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Justin Bieber e l'abuso di droghe: "Le guardie del corpo mi controllavano il polso per capire se ero ancora vivo"

Il cantante si racconta a GQ e parla del suo percorso di redenzione grazie all'amore di Hailey e alla fede

Justin Bieber si racconta in una lunga intervista per il magazine GQ, che gli dedica la copertina e un servizio fotografico. Il cantante, 27 anni, svela i lati oscuri del suo passato parlando di Dio e di sua moglie Hailey Baldwin, di dipendenze e di depressione, di musica e lotte interiori, non ancora del tutto risolte. E del periodo buio in cui il suo abuso di droga aveva raggiunto l'apice dice: "Le mie guardie del corpo mi tenevano d'occhio quando dormivo e controllavano il mio polso per capire se respiravo ancora...".

"Avevo perso il controllo della mia vita per la mia carriera»", racconta la popstar, che da adolescente ribelle e selvaggio si è trasformato in un uomo più consapevole e illuminato. 
E proprio su questa trasformazione, per la quale ringrazia sua moglie Hailey Baldwin, ma anche la sua fede in Dio, che Bieber si sofferma.

 

 

"Ho una moglie che adoro, dalla quale mi sento confortato. Mi sento al sicuro. Sento che il mio rapporto con Dio è meraviglioso. E ho questa effusione d'amore che voglio poter condividere con le persone", racconta.  Ma non è stato sempre così. La fama mondiale, arrivata quando Bieber era ancora poco più che un ragazzino, lo ha completamente travolto. 

 


"Era come se avessi avuto tutto questo successo ed era ancora tipo: sono ancora triste, e soffro ancora. E ho ancora questi problemi irrisolti. E così per me, i farmaci e la droga erano diventati un agente paralizzante per andare avanti". 

Nel novembre 2018 Bieber annuncia di aver sposato Hailey Baldwin. Poi, nel marzo 2019 di volersi prendere del tempo lontano dalla musica per concentrarsi sulla sua salute mentale. Nel giugno 2020 rivela di soffrire della malattia di Lyme. 

 


In quanto alla sua relazione con Hailey il cantante svela di come il primo anno insieme sia stato particolarmente difficile: "Non è sempre andato a gonfie vele", afferma, 
"C'era molto in ballo, molti traumi dal passato. C'era semplicemente mancanza di fiducia. C'erano tutte queste cose che non vuoi ammettere alla persona con cui stai, perché fa paura. Non vuoi spaventare l'altro dicendo: 'Sono spaventato'".

 


Poi è arrivata la fede: "Ad un certo punto ho pensato, 'Dio, se sei reale, ho bisogno che tu mi aiuti, perché non posso farlo da solo. Sto lottando molto duramente. Pensavo, tipo: 'Che cosa vuoi da me? Metti tutti questi desideri nel mio cuore per farmi cantare, esibire e fare musica, da dove vengono? Perché sono nel mio cuore? Qual è il punto? Qual è il punto di tutto? Qual è il significato della mia presenza su questo pianeta?".

Oggi Justin si sente molto più sicuro di sé e pronto ad allargare la famiglia.


"Non voglio lasciare che la vergogna per il mio passato determini ciò che sono in grado di fare ora per gli altri. Molte persone lasciano che il loro passato li appesantisca e non fanno mai quello che vogliono perché pensano di non essere abbastanza bravi. Ma io dico solo: 'Ho fatto un mucchio di stupidaggini. Va bene. Ma sono ancora disponibile ad aiutare. E sono ancora degno di aiutare”.

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