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Lodo Guenzi finisce nella "Trappola per topi" di Agatha Christie

Dal 7 al 19 novembre  al Teatro Manzoni di Milano va in scena la commedia simbolo della "regina del giallo” con la traduzione e l’adattamento di Edoardo Erba e la regia di Giorgio Gallione

Lodo Guenzi finisce nella "Trappola per topi" di Agatha Christie - foto 1
Federico Riva

Lodo Guenzi finisce nella "Trappola per topi" di Agatha Christie.

Dal 7 al 19 novembre approda infatti sul palco del Teatro Manzoni di Milano la commedia simbolo della "regina del giallo" con protagonista il frontman del gruppo Lo Stato Sociale. Alla regia Giorgio Gallione che si misura con un vero e proprio classico della letteratura teatrale con "rispetto, rigore e un pizzico di eccentricità", come spiega lui stesso precisando come "un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana", come descrive il testo originale, lasci tuttavia "spazio all’invenzione e alla sorpresa. In questo la scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza: metodo e follia".

Lodo Guenzi finisce nella "Trappola per topi" di Agatha Christie - foto 2
Tgcom24

La trama dello spettacolo a Milano, dopo il debutto al Duse 

 Il dramma si svolge in una una locanda nella campagna inglese. Mollie e Giles Ralston ricevono i loro primi cinque ospiti. Ma è in corso una bruttissima bufera di neve. La sera stessa la Radio trasmette la notizia di un omicidio avvenuto a Paddington, la vittima è un'anziana donna. Ognuno dei clienti sembra avere qualcosa da nascondere, qualche segreto forse legato a un fatto di sangue avvenuto molti anni prima. La locanda resta isolata a causa della tormenta e anche il telefono viene isolato, ma prima che ciò avvenga arriva alla pensione il sergente Trotter della polizia di Scotland Yard, in missione per proteggere ospiti e albergatori da un oscuro assassino psicopatico intenzionato a colpire nuovamente.

Poco dopo viene ucciso uno degli ospiti, la signora Boyle. Trotter indaga sull'assassinio e mette Mollie e Giles l'uno contro l'altro, facendo in entrambi sorgere il sospetto che l'altro abbia una relazione extra-coniugale.

 

Fotogallery - Lodo Guenzi in "Trappola per topi"

 


Lodo Guenzi e il teatro

 "Il teatro è il posto dove mi sento più libero",  spiega Lodo Guenzi: "Dove mi sento più padrone della scena. Soprattutto con un testo ironico e tradotto in italiano come Trappola per topi, un giorno puoi sentirti di dire una battuta in una maniera diversa o aggiungere qualcosa di più ricco, sorprendente, a secondo anche dell'energia che ti arriva dal pubblico. E te lo puoi permettere. Tutti noi da bambini abbiamo subito dei traumi, piccoli o grandi, è inevitabile e tutti noi siamo dei potenziali assassini, potenziali colpevoli, o conniventi. Questa è la cosa veramente attuale e interessante di questo testo, soprattutto in una società che oggi, per una forma di pulizia della coscienza molto commerciale, decide di separare in maniera netta i colpevoli dalle vittime. Trappola per topi ci dice che, anche se esiste materialmente un assassino, i presenti sulla scena non sono del tutto innocenti".


"Trappola per topi" e l'uomo contemporaneo

  Da quel 25 novembre 1952 in cui andò in scena all’Ambassadors Theatre di Londra per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie, sono passati 70 anni di ininterrotte repliche di questa meravigliosa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. "Non ho avuto dubbi ad accettare",scrive Gallione nelle note di regia: "Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare".

E un'altra considerazione fatta dal regista è sulla contemporaneità del racconto: "Nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già visto, un po’ calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè. Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione dell’Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa. In questo la scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. Come sempre: metodo e follia. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico.

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