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Alessandro Martire: "'Share The World' è la colonna sonora del mio mondo"

Il pianista ha pubblicato il suo album di esordio nel quale mette in musica le emozioni raccolte nei suoi viaggi. Tgcom24 ne ha parlato con lui


alessandro martire share the world

Si intitola “Share The World", l’album di esordio del pianista e compositore comasco Alessandro Martire. L'album (al momento disponibile in streaming e più avanti in uscita anche nei formati fisici) contiene composizioni che parlano di desideri, di fioritura dell’anima, di incontri, della voglia di tornare a viaggiare. "Essendo la mia musica strumentale, per me l'immagine è fondamentale - dice a Tgcom24 -. I luoghi mi ispirano quella che è una sorta di colonna sonora".

LEGGI ANCHE: Sul lago di Como la musica "viaggia" sull'acqua con Floating Moving Concerts

 

Lo scorso febbraio Martire ha presentato il disco in anteprima all’aeroporto di Lugano Agno, tra gli aerei dell’aviazione privata del principale aeroporto del Ticino. Dopo essersi esibito l'anno scorso su una piattaforma galleggiante sul lago di Como, Alessandro ha portato la sua musica in quota, esibendosi su un pianoforte installato nel Pilatus PC12 del Club ST.X e, una volta atterrati, in pista per un ristretto numero di persone. Insomma, le sue composizioni nascono all'interno di un viaggio esperienzale che parte con un viaggio vero, prosegue con l'ispirazione e finisce con la musica, meglio se portata nei luoghi stessi. 
 

Non è strano fare uscire un album che si intitola "condividi il mondo" nel momento in cui il mondo ci è precluso perché siamo tutti chiusi in casa?

In effetti anche io mi sarei immaginato un altro momento per "Share The World", perché questo è un modo davvero curioso di condividere il mondo. Però volevo fare arrivare la mia musica in una fase in cui la musica è in grave affanno.  Tutto il mondo dei concerti probabilmente sarà l'ultimo della lista ad aprire. Vedremo. Noi abbiamo il festival "Lej" sul lago di Como, che era programmato per luglio. Al momento è stato spostato al 29 agosto ma è tutto da capire. La situazione è fortemente in dubbio. Anche se si tratta di una situazione all'aperto, più gestibile forse dal punto di vista della sicurezza.

 

Qual è il significato dell'album?

Il disco ha tre significati importanti. il primo è la condivisione culturale. Per promuovere il disco precedente ho viaggiato moltissimo, incontrando culture diverse e questo è stato di grande ispirazione per scrivere un album che nascesse dall'incontro tra queste.

 

Il secondo?

Il secondo tema è la diversità dei luoghi. Essendo la mia musica strumentale si sposa bene con la diversità dei luoghi. Tutto è nato dal lago di Como, dove ho scritto una composizione dedicata a "Floating Moving Concert", che si chiama "Lej", che è anche il nome del festival. E poi c'è "Breath", che è dedicata al deserto. Perché a marzo avevo in programma il progetto Kel 12 National Geographic Expeditions, che prevede una performance esclusiva nel deserto del Wahiba Sands in Omanma, ma è è stato rinviato a novembre. La cosa particolare è portare direttamente la musica in questi luoghi, nei luoghi naturale.

 

E infine il terzo motivo...

Terzo motivo è che è un disco orchestrale. L'incontro con l'orchestra l'ho registrato a Mosca, con 21 elementi. Girando per il mondo c'era anche la cosa bella di avere il contatto con orchestre locali. 

 

Come è venuta l'idea di presentare il disco su un aereo?

Volevo raccontare tutti i luoghi che mi hanno ispirato e l'aereo è stato un posto creativo. Io giravo, mi ascoltavo le idee che provavo alle prove, tagliavo, cucivo. Quindi dato che volevo portare la musica direttamente nei luoghi ho fatto questo progetto, chiamato "Fly Notes", di un concerto a bordo di un aereo privato. E poi sono atterrato all'aeroporto di Lugano, dove ho fatto una performance in pista con un pianoforte a coda. 

 

 

Quando componi immagini la tua musica come la colonna sonora di quello che stai vedendo?

La mia musica è strumentale, per me l'immagine è fondamentale. Quindi anche nello storytelling dell'album dare un'immagine con la musica dà l'idea del progetto discografico. Io quando scrivo musica vedo e racconto una storia e un'immagine. E' proprio una colonna sonora. Infatti uno dei miei obiettivi sarebbe quello di avvicinarmi al mondo del cinema, partendo dalle mie storie per avvicinarmi a quelle che un regista vuole mettere in scena.

 

Come catturi le ispirazioni che vengono sul momento?

L'idea per me non ha un orario, nasce da un particolare incontro, da un particolare momento o viaggio. Quello che faccio è recuperare tutte le idee, nella mia casa sul lago di Como, è mettere ordine a tutte quelle idee ed emozioni che di getto mi arrivano nella fase creativa. Le appunto in vari modi, dallo scrivere le note alla registrazione. Dipende dal momento e da dove l'idea ti cattura. Una composizione non nasce solo da una melodia, ma può nascere da un'armonia, da un incontro di suoni.

 

Tu che sei così legato al momento esperienziale come vivi questa reclusione?

In tanti mi dicono "sei a casa, chissà quanto componi". In realtà uno come me, abituato a viaggiare a ritmi serratissimi, trova la situazione pesante. Sono sempre nello stesso luogo e per me abituato a scrivere musica a partire da un'esperienza è complesso. Per me chiudersi in casa è necessario per riordinare le idee che sono venute in giro.

 

 

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