INTERVISTA

Jesus and Mary Chain, l'iconica band torna in Italia e promette un nuovo disco

Tgcom24 ha incontrato il mitico gruppo scozzese fondato dai fratelli William e Jim Reid nel lontano 1985. Per loro due date a maggio e una in agosto

02 Mag 2018 - 14:33
 © ufficio-stampa

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Tornano in Italia per alcuni concerti i Jesus And Mary Chain, band di culto degli anni 80 guidata dai fratelli Reid. Hanno pubblicato nel 2017, a diciannove anni dal precedente, un nuovo disco, "Damage And Joy". Originari di Glasgow, il loro sound noise-pop è diventato una vera icone di stile musicale e sono tornati sulle scene dopo la reunion del 2007. Tgcom24 ha intervistato il frontman Jim Reid in attesa di vederli dal vivo il 22 maggio a Genova (Piazza delle Feste), il 23 a Roma (Orion Club) e il 12 agosto al festival siciliano Ypsigrock.

Dalla reunion del 2007 al nuovo disco sono passati diversi anni in cui si è accresciuto il peso specifico della vostra musica sulla bilancia del pop contemporaneo: sono nate tante band epigone e c'è stato un ritorno di fiamma dello shoegaze. Con che peso, responsabilità e carico di attesa esterna avete poi prodotto il nuovo materiale per il disco del 2017?
Abbiamo fatto "Damage and Joy" nello stesso modo in cui abbiamo fatto gli altri album: non pensiamo troppo alle aspettative delle altre persone o a quale sia il nostro posto nello schema delle cose. E' davvero molto semplice, il programma è: facciamo il miglior album dei Mary Chain possibile.

Quanto è stato importante il film "Lost in Translation" per voi?
Era un bel film e nel momento in cui abbiamo acconsentito all'utilizzo di "Just Like Honey" non ci abbiamo pensato troppo, ma il film ha funzionato bene e hanno usato la canzone in un punto cruciale, e non posso negare che ci ha fatto guadagnare più di qualche nuovo fan.

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Dalla reunion ai primi annunci di lavorazione su nuovi pezzi: quali sono stati i motivi che vi hanno trattenuto tutto questo tempo dal pubblicare un nuovo album?
C'era sempre il progetto di fare un nuovo album quando ci siamo riformati, ma i motivi per cui c'è voluto così tanto tempo dipendono probabilmente da me. Ero preoccupato che saremmo finiti di nuovo in una situazione simile a quella della registrazione di "Munki", che mi ha quasi portato all'esaurimento nervoso. Continuavo a trovare scuse e ritardare, ma alla fine un giorno ho pensato "'fanculo" e ho fatto il grande passo. E' successo l'opposto di quello che immaginavo; io e William siamo andati molto d'accordo e ci siamo legati in un modo in cui non lo eravamo da un bel po' di tempo.

"Damage and Joy" potrebbe essere una nuova tranche di carriera? Ci possiamo attendere nuova musica da parte dei Jesus And Mary Chain dopo l'album dello scorso anno?
Non vedo perché no. Come ho detto, la registrazione non è stata il trauma che mi aspettavo, e abbiamo materiale per un nuovo album, quindi...

Dalla nascita della band a quando vi siete separati, e da quando vi siete riuniti ad oggi la musica nel Regno Unito ha passato delle fasi cruciali. Penso al post punk e al britpop, passando dalla vostra rivoluzione sonora. Questi ultimi anni invece? Cosa vi piace e cosa non sopportate?
Non ascolto molta musica perché trovo che quando lo faccio resto sempre deluso. Ho qualche migliaio di album - abbastanza per durare per il resto della mia vita. Quando hai ascoltato Bowie, i Beatles e i Joy Division, le band che gli somigliano semplicemente non sembrano funzionare. C'è un gruppo di Philadelphia che mi piace, si chiamano Cobbs, non sono nuovissimi ma sono abbastanza buoni. Mi piacciono anche i Kills, i Warlock e una band australiana che si chiama Babe Rainbow.

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