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Secondary ticketing, assolti tutti e nove gli imputati

Nessuna irregolarità nella vendita online di biglietti di concerti: "Il fatto non sussiste"

Secondary ticketing, assolti tutti e nove gli imputati - foto 1
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Sono state tutte assolte le nove persone imputate nel processo a Milano sul secondary ticketing, la vendita online a prezzi gonfiati dei biglietti di concerti.

Non è stata infatti riscontrata alcuna irregolarità nella vicenda e i magistrati lombardi hanno prosciolto tutti gli accusati perché "il fatto non sussiste". Live Nation Italia, Live Nation 2, Di Gi, Viagogo e Vivo le società coinvolte.

Nello specifico le assoluzioni perché "il fatto non sussiste" riguardano i quattro imputati che avevano optato per il rito abbreviato, ovvero Roberto De Luca e Antonella Lodi, titolari delle società 'Live Nation Italia' e 'Live Nation 2', anche loro finite a processo e assolte. Prosciolti in udienza preliminare anche gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. Sono Domenico d'Alessandro, la sua società Di Gi, Charles Stephen Roest, amministratore del sito Viagogo e la stessa società.

Assolto anche Corrado Rizzotto, ex amministratore del sito per la vendita on line di biglietti Vivo. Le motivazioni del verdetto del gup Vicidomini sugli abbreviati saranno depositate tra 90 giorni e quelle della sentenza di non luogo a procedere tra 30 giorni. L'inchiesta del pm Adriano Scudieri, con le ipotesi di aggiotaggio e truffa, riguardava un presunto raggiro sulla vendita online di biglietti di concerti, tra cui quelli di Bruce Springsteen e dei Coldplay, a prezzi maggiorati, che avrebbe portato dal 2011 al 2016 a ricavi per oltre un milione di euro.

Per De Luca e Lodi il pm Scudieri aveva proposto al gup una pena (al netto dello sconto di un terzo per via del rito) di 1 anno e 4 mesi di reclusione e 600 euro di multa. Inoltre, aveva chiesto al giudice una condanna al pagamento di 80 quote azionarie e di 4 quote azionarie per Live Nation Italia e Live Nation 2. Per gli altri 4 imputati che avevano scelto il rito ordinario, il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio. "E' stato dimostrato che non vi era alcuna rilevanza penale nel comportamento dei miei assistiti e anche l'impossibilità di trasferire l'ipotesi di una trasmissione televisiva in un processo penale", ha detto l'avvocato Paolo Siniscalchi, difensore insieme ad Alberto Mittone, Giacomo Leone e Simona Valentin, di De Luca, Lodi e delle due società Live Nation Italia e Live Nation 2. Anche gli avvocati Antonio Carino, Roberto Valenti e Veronica Bertocci dello studio Dla Piper, difensori di Corrado Rizzotto, hanno sottolineato con una nota che "è stato dimostrato con evidenze documentali e attraverso l'analisi delle contestazioni mosse, la correttezza dell'operato di Rizzotto che ha agito nel rispetto della legge e della regolamentazione di settore".