omaggio al compositore

Prima della Scala 2025, "Lady Macbeth" di Šostakovič apre la stagione: "Riconoscimento a un gigante del '900"

A Milano il 7 dicembre si inaugura per la prima volta con un titolo del compositore russo. E' anche la prima del nuovo sovrintendente Fortunato Ortombina e l'ultima con la direzione musicale di Riccardo Chailly

26 Nov 2025 - 14:24
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© Brescia/Amisano – Teatro alla Scala
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La Prima del 7 dicembre avvolge Milano con quell’atmosfera speciale che solo il Teatro alla Scala sa creare. Quest’anno a inaugurare la stagione lirica è "Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk", il lavoro dirompente di Dmitrij Šostakovič. E' la prima volta che un'opera del compositore russo apre il cartellone del palcoscenico del Piermarini, che ha voluto soprattutto rendergli omaggio nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Questa è anche la prima opera da sovrintendente della Scala per Fortunato Ortombina. Sul podio torna Riccardo Chailly (alla sua dodicesima inaugurazione di Stagioneche in conferenza stampa ha spiegato: "Scegliere quest'opera non è un atto di coraggio, ma un atto dovuto di riconoscimento a un gigante del 900 e a un'opera che ha sofferto per troppi anni". Il titolo costò infatti gli strali di Stalin e una stroncatura all'autore russo ma porta con sé la forza del suo passato e la modernità dei suoi temi. 

Il cast di unopera complessa

La regia è affidata a Vasily Barkhatov, chiamato a dare forma a un racconto che non risparmia emozioni. "La particolarità di Šostakovič è la sua capacità di passare da momenti di humor, goffaggine e tenerezza alla profondità della tragedia e poi ancora di risalire. Alla fine del giorno è semplicemente la storia di una donna che si vota alla libertà e alla felicità umana. Lo fa in maniera violenta e drammatica, ma di questo si tratta", ha spiegato il regista teatrale russo. Barkhatov ha anche spiegato di aver voluto eliminare tutti i cliché che hanno segnato l'opera, concentrandosi sugli aspetti psicologici dei personaggi: "Abbiamo spostato l’azione da un villaggio della Russia di metà 800 alla capitale degli anni 50. Šostakovič ha trovato la bellezza in questi personaggi così strani e così crudeli: noi abbiamo voluto fare lo stesso, aiutarli a trovare bellezza sul palcoscenico. E abbiamo un cast meraviglioso per farlo". Il cast vocale è guidato da Sara Jakubiak (Katerina L’vovna Izmajlova), Najmiddin Mavlyanov (Sergej), Yevgeny Akimov (Zinovij Borisovič Izmailov) e Alexander Roslavets (Boris Timofeevič Izmailov). Riccardo Chailly ha spiegato che è una sfida per lui: "Ho avanzato i miei studi molto in anticipo rispetto alle mie abitudini per la partitura di quest’opera. Ero vittima di soggezione nei confronti di questa partitura. Per la sua grandezza, per la sua audacia e per la sua modernità, per un soggetto scabroso che chiedeva tanto coraggio per un compositore di 24 anni". 

Un titolo forte per inaugurare la stagione

Scegliere “Lady Macbeth” per aprire la stagione non è una decisione casuale. L’opera, che Šostakovič compose negli anni trenta, porta con sé un carico emotivo straordinario: è un racconto di passioni estreme, di solitudine e ribellione, capace di mettere in scena un universo umano fragile e violento al tempo stesso. Portarla per la prima volta alla Scala significa affermare un’idea precisa di apertura: un inizio che non cerca la rassicurazione, ma la potenza del linguaggio musicale e teatrale. La curiosità del pubblico ha accompagnato l’attesa, alimentata dall’interesse per un titolo che ancora oggi colpisce per la sua intensità. Durante la presentazione Ortombina l'ha definita "una delle opere più clamorose del Novecento", e "tra le più importanti sempre per me: di Mozart e Verdi si dice sempre che sono diventati profeti, credo che anche Šostakovič sia sulla buona strada per diventarlo nel tempo". 

L’allestimento firmato Barkhatov e la guida musicale di Chailly

  La serata vede il ritorno sul podio di Riccardo Chailly, che affronta la partitura nella versione originale della prima messa in scena del 1934. La regia di Vasily Barkhatov, invece, costruisce un allestimento che punta sull’impatto visivo e sulla forza narrativa, unendo elementi moderni a una lettura che rispetta la crudezza del testo. Il dialogo tra musica e scena diventa così una tessitura continua, un viaggio che accompagna lo spettatore attraverso gli strappi e le ombre della vicenda. La Prima promette un equilibrio di emozione e rigore artistico, con un cast chiamato a sostenere una partitura tra le più complesse del Novecento. Il soprano Sara Jakubiak ha stuzzicato tutti anticipando: "L'unica cosa che posso dirvi è di allacciare le cinture".

Una storia intensa che parla ancora al presente

  Il racconto di Katerina, protagonista dell’opera tratta dal testo di Nikolaj Leskov, è quello di una donna imprigionata in un matrimonio soffocante, che cerca libertà in un amore proibito. Una scelta che la porta in una spirale di violenza, colpa e disperazione. A renderla unica è la sua capacità di parlare al presente: nelle sue fragilità e nei suoi gesti estremi si riflette un mondo che conosce ancora il peso delle ingiustizie e delle solitudini. La musica di Šostakovič amplifica ogni emozione, trasformando il dramma in una partitura che non concede tregua e che cattura lo spettatore sin dalle prime battute.

Una Prima che promette emozione e riflessione

  Con “Lady Macbeth” la Scala sceglie di aprire l’anno nel segno di un teatro che vuole scuotere e far pensare. È un inizio che guarda alla complessità del presente e che invita il pubblico a confrontarsi con un racconto umano pieno di ombre e slanci. Per chi sarà in sala, la Prima 2025 sarà un’esperienza che unisce tradizione e modernità, restituendo la magia di una serata capace di parlare con forza, tra musica, immagini e sentimento.

La Prima diffusa a Milano

 Per chi non sarà in sala, Milano moltiplicherà in 30 luoghi della città i circa duemila spettatori del Teatro alla Scala, facendo assistere alla Prima del 7 dicembre altre 10mila persone, con una visione gratuita in diretta, a partire dalle ore 18:00. Sono i numeri dell'evento culturale "Prima diffusa" annunciati dall'assessore comunale alla Cultura, Tommaso Sacchi, durante la conferenza stampa per la presentazione dello spettacolo che prevede anche un palinsesto di un'altra quarantina di eventi in preparazione alla Prima, tra guide all'ascolto, concerti, proiezioni, mostre, rassegne, conferenze, che avranno luogo nei 10 giorni che precedono il 7 dicembre. "Prima diffusa è una straordinaria vertigine, uno dei progetti culturali più identitari di Milano, un'iniziativa che porta la magia della Prima fuori dal teatro alla Scala, rendendola davvero patrimonio di tutti. Oltre alla ormai nota 'prima' all'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, alla proiezione per i detenuti nel carcere di San Vittore, a quella presso il Conservatorio Giuseppe Verdi e in tanti altri luoghi già messi a disposizione negli scorsi anni in tutti i Municipi cittadini, quest'anno ce ne sono altri molto particolari: come il Teatro della Quattordicesima (al Corvetto), il Centro diurno per i disabili (Quarto Oggiaro), la Casa delle donne, il Centro alti studi per le arti visive (Casva), e anche fuori porta come il Teatro Nuovo Treviglio", ha raccontato Sacchi.