FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Peppe Vessicchio e lo Zecchino d'oro: "La musica dei bambini non ha nulla da invidiare al mondo degli adulti"

Eʼ uscito "Come i pesci, gli elefanti e le tigri", canzone scritta da Tommaso Paradiso e di cui il maestro ha curato le parti vocali. Tgcom24 ne ha parlato con lui

Peppe Vessicchio e lo Zecchino d'oro:
ufficio-stampa

Si intitola "Come i pesci, gli elefanti e le tigri" la nuova canzone interpretata dal Piccolo Coro dell'Antoniano.

Negli ultimi anni lo Zecchino d'oro ha incrociato la strada con affermati artisti pop: quest'anno è toccato a Tommaso Paradiso, che firma il pezzo. A curare gli arrangiamenti delle parti corali è invece il maestro Peppe Vessicchio. "Sminuente? - dice a Tgcom24 -. Per nulla, la musica per bambini ha una lunga tradizione".

La dimostrazione che la cultura musicale alta e quella per ragazzi non sono due mondi separati ma possono trovare spazi di condivisione. Questo singolo è la nuova tappa di un percorso iniziato alcuni anni fa, quando l'Antoniano ha deciso di riposizionare il proprio Coro all'interno della scena musicale italiana, valorizzandone l'impronta contemporanea attraverso contaminazioni musicali e collaborazioni con artisti di diversa formazione e provenienza tra cui Francesca Michielin, Ghemon, Gio Evan, Claver Gold, Frankie hi-nrg mc, Petra Magoni, LaSabri. Con Lo Stato Sociale il Coro ha duettato nel 2018 sul palco del teatro Ariston a Sanremo, palco che aveva già toccato l'anno precedente, su invito di Carlo Conti (Direttore Artistico dello Zecchino d'Oro), cantando un medley di indimenticabili successi del proprio repertorio. Da qui alla collaborazione con Calcutta il passo è stato breve: lo scorso febbraio, in occasione del suo concerto bolognese, il Piccolo Coro ha interpretato un'originale versione del brano “Oroscopo”.

Peppe Vessicchio e lo Zecchino d'oro:
ufficio-stampa

Maestro Vessicchio, al suo prestigioso curriculum ora si è aggiunto anche il mondo dei piccoli...
Sono ormai tre anni che mi occupo dello Zecchino. Fu una proposta fatta quasi con il timore di scandalizzarmi. Invece accettai molto volentieri. Nella cultura classica il mondo dell'infanzia è stato sempre presentissimo. Forse da un punto di vista meramente commerciale uno potrebbe pensare che sia sminuente, ma oggi come oggi addirittura lo Zecchino ha uno zoccolo duro di vendita di supporti fisici invidiabile anche dagli artisti più blasonati.

Com'è misurarsi con il mondo dei piccoli?
E' molto interessante. E' un mondo in cui l'intelligenza va proiettata avanti e tutti gli elementi, anche se semplici, alla fine devono avere come obiettivo la provocazione dell'intelligenza. Si parte dagli elementi che sono a loro vicini, l'animaletto, l'ambito familiare. Ma è divertente il modo in cui si può mescolare la materia e provocarli. A volte sono loro che provocano noi. Gli autori prendono sempre più spunti da queste nuove realtà che i bambini manifestano. Adesso che hanno l'uso della telematica e del mondo elettronico. Sono tutti elementi che concorrono al fascino di questo gioco. 

Ha arrangiato le parti corali. Che diffrenze ci sono dal lavorare con degli adulti?
In realtà è uno straordinario esercizio che in termini musicali si chiama "la condotta delle parti". Ogni singola voce del coro se trova logico il proprio percorso, anche all'interno dell'armonia, più facilmente partecipa alla coralità. Se lasciamo la coerenza della propria parte vissuta da chi la esprime, il risultato è più forte. Se un difensore sa che sta difendendo la porta in una partita e più forte l'azione sinergica. I bambini richiedono questo tipo di attività perché essendo piccoli hanno bisogno più strumenti possibili per attaccarsi alla propria parte. E più forte è la coerenza che percepiscono e più elevata è la resa. 

E' più complicato farsi capire da dai bambini?
Io mi sono sforzato di entrare nella loro testa e di alzare l'asticella per certi aspetti del loro modo di affrontare la musica. A volte accedere anche a una polifonia più complessa, dove si può apprezzare il risultato senza che questo vada a intaccare la semplicità dei brani. Da un lato siamo portati a cercare vie per loro più coerenti, farli sentire partecipi di ciò che accade.

Tra gli anni 70 e 80 la nostra discografia ha dato grande spazio alla musica per bambini e vi sono cimentati autori come Bruno Lauzi o Sergio Endrigo. Oggi sempre più una nicchia. Come mai?
Non è un problema di discografia. Se c'è crisi questa è evidente in tutto il mondo canzone, sia in quello adulto che in quello dei piccoli. Gli autori sapevano che cimentarsi nella canzone dei piccoli era una prova da superare perché la letteratura del mondo dei piccoli e una letteratura importante, affrontata dai grandi scrittori ma anche dai grandi musicisti. "Pierino e il lupo" è una delle prove più elevate da questo punto di vista. Una volta l'idea di usare gli strumenti della semplicità per veicolare concetti profondi era una bella occasione per chi scriveva musica. Pensiamo a Endrigo e a Vinicius de Moraes, uno dei più grandi poeti del novecento. Ci hanno regalato canzoni che addirittura erano destinate al mercato degli adulti. "Ci vuole un fiore" era destinata al mercato degli adulti, quasi rompendo qualsiasi barriera tra i due mondi. Che poi è quello che sta capitando a me. La mia idea è che conservino la dignità della persona adulta come professionista pur appartenendo a un mondo nel quale vanno rispettate tutta una serie di accortezze.

Peppe Vessicchio e lo Zecchino d'oro:
ufficio-stampa