Otto nuovi appuntamenti tra l’Auditorium San Fedele e la Chiesa di San Fedele di Milano
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Inner_Spaces torna con la stagione primaverile in programma dal 26 gennaio al 18 maggio tra l’Auditorium San Fedele e la Chiesa di San Fedele di Milano. Otto appuntamenti compongono il nuovo ciclo, intitolato "Riverberi in risonanza", della storica rassegna dedicata alla musica elettronica e alle arti audiovisive, da sempre laboratorio privilegiato di ricerca e sperimentazione interdisciplinare.
Il tema della stagione prende forma a partire dal suono e dalla sua capacità di propagarsi, durare, trasformarsi. Il riverbero diventa così metafora e strumento: non solo effetto acustico, ma principio compositivo che attraversa linguaggi e pratiche diverse. Come cerchi che si allargano sull’acqua, i concerti esplorano territori che vanno oltre l’elettronica, toccando la danza, le musiche del mondo, il jazz di ricerca, l’ensemble barocco, le opere audiovisive, il pianoforte e l’organo amplificato, in combinazioni sempre nuove.
L’apertura, lunedì 26 gennaio, segna un momento inedito nella storia della rassegna: una performance che intreccia musica e danza. Il compositore francese Jonathan Fitoussi, ai sintetizzatori modulari, rilegge suggestioni e risonanze della Prima sinfonia di Gustav Mahler nel suo Poème Symphonique, dialogando con il corpo e il gesto della ballerina e coreografa Fanny Sage. In apertura di serata, l’architetto del suono viennese Robert Schwarz indaga le strutture acustiche della comunicazione tra insetti, soffermandosi sui fenomeni collettivi dello sciame e della sincronizzazione, da cui emergono trame di echi e vibrazioni solidali.
Il 2 febbraio la canadese Kara-Lis Coverdale presenta "From Where You Came", un lavoro che cerca una frequenza condivisa tra corpo e terra, trasformando esperienze interiori ed emotive in materia elettronica. A seguire, la sound artist Perila propone "Ash", nuova opera audiovisiva che assume la forma di un rituale: un lento scivolamento in una dimensione temporale dilatata, dove il suono evolve dal minimale materico a una quiete tonale, emblema di uno stato meditativo raggiunto. La risonanza diventa esperienza esplicita il 16 febbraio con "Das Buch der Klänge" di Hans Otte, capolavoro del 1984 in cui ogni brano è un microcosmo contemplativo. Il collettivo Ars Discantica ne amplifica la forza poetica intervenendo in tempo reale sulle risonanze del pianoforte attraverso il live electronics. In contrasto netto, il duo britannico Emptyset presenta "Dissever": un’indagine fisica e radicale del suono, dove i riverberi vengono compressi e assorbiti in stratificazioni noise dense e abrasive. Il 2 marzo il live audiovisivo ambient di Pavel Milyakov (Buttechno) costruisce un dialogo astratto tra suono, immagine e spazio, aprendo la strada al solo di tabla del Pandit Sanju Sahai, maestro della tradizione di Benares. La sua esecuzione, calibrata sull’acustica dell’Auditorium, si sviluppa in una lenta ascesa ritmica che moltiplica le figure fino a una vertigine percussiva, trasformando il riverbero in energia estatica.
Il 23 marzo la rassegna si sposta nella Chiesa di San Fedele, spazio naturalmente votato alla risonanza, per la sacra rappresentazione "Miserere mei Deus". L’ensemble barocco diretto da Lorenzo Ghielmi, con la voce del soprano Monica Piccinini, interpreta due pagine di intensa spiritualità: il Miserere di Michel Richard Delalande e lo Stabat Mater di Giovanni Felice Sances. Al centro del programma, una nuova commissione di Inner_Spaces alla compositrice canadese Sarah Davachi, per organo e live electronics, che rilegge il tema del Miserere in chiave contemporanea.
Il 13 aprile debutta a San Fedele il trio newyorkese Purelink, giovane formazione di Brooklyn che lavora sulla sospensione del tempo attraverso movimenti sonori rallentati. Ambient e dub si distendono in superfici rarefatte, invitando a un ascolto contemplativo. Nella stessa serata, Dasha Rush amplia l’orizzonte verso dimensioni cosmiche: i suoi paesaggi elettronici si espandono nello spazio, oscillando tra introspezione e immersione sensoriale. Il 4 maggio l’austriaca Helene Glüxam intreccia le profondità percussive del contrabbasso con una voce intima e trattenuta, dando vita a un canto essenziale che prolunga le risonanze più segrete dello strumento. A seguire, Jim O’Rourke, Christian Fennesz ed Eiko Ishibashi aprono il suono a una dimensione collettiva: elettronica, chitarra e tastiere confluiscono in un flusso mobile, dove densità e vuoti si alternano in continui riflessi timbrici.
La chiusura, il 18 maggio, è affidata al dialogo tra il collettivo milanese Cortex Of Light e gli storici pionieri dell’ambient The Orb. I primi trasformano il riverbero in spazio visivo, intrecciando suono, immagini e proiezioni in un ambiente immersivo; i secondi raccolgono questa tensione e la traducono in ampie distese sonore, fatte di campionamenti e pulsazioni dilatate. Un finale che unisce ricerca visiva e tradizione ambient, aprendo l’ascolto a una percezione espansa e condivisa.