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I 30 anni di "Nevermind", l'album epocale dei Nirvana

Il 24 settembre 1991 usciva nei negozi il secondo disco del trio capitanato da Kurt Cobain: rivoluzionario, spartiacque e manifesto di una generazione

Cos'è un album che intercetta lo spirito del tempo, dà voce a fermenti e tormenti, sposta in avanti gli orologi del tempo, trasforma gli elementi di riferimento in qualcosa di nuovo, chiude un'epoca e ne apre una nuova? Epocale. Parola spesso abusata al giorno d'oggi ma che in questo caso descrive perfettamente quello che è stato "Nevermind" dei Nirvana, disco rivoluzionario che ha cambiato le regole del gioco musicale, cogliendo di sorpresa l'industria e diventando il manifesto definitivo della Generazione X. Il 24 settembre 1991 usciva nei negozi e proprio con il passare del tempo, con i suoi 30 anni sulle spalle, voltandosi indietro si coglie la sua importanza per come sia stato uno spartiacque musicale difficile da dimenticare.

 

 

"Nevermind" è il secondo disco in studio di Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl dopo "Bleach", ma il primo che li fece diventare un fenomeno mondiale. Nel giro di qualche settimana vendette migliaia di copie (è arrivato a più di 30 milioni di copie e nei piani doveva raggiungere le 250mila di vendite) conquistando le classifiche di tutto il globo e spodestando addirittura Michael Jackson dalla vetta della US Billboard Album Chart, come simbologia più che perfetta della rivoluzione di quei 13 brani.

 

IPA

 

L'effetto fu devastante ed elettrizzante al tempo stesso: la musica indie da fenomeno marginale diventò il centro propulsore della scena musicale, creando un nuovo (ricchissimo) mercato e portando in primo piano personaggi e figure cresciute nel rifiuto dell'establishment e dell'industria. E rappresentando anche un momento particolare in cui la provincia diventa protagonista, con in più la consapevolezza che per diventare rockstar non serve una gran bagaglio tecnico ma creatività e attitudine. 



I primi 30 secondi di "Smells like teen spirits" sono già da soli un manifesto e un concentrato di quelle canzoni contenute del disco, in cui rumore e melodia si intrecciavano alla rabbia repressa, all'immaginario slackers (il "never mind", "non importa", contrapposto all'agire) e allo struggimento interiore. I Nirvana furono in quel momento l'immagine e l'immaginario di un'intera generazione, catalizzatori di una scena rock che era stanca dei plasticosi anni ottanta e voleva far sentire la propria voce. Anzi il proprio urlo. Grazie a quell'album, in quel momento Seattle si trasformò nella capitale mondiale del nuovo rock, e il grunge diventò una sorta di empirica filosofia di vita, oltre che uno stile.

 

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