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Al cinema "Il senso di Hitler": "Ecco perché il nazismo affascina ancora oggi"

Il docu-film di Petra Epperlein e Michael Tucker esce nelle sale italiane nel giorno della Memoria. Tgcom24 ha intervistato i registi

Al cinema "Il senso di Hitler": "Ecco perché il nazismo affascina ancora oggi" - foto 1
Ufficio stampa

Esce oggi 27 gennaio, nella Giornata della Memoria, "Il senso di Hitler", film diretto da Petra Epperlein e Michael Tucker, indagine alternativa e rivoluzionaria sull’influenza che Adolf Hitler continua a esercitare ancora oggi sulla società.

"Hitler è ovunque nella cultura" spiegano i registi a Tgcom24, che li ha intervistati: "Il passato è dove molti trovano conforto".

Attraverso immagini e documenti dell’epoca nazista, interviste e testimonianze i due registi ripercorrono i movimenti di Hitler, la sua ascesa al potere e le scene dei suoi crimini e esplorano i vari modi in cui la sua "tossicità" ha continuato a diffondersi dopo la sua morte attraverso le pagine di storia, i social media, il cinema, l’arte e la politica contemporanea.

 

Qual è quindi l’impatto che Hitler e la sua ideologia della violenza hanno avuto e continuano ad avere oggi, soprattutto per le nuove generazioni? A partire dal libro mai pubblicato in Italia “The Meaning of Hitler” di Sebastian Haffner (1978), volto a smantellare i miti e le idee comuni su Hitler e la sua ascesa al potere, il film cerca di rispondere proprio a questa domanda. 

 

Anaffettivo, artista fallito, perdente e affetto da problemi psichiatrici, questa l'immagine di Hitler, come emerge nel docu-film, prima che riuscisse a conquistarsi la credibilità utile per vincere le elezioni nel 1933 e diventare un leader della politica mondiale.

 

Al cinema "Il senso di Hitler": "Ecco perché il nazismo affascina ancora oggi" - foto 2
Ufficio stampa

 

Cosa ha contribuito a renderlo un mito? E perché non bastano le testimonianze di Liliana Segre, di Sami Modiano e di tanti altri scampati allo sterminio, i campi dello sterminio come Auschwitz, Dachau o Mauthausen ancora lì, visitabili, per debellare definitamente lo spettro del nazismo?

Hitler non è mai morto e a Tgcom24 Petra Epperlein e Michael Tucker ci spiegano perché.


Il documentario inizia e finisce a New York. L'America ha ricevuto l'eredità di Hitler più di altri paesi? Trump è così pericoloso e perché? 

L'America non ha ereditato Hitler più di quanto non sia successo in qualsiasi altro paese, ma quando abbiamo iniziato a girare il film, era chiaro che c'erano molti americani che avevano abbracciato l'idea di un "leader" apparentemente infallibile e in grado di armare l'ansia e la paura della gente. Più pericolosa di Trump è la radicalizzazione duratura del Partito Repubblicano e come ciò avrà un impatto sul futuro dell'America.

 

Da cosa dobbiamo essere spaventati oggi?
Il futuro. Le ideologie di cui parliamo qui promettono sempre un ritorno al passato, ma non si torna indietro. I problemi del 21esimo secolo richiedono soluzioni del 21esimo secolo, non nostalgia o mitologia, ma il passato è purtroppo il posto dove molti trovano ancora conforto.
 
Quando e perché avete deciso di fare un film tratto dal libro di Sebastian Haffner?
Abbiamo riletto il libro proprio nel periodo in cui Trump è stato eletto. Il divieto d'ingresso ai musulmani all'inizio del 2017, ci ha poi convinto ad avviareil progetto. Haffner, essendo diventato maggiorenne quando Hitler salì al potere, è l'esempio di quante persone erano in uno stato di incredulità e negazione in quei primi giorni. Il principale punto di partenza del libro è credere che le persone intendano quello che dicono. L'antisemitismo di Hitler non era un atto performativo (come hanno scritto molti osservatori all'epoca), era omicida.


Quanto tempo ci è voluto per realizzarla e quali sono state le fasi di lavoro più difficili?
Il film ha richiesto un totale di quattro anni di ricerca e riprese in nove paesi. La difficoltà maggiore è stta l'ampiezza dell'argomento. Hitler è ovunque nella cultura, ma siamo più vicini a comprendere l'attrazione del fascismo? Questa è la domanda che ci ha messo sulla nostra strada.


Il documentario sottolinea il grande ruolo giocato dai media nel fascino culturale esercitato dal nazismo, cosa si potrebbe fare per arginare il pericolo?
Il problema più grande è la revisione della storia e gran parte di ciò è dovuto al fatto che il sensazionalismo vende e poche cose sono sensazionali come Hitler e i nazisti. Per i giovani, che spesso mancano di contesto, è facile glorificare questo periodo. Un altro problema è il continuo abbracciare l'antisemitismo, soprattutto tra i giovani. Se vai online, puoi trovare innumerevoli esempi in cui l'antisemitismo fa parte del linguaggio quotidiano di alcuni gruppi. L'idea è che sia un tema "tagliente" e c'è una totale disconnessione tra la storia e il significato. È essenziale che i giovani abbiano l'opportunità di capire il vero odio che c'è dietro a tutto ciò.


L'Europa vive un ampio flusso migratorio e ogni governo deve affrontare una nuova società multirazziale, che porta caos e delusione... questa è la piattaforma per far crescere tanti grandi e piccoli seguaci di Hitler, dove sbagliano i governi, cosa non hanno imparato dagli errori del passato?

Ci saranno sempre quelli che cercheranno il potere creando divisione e sfiducia nella società. La pandemia ne è un ottimo esempio. Chi avrebbe mai pensato che un problema di salute pubblica sarebbe diventato una posizione politica? Una delle domande persistenti che abbiamo da quando abbiamo girato il film è perché le persone si stanno radicalizzando in un periodo di relativa prosperità, stabilità e pace. Non sono gli anni '20. Stranamente, una delle risposte più convincenti a questa domanda è la noia. È possibile che le persone siano così insoddisfatte e annoiate della loro vita quotidiana da cercare un significato attraverso l'estremismo?

 

Il passato può davvero insegnarci a vivere meglio?
Sì, ma il pericolo è dimenticarlo, o peggio semplicemente ignorarlo. Attualmente siamo in Germania, dove la cultura commemorativa non manca. Tuttavia, data la presenza molto visibile di elementi neonazisti nella società (polizia, militari), è chiaro che i memoriali devono essere sostenuti da società dedicate alla giustizia e alla tolleranza.

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