NUOVA TRILOGIA

Baby K: "Ora voglio raccontarmi da sola: non sono solo un prodotto da classifica"

L'artista torna con "Follia mediterranea", primo brano di una trilogia alla scoperta dell'essere umano. Tgcom24 l'ha intervistata

di Massimo Longoni
07 Giu 2025 - 09:16
 © Ufficio stampa

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Baby K riparte da una "Follia mediterranea". L'unica artista femminile a raggiungere il Disco di Diamante, a superare il miliardo di visualizzazioni su YouTube con un brano, a rimanere per 11 settimane consecutive al n. 1 della classifica ufficiale Fimi/GFK, ha pubblicato il nuovo singolo scritto insieme a Chico Sanchez e Massimo Barberis, in cui non si vergogna come donna di raccontare il momento del piacere e di farlo con tutta la sua sensualità. Un brano che rappresenta la prima parte di una trilogia in musica e di concetti che inizia con l'estate ma proseguirà tutto l’anno.

L'uscita di "Follia mediterranea" coincide con una nuova immagine di Baby K che mostra un'evoluzione capace di unire femminismo e libertà. Ispirandosi a icone dell’arte e citando ironicamente l’immaginario contemporaneo, come l’iconica banana di Maurizio Cattelan, Claudia si mette letteralmente in scena: avvolta da nastro adesivo, quasi come un’opera provocatoria, rappresenta metaforicamente una donna-oggetto che si riappropria del suo corpo per raccontare una verità più profonda. È un atto artistico, ma anche un manifesto di umanità e autodeterminazione: è una risposta a stereotipici femminili che impongono canoni impossibili nel mondo della musica, dell’estetica e della perfomance.

Com'è nato questo tuo nuovo percorso artistico?

Il tutto nasce da questa pausa che mi sono presa, insomma, da un anno che sono ferma dal punto di vista discografico musicale e questo mi ha permesso molto di riflettere sullo stato attuale del mio ruolo in musica ma anche di tutto il panorama musicale e mi sono resa conto che dopo anni dove sono stata raccontata dagli altri ho voglia di raccontarmi da sola. Torno in un periodo estivo dove tutti mi aspettano al varco. Però questa è la prima tappa di tre diversi atti in cui esploro il concetto di essere oggetto. Nel mio caso oggetto discografico, ma un po' tutti ci troviamo in questa condizione di disumanizzazione che vedo anche nella maniera in cui tutti interagiscono sui social.

"Follia mediterranea" è un brano che racconta senza giri di parole un momento di grande sensualità...

Dal ballare con un cocktail in mano sulla spiaggia passo direttamente a farci un testo sopra la spiaggia. Mi è piaciuto anche un po' prendere le redini in mano della mia sessualità, levando un po' queste mezze misure, questo voler flirtare diciamo con questo periodo insomma della stagione, con il divertimento. "Follia mediterranea appunto parla di dell'attimo prima del climax dove a mio avviso c'è il vero godimento c'è il vero piacere, c'è quel brivido del "quasi". 

Hai fatto riferimento al periodo di pausa e al tuo interrogarti sul tuo ruolo. 

Lo scorso anno mi ritrovavo nel turbinio di insoddisfazioni o nuove domande che mi stavo ponendo e mi sono presa il tempo per capire quali potevano essere le risposte. Ho dovuto fare un lavoro di scavo dentro di me. Come ho detto sono stata molto raccontata con il risultato che altri mi hanno affibbiato delle etichette e messo in scatole nelle quali non mi riconoscevo. Il mio percorso è talmente lungo che ho attraversato varie epoche musicali. La gavetta è stata lunga e sono passata dal rap al pop al latin e l'esotico. Quindi a un certo punto uno riflette su cosa sia e cosa voglia fare e si chiede che futuro abbia davanti. 

E che risposta ti sei data?

Ho trovato una grande volontà di ritornare quasi agli esordi, perché in quel periodo io mi raccontavo e raccontavo il mio punto di vista sul mondo. Capisco che siamo in un mondo dove tutto deve essere molto impacchettato in maniera perfetta, quasi come delle pillole perfette per Tiktok e poi i numeri per avere le hit, ma a un certo punto ho preso coscienza del fatto che sono un essere umano, che sono una donna che fa tante cose. Partendo da un concetto di prodotto, anche discografico se vogliamo, adesso voglio esplorare un po' la condizione umana e la mia condizione nella vita e del mondo per poi prendere coscienza su cosa significa essere un essere umano squisitamente fallato.

Il tuo percorso è stato molto lungo e anche molto variegato, però c'è un punto in cui tutto è cambiato, ovvero il successo fuori scala di "Roma-Bangkok". Sicuramente è stato per te una grande fortuna, ma è stato anche un problema proprio nell'ottica di venire etichettata in un certo modo?

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Sono ovviamente grata alla vita per avermi donato questo. La domanda che si ponevano tutti era: potrà replicare tutto questo? Perché rischi di essere schiacciata da una simile cosa. Per me è stata solo una benedizione. Anche perché poi ho replicato altri numeri importanti quindi non è che c'è un fatto eccezionale, ma ne hai tanti. Quindi dopo un po' capisci che chi sta attorno a te o lavora con te inizia a scalpitare o comunque a dire: "E adesso?". Perché la richiesta è comunque di replicare per sempre ma noi sappiamo che è impossibile, anche a livello matematico. In più sai i giornalisti italiani sanno mordere e a mio avviso essendo stata una donna ad aver fatto quei numeri ha in qualche modo aiutato il concetto di "etichettamento".

Ti hanno dato fastidio alcune cose dette su di te?

Queste gag tipo "l'hanno scongelata per l'estate", mi fanno strano. Anziché celebrare una donna che viene da una lunga gavetta, che si è fatta da sola, e farne una bandiera per le donne, c'è sempre questo modo malizioso e un po' sprezzante di considerare il raggiungimento di alcuni traguardi.

Se dovessi indicare un merito in quello che hai fatto cosa diresti?

La mia missione è sempre stata di voler essere diversa. Ho portato le mie radici culturali in musica in un Paese che al tempo del mio esordio era molto legato alla tradizione. Ho voluto un po' rinfrescare il modo in cui poteva essere vista la musica italiana nel mondo e penso di averlo fatto. Nonostante le difficoltà, i lati negativi, penso di essere riuscita nel mio intento e a fare tante cose. E adesso sono in una fase in cui mi tocca mettere i puntini sulle i. 

Per lanciare "Follia mediterranea" hai anche realizzato uno scatto in cui ti si vede incerottata al muro, citando una celebre opere di Maurizio Cattelan...

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Non è tanto legato a "Follia mediterranea" ma più a Baby K nel panorama musicale e quindi alla trilogia. La simbologia è appunto la donna prodotto, oggetto discografico ma anche oggetto in quanto donna. In quell'immagine metto quello che gli altri vedono in me. Da questa provocazione poi si ha modo invece di argomentare e arrivare magari a un altro punto di vista. Mi diverte molto questo approccio pop citando anche artisti come Maurizio Cattelan e potersi riproporre in questa maniera.

Come evolverà la trilogia?

Da oggetto c'è una presa di coscienza e una voglia di esplorare invece cosa significhi essere un essere umano. Questo significa voler esplorare la condizione umana e anche tutti i difetti dell'essere che a mio avviso è la cosa più eccitante e che mi intriga di più. C'è una presa di coscienza da parte di questo "oggetto", che si rende conto che è un soggetto, per poi arrivare poi all'apice, dove poi sente sulla pelle e anche dentro di sé cosa significa essere un essere umano.

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