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"Majakovskij - l'incidente è chiuso", un poeta e un uomo al servizio dell'utopia

Dal 21 novembre al 2 dicembre in scena uno spettacolo di teatro poetico con Giovanna Bozzolo

"Majakovskij - l'incidente è chiuso", un poeta e un uomo al servizio dell’utopia<br />
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Ufficio stampa

"Majakovskij – L’incidente è chiuso" arriva sul palco del Franco Parenti di Milano dal 21 novembre al 2 dicembre con la regia di di Daniele Abbado.

Uno spettacolo che è una libera interpretazione dell'opera del poeta di Giuliano Corti, Luca Scarzella e Daniele Abbado, narrata da Giovanna Bozzolo, che ne impersona la voce poetica, il suo smisurato bisogno di verità e di amore, la sua anima nobile di grande provocatore al servizio dell’utopia.

"Majakovskij - l'incidente è chiuso", un poeta e un uomo al servizio dell’utopia<br />
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Tgcom24

 

"Majakovskij – L’incidente è chiuso" ripercorre in nove tappe la vita e l'opera del poeta  dà voce al personaggio pubblico e all’uomo per scoprire, oltre ai limiti della storia della letteratura e della biografia, quelle parole che gli stereotipi espressivi scacciano dalla dimora del senso. Quando il linguaggio si fa smorfia e piaggeria, quando la canzone diventa consolatoria, falsificando i sentimenti, allora la poesia tace.

Lo spettacolo rievoca la figura di Majakovskij all’interno di un percorso in cui ricordi personali, testimonianze, testi e frammenti compongono una drammaturgia del coraggio della sperimentazione artistica portato fino alle esperienze più estreme. 
Una drammaturgia che si avvale della riscoperta di fotogrammi superstiti dei film interpretati da Majakovskij come attore e spezzoni ricavati dall’enorme arsenale di immagini del documentarismo sovietico degli anni in cui nasceva il linguaggio del cinema; con la nuova espressività cinematografica di Vertov ed Ejzenstejn, con la nascita del montaggio come lingua creata per raccontare la storia di un possibile popolo nuovo.


In scena il poeta compare nelle immagini fotografiche e cinematografiche che ci rimangono di lui mentre un’attrice, Giovanna Bozzolo, preceduta a suo tempo da Lucilla Morlacchi, impersona la sua voce poetica, il suo smisurato bisogno di verità e di amore, la sua anima nobile di grande provocatore al servizio dell’utopia.



Un poeta si è ucciso, si è sparato un colpo al cuore, forse proprio per spaccare la sorgente stessa dell’ispirazione poetica. L’amore per la vita e l’amore per la poesia sono la stessa cosa per Majakovskij: quando la parola manca, anche vivere diventa una mancanza insopportabile. 
Poesia d’amore, poesia di strada, poesia di piazza, poesia che parla ai singoli e ai milioni che ancora sognano un destino per tutta l’umanità.
Voci confuse affollano la scena del delitto, voci che tentano ostinatamente di rievocare la figura del poeta, voci stupite che non riescono a vedere nei versi del poeta e in tutta la sua opera il presagio di un suicidio annunciato.
A poco a poco la voce di Majakovskij ritrova le parole e il coraggio delle parole.

 

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