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Francesco Baccini, dai grandi successi degli anni 90 agli ultimi lavori

Per un decennio tra i cantautori di maggior successo, si è poi diviso tra recitazione e musica, con un repertorio più ricercato. E un'esperienza di reality show finita in maniera burrascosa...


Francesco Baccini, dai grandi successi degli anni 90 agli ultimi lavori - foto 1
IPA

Tra la fine degli anni 80 e la prima metà degli anni 90 è stato uno dei cantautori italiani di maggior successo.

Francesco Baccini, genovese doc, ha segnato con le sue canzoni, caratterizzate sempre da un velo di ironia, almeno un lustro: da "Le donne di Modena" a "Ho voglia di innamorarmi", passando per "Qua Qua Quando" e "Sotto questo sole", cantata con I ladri di biciclette di Paolo Belli e con cui nel 1990 ha vinto il Festivalbar, ha lasciato un segno importante. Negli anni la sua popolarità si è un po' offuscata anche se Baccini ha continuato a pubblicare album e si è messo anche alla prova come attore.

 

Francesco Baccini, dai grandi successi degli anni 90 agli ultimi lavori - foto 2
Tgcom24

Il debutto come cantante e il primo album

  Nato a Genova il 4 ottobre 1960, Francesco Baccini si è avvicinato alla musica fin da bambino studiando pianoforte. Il rock e la musica leggera sono poi arrivati a 20 anni. All'inizio alterna la musica alla sua professione di camallo al porto di Genova, poi le note prendono il sopravvento. La sua prima esperienza nella discografia è con un singolo pubblicato con lo pseudonimo di Espressione Musica, nel 1988, mentre l'anno successivo si fa conoscere al grande pubblico con il suo album d'esordio "Cartoons", che gli vale il premio come rivelazione a Saint Vincent e la Targa Tenco come migliore opera prima. Tra le canzoni di questo album spicca "Figlio unico", che vince Un disco per l'estate.

 

Il grande successo con le canzoni di inizio anni 90

 Nel 1990 pubblica il suo secondo album, "Il pianoforte non è il mio forte", che contiene il duetto "Genova blues" con Fabrizio De André, suo amico e grande maestro, e il singolo "Le donne di Modena". Nello stesso anno vince il Festivalbar con il brano "Sotto questo sole", cantato insieme a Paolo Belli e i Ladri di Biciclette. Nel 1991 scrive e canta l'inno del Genoa, la sua squadra del cuore. Nel 1992 raggiunge il suo maggior successo commerciale con l'album "Nomi e cognomi", che contiene la canzone "Giulio Andreotti", una satira politica che riflette lo scandalo di Tangentopoli che travolge la classe dirigente dell'epoca. Nel 1993 pubblica "Nudo", che segna un distacco dal filone della canzone ironica e contiene uno dei suoi più grandi successi, "Ho voglia d'innamorarmi". Insieme al disco esce anche un libro omonimo in cui Baccini raccoglie pensieri e storie dei suoi primi anni di vita e di musica. Da questo momento la sua attività inizia a diradarsi: nel 1996 pubblica "Baccini a colori", che ottiene un riscontro di nicchia, mentre l'anno seguente si presenta al Festival di Sanremo 1997 con il brano"Senza tù" (ironica parodia dei brani tipicamente sanremesi).

 

Gli anni 2000 e l'esperienza a "Musica Farm": Baccini si era innamorato di Dolcenera?

 Con gli anni Duemila iniziano le difficoltà. Nel 2001 pubblica "Forza Francesco!", un disco per il quale entra in conflitto con la casa discografica che nel giro di pochi mesi mette fuori catalogo il lavoro. Si mette quindi alla prova con il teatro e anche con la televisione. Nel 2005 tenta la via del reality tv con il programma "Music Farm", che finisce però in maniera burrascosa: inizialmente lega molto con Dolcenera finendo per prendere una sbandata non ricambiata dalla cantante, il rapporto lo mette in forte crisi e alla fine, con i nervi a pezzi, viene escluso per una bestemmia pronunciata in diretta. In un'intervista di alcuni anni dopo avrebbe spiegato così l'accaduto: "In realtà ero io che stavo diventando matto, gli amici che mi vedevano in tv non mi riconoscevano più. Eravamo in cattività, tutto era alterato, anche i sentimenti".

 

Il ritorno al Festival di Sanremo e gli anni seguenti

 Nel 2006 torna al Festival di Sanremo per duettare con Povia (con cui successivamente collaborerà più volte) su "Vorrei avere il becco", canzone che poi vincerà il Festival. Negli anni successivi continua a pubblicare album e a collaborare con altri artisti, come Ron, Edoardo Bennato, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Roberto Vecchioni, Lucio Dalla, Angelo Branduardi e molti altri. Anche se non riesce a recuperare il successo di grande pubblico dei primi anni 90, non perde l'affetto di una fan base affezionata oltre a ricevere diversi attestati dalla critica, come la menzione speciale al Premio Lunezia nel 2007. Si dedica anche a una riscoperta dell'opera di Luigi Tenco, che si concretizza in uno spettacolo teatrale e in un album. Il suo ultimo lavoro è "Archi e frecce", del 2023. 

 

Vita privata e figlio

 Sulla sua vita sentimentale si conoscono pochi dettagli. Francesco Baccini non è sposato ma ha un figlio di nome Micheal.

 

La discografia di Francesco Baccini

- Cartoons (1989)

- Il pianoforte non è il mio forte (1990)

- Nomi e cognomi (1992)

- Nudo (1993)

- Baccini a colori (1996)

- Nostra signora degli autogrill (1999)

- Forza Francesco! (2001)

- ...stasera teatro! (2005)

- Fra..gi..le (2006)

- Dalla parte di Caino (2007)

- Uniti (con Povia) (2008)

- Baccini canta Tenco (2012)

- Chewing gum blues (con Sergio Caputo) (2017)

- Baccini Project colonna sonora del film "Credo in un solo padre" (2021)

- Archi e frecce (2023)

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