Al Manzoni di Milano

Dal film di Dino Risi al palcoscenico: "Il vedovo" rinasce con Massimo Ghini

Lo spettacolo teatrale dall'11 al 23 novembre

10 Nov 2025 - 16:44
 © Ufficio stampa

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Dopo il debutto della scorsa stagione, "Il vedovo", tratto dal celebre film di Dino Risi, torna ora sul palcoscenico in una nuova edizione diretta da Massimo Ghini, che ne è anche protagonista nel ruolo che fu di Alberto Sordi. Lo spettacolo, frutto dell'adattamento teatrale di Ennio Coltorti e Gianni Clementi, ripropone con eleganza e ironia corrosiva il capolavoro della commedia all'italiana, trasformandolo in un racconto capace di parlare al presente con precisione e lucidità. 

Massimo Ghini firma la nuova versione teatrale de "Il vedovo"

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Un cast corale e una sfida d'eleganza

 Accanto a Ghini, Galatea Ranzi offre una prova di grande intensità nel ruolo della moglie borghese, personaggio raffinato e complesso che infrange ogni stereotipo, rivelando una lucida spietatezza. Con loro sul palco anche Pier Luigi Misasi, Leonardo Ghini, Giulia Piermarini, Diego Sebastian Misasi, Tony Rucco e Luca Scapparone, interpreti di un mosaico umano che alterna comicità e malinconia, cinismo e disincanto.
Le musiche di Davide Cavuti e i costumi di Paola Romani contribuiscono a costruire un'atmosfera coerente e raffinata, in perfetta sintonia con la regia di Ghini, che restituisce ritmo e vitalità alla commedia senza tradirne lo spirito originario.

Dalla pellicola al palcoscenico: la trama

 In scena prende vita la storia di Alberto Nardi, industriale romano megalomane e sfortunato negli affari, sposato per interesse con una donna ricca e spregiudicata. Perennemente inseguito dai creditori, Nardi si rivolge alla moglie ogni volta che ha bisogno di denaro o firme per sostenere le sue iniziative fallimentari. La donna, perfettamente consapevole dell'inettitudine del marito, non solo rifiuta di aiutarlo ma lo umilia apertamente, chiamandolo "cretinetti" anche in pubblico. Dietro l’anonimato, continua a prestargli denaro attraverso l’intermediario commendator Lambertoni, aggravandone la rovina con interessi usurai. Disperato e incapace di cambiare destino, Nardi elabora piani assurdi per liberarsi della moglie e ottenere la sua eredità. Da qui si sviluppa una girandola di equivoci e situazioni paradossali che hanno reso Il vedovo uno dei massimi esempi della commedia all’italiana, con il tono amaro e irresistibile che rese immortali Sordi e Franca Valeri nel film del 1959.
"Un protofemminicidio" definisce Ghini l'omicidio che Alberto premedita e prepara insieme agli altri, in una "black comedy in cui sono tutti cattivi", come spiega l'attore e regista.

Un omaggio alla commedia all'italiana

 Nell’adattamento firmato da Clementi e Coltorti, l’azione è ambientata a Roma e assume una dimensione contemporanea. Ghini interpreta il suo personale Alberto Nardi, mentre Ranzi restituisce con profondità e ironia il personaggio originariamente interpretato da Franca Valeri. Lo spettacolo conserva la struttura del film, ma ne traduce le sequenze cinematografiche in ritmo teatrale, mantenendo intatto lo spirito originale e la sua feroce ironia. L’intento non è imitare, ma rendere omaggio a un classico senza tempo, riportandolo a nuova vita attraverso il linguaggio della scena. Come nel capolavoro di Risi, anche qui emergono i tratti dei "mostri" moderni — figure umane sospese tra egoismo e disillusione — che oggi appaiono ancora più attuali nel loro cinico desiderio di successo e apparenza. Il vedovo diventa così un viaggio nel passato che parla al presente: un tributo alla memoria culturale italiana e al suo inesauribile potere di rinnovarsi attraverso l’arte.