Tra ribellione, ironia e omaggi ecco come il mondo della musica ha trattato Sua Maestà
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La Regina Elisabetta è morta a 96 anni e durante i suoi 70 anni di regno è diventata anche una figura importante nella cultura pop britannica e mondiale. Il mondo della musica, nel bene e nel male, ha celebrato la sovrana, tra omaggi o più spesso in netta opposizione e critica alla monarchia. Diversi sono i brani entrati nella storia della musica contemporanea che parlano di lei come "God save the Queen" o "The Queen is dead".
"God Save the Queen" Sex Pistols (1977) - Impossibile non partire da qui. La più celebre canzone contro la Regina Elisabetta è sicuramente quella dei Sex Pistols. Il brano è stato pubblicato nel venticinquesimo anniversario del regno che coincideva con l'anno domini del punk britannico. Il singolo, incluso nell'unico album della band, "Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols", parafrasa l'inno nazionale diventando un attacco diretto alla monarchia e alla figura della regina, già a partire dalla copertina del singolo a opera di Jamie Reid. Per poi continuare con le parole non troppo velate: "Dio salvi la Regina/e il regime fascista/Hanno fatto di te un deficiente/una potenziale bomba H".
"Her Majesty" The Beatles (1969) - Facciamo un passo indietro di qualche anno. "Her Majesty" è la canzone che chiude album "Abbey Road" dei Beatles. La ghost track, che non compare nell'elenco delle canzoni, è dedicata a Sua Maestà. Venticinque secondi (canzone più breve dei Beatles) di dolcezza pop e ironia, per Paul McCartney la regina è "una ragazza carina", anche se "non ha molto da dire". E poi: "Voglio dirle che la amo un sacco, ma mi dovrei riempire di vino. Un giorno la farò mia". Nel 2002 lo stesso McCartney l'ha eseguita per il cinquantesimo anniversario dell'incoronazione di Elisabetta.
"Royalty" The Exploited (1981) - Tutto il mondo punk britannico ha ovviamente fatto riferimento alla Regina Elisabetta nei loro brani spietatamente critici e dissacranti, dai Crass ai Discharge e GBH. Tra questi la canzone "Royalty" degli Exploited, dal loro album "Punk's Not Dead", parla della regina come di una "dirty little bitch" e una "fucking little cow".
"The Queen Is Dead" The Smiths (1986) - Morrissey non ha mai esattamente amato la monarchia inglese. La title track e il terzo album degli Smiths avevano lo stesso provocatorio titolo. Le parole sarcastiche e dissacranti del brano venivano indirizzate contro la corona d'Inghilterra, Elisabetta II e il figlio Carlo ("Dico, Charles, non desidereresti mai apparire sulla copertina del Daily Mail/vestito con il velo da sposa di tua madre?"). La canzone si chiude con la frase ripetuta: "La vita è lunghissima quando sei sola". Riferimento al suo regno solitario.
"Flag Day" The Housemartins (1986) - Nel disco d’esordio di una delle migliori indie band pop britanniche, un brano ne aveva apertamente per la sovrana, che era rappresentante di un Paese che soffriva per la crisi e il costo della vita schiacciava i sudditi. "Prova a scuotere una scatola davanti alla regina / Perché la sua borsa è grassa e le cuciture scoppiano / È una perdita di tempo se capisci cosa significa", cantavano gli Housemartins.
“Elizabeth My Dear” The Stone Roses (1989) - Non lasciatevi ingannare dal titolo. Il cantante degli Stone Roses, Ian Brown, non amava proprio la Regina Elisabetta. In una brano brevissimo, e su una melodia dolce, Ian canta che non sarà mai in pace "finché non avrai perso il trono", con ostilità, non nascondendo il disprezzo nella sua voce.
"Dreaming of the Queen" Pet Shop Boys (1993) - All'interno dell'album "Very", il duo electropop ha dedicato un brano onirico alla Regina Elisabetta. Neil Tennant canta del sogno di una pausa tè con la sovrana e Lady Diana. Nel testo la considerazione della regina: "L’amore non sembra mai durare, per quanto ti impegni”, in un momento di piena crisi del matrimonio tra il figlio Carlo e Diana.