© Giada Cervini
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Dal 14 al 17 novembre la compagnia Kataklò porta in scena l'opera ideata da Jacopo Pozzi con la coreografia di Giulia Staccioli: un racconto tra mito, storia e sport
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Un viaggio tra mito, movimento e suggestione fiabesca che trasporta lo spettatore in un mondo sospeso tra realtà e immaginazione. "Circles - Il viaggio dei Giochi" approda al Teatro Carcano di Milano dal 14 al 17 novembre, dopo il debutto a Livigno, futura sede olimpica, per raccontare, anzi anticipare, l'appuntamento invernale tra la Lombardia e Cortina. Ed è un cocktail di musica, danza e colori che ci prepara ai Giochi 2026, in una prima straordinaria che si esprime con il linguaggio della fiaba contemporanea. Gli artisti del Kataklò Athletic Dance Theatre danno vita a un intreccio di ballo, acrobatica e narrazione con uno show, ideato da Jacopo Pozzi per la coreografia di Giulia Staccioli, che ripercorre la storia dell'uomo e dello sport.
Nato per celebrare il "meno un anno" rispetto all’inizio dei Giochi Olimpici invernali del 2026, "Circles" si ispira alla simbologia dei Cinque Cerchi, trasformandoli in altrettanti quadri che rappresentano le tappe di un viaggio dell'umanità tra sport e competizione. La scena, disegnata intorno a un palco circolare, accoglie la fisicità potente e poetica dei Kataklò, capaci di fondere gestualità atletica e linguaggio teatrale in un racconto che mette al centro l'uomo e lo sport, la competizione e il gioco nel tempo e nello spazio. Dall'antichità al futuro, ci si immerge in un viaggio tra storia e leggenda. A Milano assisteremo allo stesso spettacolo già andato in scena a Livigno, capitale del freestyle, disciplina acrobatica basata sulla liberà del gesto e sull'espressione individuale.
Il primo quadro esplora l’origine del gioco e del movimento come forma di conoscenza e sopravvivenza: all'inizio della sua "avventura" nella storia l'uomo, solo e smarrito, trova nel movimento e nel gioco la possibilità di cambiare il suo destino. Lo sport diventa quindi strumento di evoluzione e di emancipazione, un modo per conoscere il proprio corpo e il mondo che lo circonda. E allo stesso tempo un linguaggio primordiale che accompagna l'uomo nel suo cammino di crescita.
Il secondo quadro celebra poi la nascita delle Olimpiadi moderne, "il solo luogo al mondo dove cronaca e storia si materializzano nello stesso istante", come ricorda il narratore in scena. In questo passaggio la danza si fa coralità, e il palco si trasforma nel più grande playground del pianeta, attraversato dai colori olimpici.
La narrazione si trasforma quindi, nel suo terzo quadro, in una riflessione sul rapporto tra uomo, natura e montagna, con Livigno come protagonista simbolico e reale. In questa sezione, le coreografie diventano ancora più intense, evocando la fatica della scalata, il contatto con la natura e la conquista delle vette. La montagna, nella visione degli autori, è un’entità viva, custode di memoria e di identità. Il racconto si intreccia con la storia di Livigno, comunità che ha saputo trasformare le caratteristiche dure della sua natura in opportunità fino a diventare una delle capitali mondiali del freestyle.
Il quarto e il quinto quadro aprono uno sguardo sul presente e sul futuro, dove la montagna diventa alleata delle nuove generazioni. La nascita del freestyle rappresenta il gesto libero per eccellenza, la ricerca della leggerezza e della creatività, simbolo di un mondo in continua evoluzione.
Cuore concettuale e visivo dello spettacolo, i Cinque Cerchi diventano la mappa del viaggio dell’umanità attraverso le epoche. Ognuno di essi rappresenta da una parte un continente, dall'altra una fase dell’evoluzione umana e spirituale: dalla sopravvivenza all’esplorazione, dalla sfida alla condivisione, fino alla libertà.
Giulia Staccioli, coreografa e regista, e Jacopo Pozzi, ideatore dello spettacolo, traducono questo simbolismo in linguaggio scenico, alternando movimento, narrazione e luce per dare forma a un ciclo che non si chiude mai davvero. Il cerchio viene interpretato come simbolo di un viaggio continuo, è l'immagine dell'uomo in cammino e della capacità dello sport di rinnovarsi nel tempo. Le luci di Marco Farneti e le musiche di autori vari accompagnano questa visione circolare, in cui la danza atletica dei Kataklò diventa linguaggio universale tra corpi, luoghi e tempi. Ogni quadro si lega al successivo in un fluire continuo, fino al momento finale, in cui la scena si apre al pubblico come un sesto cerchio simbolico: quello dello spettatore, chiamato a completare il viaggio.
Il finale, di grande intensità emotiva, rompe la quarta parete e coinvolge il pubblico in una riflessione collettiva sul valore dello sport come patrimonio umano e sociale. I Giochi 2026 diventano dunque l'espressione del viaggio di una comunità attraverso lo sport, che si esprime al suo meglio nei Cinque Cerchi della vita.
Circles - Il viaggio dei Giochi
Dal 14 al 17 novembre 2025: 14 alle 19:30, 15 alle 20:30, 16 alle 16:30
Al Teatro Carcano, Milano
Coreografie e regia: Giulia Staccioli
Testi e drammaturgia: Jacopo Pozzi
In scena: Kataklò Athletic Dance Theatre e Jacopo Pozzi
Assistente alle coreografie: Irene Saltarelli
Disegno luci: Marco Farneti
Musiche: AA.VV.
Produzione: Livigno