Al Teatro Studio Melato due schiere di teste animatroniche prendono vita dalle mani dell’attrice, partendo da un fatto di cronaca accaduto nel Massachusetts
© Masiar Pasquali
Dopo "È bello vivere liberi!" e "La semplicità ingannata" (in scena al Teatro Grassi nel 2022) arriva al Piccolo Teatro, per la prima volta dal debutto nel 2016, il terzo, pluripremiato spettacolo della trilogia dedicata da Marta Cuscunà alle Resistenze femminili. "Sorry, boys", in scena al Teatro Studio Melato dal 4 al 9 novembre, parte da un fatto di cronaca (la gravidanza condivisa di diciotto ragazze adolescenti) per compiere un’analisi della società contemporanea, tra violenza di genere, tabù e modelli di mascolinità. L’artista è accompagnata sulla scena da dodici teste animatroniche, progettate e realizzate da Paola Villani.
Nel nero della scena, due schiere di teste mozze. Da una parte gli adulti: i genitori, il preside, l’infermiera della scuola. Dall’altra i giovani maschi, i padri adolescenti. Sono tutti appesi come trofei di caccia, inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati. I fatti sono realmente accaduti nella scuola superiore di Gloucester, in Massachusetts. Diciotto ragazze incinte contemporaneamente (numero quattro volte sopra la media) e non per tutte sembra trattarsi di un incidente.
Alcune delle giovani avrebbero pianificato insieme la loro gravidanza, come parte di un patto segreto, per crescere i bambini in una specie di comune femminile. Giornalisti da ogni dove accorrono nel tentativo di trovare una spiegazione per un patto di maternità così sconvolgente: una di loro confessa di aver voluto creare un piccolo mondo nuovo dopo aver assistito a un femminicidio.
Ha raccontato Marta Cuscunà: "Ho continuato a cercare notizie su Gloucester, per capire in che contesto sociale aveva potuto mettere radici l’idea di un patto di maternità così sconvolgente. Il capo della polizia di Gloucester ha rivelato come non passasse letteralmente giorno senza che il suo dipartimento ricevesse una segnalazione di violenza maschile in famiglia. I dati che fornisce sono impressionanti: 380 chiamate per violenza domestica in un anno (più di una al giorno) e 179 arresti. In una cittadina di 30mila abitanti. Questa situazione ha spinto 500 uomini a organizzare una marcia nelle strade della cittadina per sensibilizzare la comunità al problema. Uomini contro la violenza, così si sono autodefiniti". E ha spiegato: "L’idea che sta alla base di Sorry, boys è che a Gloucester, la contestualità tra il patto di maternità delle 18 ragazze e la marcia degli uomini contro la violenza maschile, non sia stata una coincidenza ma che abbia a che fare con il modello di mascolinità che la società impone agli uomini".