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Sergio Pizzorno in "pausa" dai Kasabian: "The S.L.P. è il mio autoritratto in musica"

Primo album solista per lʼartista, in attesa di tornare a suonare con la band. Tgcom24 lo ha incontrato

Sergio Pizzorno in
ufficio-stampa

Un viaggio nel proprio mondo personale in attesa di tornare con la sua band.

È quello che ha fatto Sergio Pizzorno, mente dei Kasabian, che ha dato vita a The S.L.P., moniker e titolo dell'album del suo progetto solista. "Questo disco è una sorta di autoritratto, dove ogni canzone è una parte della mia personalità - spiega -. Ascoltando, in un certo senso è come se guardassi nella mia testa". Il 12 settembre sarà in concerto al Magnolia di Milano.

Dall'hip hop al jazz, passando per il funky, la new wave e le colonne sonore dei film italiani degli anni 70. Per il suo debutto solista Serge (o come preferisce Sergio) Pizzorno ha scoperto il gusto della sperimentazione, libero da barriere stilistiche o imposizioni di mercato. "Mi sono trovato con un anno di riposo a disposizione e ho pensato che o lo facevo adesso o mai più - racconta -. Non ci avevo mai pensato seriamente, avevo tre brani pronti e nella mia testa erano perfetti per essere l'inizio, la fine e la parte centrale di un album. Li avevo lasciati in un cassetto per quasi 10 anni e ho pensato che era il momento di tirarli fuori".

Lo sviluppo dell'album ha qualcosa di cinematografico che si lega alle passioni musicali di Sergio da una parte e alle tematiche trattate dall'altra. "La parte visuale per me è molto importante, l'immaginario a cui attingere per immaginare la musica - spiega -. In fondo è come se fossi in una storia a fumetti, dove io sono Bruce Wayne ma nella batcaverna mi trasformo nel Sergio dei Kasabian. Sono sempre stato affascinato dalle colonne sonore. Ennio Morricone, ma anche John Barry, John Williams. Sono sempre stato affascinato dalle loro musiche e sono partito da lì con il brano "Meanwhile in Genova". Volevo avesse un titolo che suonasse in qualche modo epico. Lì ci sono le mie radici e l'album inizia dove inizia la storia".

"C'è un elemento di gioia molto spiccato in questo disco. Mi ha permesso di riconnettermi con il piacere di fare musica in maniera libera - continua -. Ho alle spalle quasi dieci anni di ciclo album-tour. Arrivi a un punto in cui non ce la fai più. 

Con l'Italia ho un rapporto molto profondo ma l'ho capito solo quando con la band abbiamo iniziato a fare concerti qui. C'è una vera connessione.

Nei prossimi giorni Pizzorno sarà a Milano per l'unica data italiana del suo tour. E promette qualcosa di davvero speciale. "Nei miei concerti suonerò solo cose del mio album, anche se avranno una forma estesa, anche diversa. I Kasabian continuano a esistere e voglio rispettare la loro dimensione - dice -. Sono molto eccitato perché ho in mente tante cose, voglio fare qualche di più di un semplice concerto, penso a una vera e propria esperienza sensoriale. Voglio che i miei concerti siano qualcosa a metà tra l'immaginario di David Lynch e un rave party".