargendosi il capo di cenere mentre un centinaio di suoi vecchi podcast (quasi un decimo del totale) sparivano misteriosamente da Spotify.
Sarebbe stata una decisione del comico dopo aver parlato con Ek su varie questioni tra cui l'uso di linguaggio razzista, ha confermato il Ceo: "Dobbiamo avere linee guida chiare sui contenuti e agire quando vengono valicate", ha spiegato il Ceo. "Mentre condanno con forza quel che Joe ha detto e concordo con la decisione di rimuovere passate puntate della podcast, non sono d'accordo con chi chiede di più" ha scritto.
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