mito controverso

Addio a Brigitte Bardot, icona anticonformista del cinema francese

Da femme fatale protagonista sul grande schermo negli anni 50 e 60 a paladina degli animali dopo il ritiro 50 anni fa

28 Dic 2025 - 11:43
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© Italy Photo Press
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E' morta Brigitte Bardot. Bella e ribelle, il suo mito nacque nel 1956 con il film scandalo di Roger Vadim "Piace a troppi" ("Et Dieu... créa la femme"). E' stata attrice, femme fatale, icona, donna volitiva e dalle scelte che ha portato prima sullo schermo e poi nelle molte battaglie a fianco degli animalisti a cui ha votato la sua seconda vita, mentre erano trascorsi più di 50 anni dalla sua ultima apparizione sul grande schermo. 

B.B. e il cinema: successo e mito

  Era nata a Parigi il 28 settembre 1934 da una agiata famiglia borghese. Con un padre che le impartisce un'educazione severa e strettamente cattolica, trova serenità solo nei corsi di danza classica che la porteranno a iscriversi al Conservatorio, spinta dalla mamma. Il padre si divertiva e riprenderla in molti filmini amatoriali e lei stessa si accorse della sua fotogenia naturale, accentuata da una malattia infantile (l'ambliopia) che le regalava uno sguardo incerto e smarrito. La direttrice di Elle, amica di famiglia, la convinse a fare qualche servizio fotografico e, in breve, la ragazzina si scoprì idolo degli adolescenti. In casa passavano intellettuali e artisti e un grande talent scout come il regista Marc Allegret la scritturò per un provino: Brigitte era ancora minorenne e sul set perse la testa (ricambiata) per l'assistente alla regia Roger Vadim con cui andò a vivere e che sarebbe stato poi il suo vero pigmalione. Si sposeranno nel 1952 e lui la farà debuttare nello stesso anno nella commedia popolare "Le trou normand". Per il cinema europeo erano anni di grande cambiamento dopo la stagione del dopoguerra e si facevano largo nuovi idoli del pubblico: in Italia le "maggiorate", in Francia le ragazze scanzonate. Brigitte passava senza troppa convinzione, da un set all'altro (per pagare l'affitto) finché proprio Allegret le affidò un ruolo importante in "Ragazze folli" (1955).

Brigitte Bardot, i suoi look moda e beauty più iconici

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© IPA  | Brigitte Bardot 
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Subito dopo René Clair la chiamò per "Grandi manovre", ma la svolta porta la firma di Vadim al debutto come regista nel 1956: "Piace a troppi" suscita scandalo, viene visto in America, e B.B. si trova a essere l'alternativa europea a Marilyn Monroe. Sono entrambe prorompenti, bionde, senza complessi, celano un disagio profondo che contribuisce a renderle seducenti e inafferrabili. Su quel set però incontra Jean-Louis Trintignant e i due si innamorano. Sarà la fine del matrimonio con Vadim che però non smetterà mai di essere a fianco della donna che ha fatto la sua fortuna, specie quando il vento della Nouvelle Vague comincia a soffiare e il giovane regista ne adotta lo stile, da "Gli amanti del chiaro di luna" a "Il riposo del guerriero" che nel 1962 suscita un nuovo scandalo internazionale per il personaggio di Geneviève, amante folle e indifferente alle convenzioni borghesi.

Intanto il mito di Brigitte aveva superato definitivamente i confini nazionali e le perplessità della critica: "La ragazza del peccato" di Claude Autant-Lara, "Babette va alla guerra" di Christian-Jacque, "La verità" di Henri Georges Clouzot avevano fatto di lei un'attrice di grande intensità e versatilità. Sono stati poi i maestri della Nouvelle Vague (Louis Malle per "Vita privata" e Jean-Luc Godard con "Il disprezzo") a farne l'emblema dei tempi nuovi. Dalla metà degli anni 60 al 1974 (l'anno dell'addio), la Bardot era poi diventata un "brand" di sicuro successo in quasi tutti i film, senza però che nessuno di questi abbia eguagliato la qualità del primo periodo.

L'addio al cinema

 Dal 1974 Brigitte Bardot aveva chiuso definitivamente con i riflettori. Nel 1992 aveva sposato Bernard D'Ormale, suo quarto marito, un importante esponente del Front National di Jean-Marie Le Pen, radicato nel sud della Francia. Uomo rassicurante, imprenditore e grande amante degli animali come lei, condividendo la vita nella villa dove hanno convissuto con cani, gatti, capre e altri amici a quattro zampe. Attraverso la fondazione che porta il suo nome, Bardot si è dedicata instancabilmente alla causa della protezione animale. Politicamente decisa e schierata a destra, ha mantenuto fede al suo carattere ribelle e indipendente, sempre restio alle convenzioni, siano esse legate alla sfera personale o all'impegno sociale.

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