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Ucraina, l'invio di armi a Kiev e l'Ue che va verso una difesa comune | Guarda la settima puntata de "L'Europa che vorrei"

Ospiti dell'appuntamento, andato in onda venerdì 18 marzo, il generale Domenico Rossi, già Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Brando Benifei, europarlamentare Pd, Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare M5s, e Francesco Vignarca della Rete Italiana Pace e Disarmo

Armi e difesa al centro della nuova puntata de "L'Europa che vorrei", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo.

Durante il settimo appuntamento, andato in onda venerdì 18 marzo, si è parlato di come l'Occidente sta aiutando militarmente l'Ucraina e dei passi avanti dell'Ue verso una difesa comune europea. Ospiti: il generale Domenico Rossi, già Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Brando Benifei, europarlamentare Pd, Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare M5s, e Francesco Vignarca della Rete Italiana Pace e Disarmo.

Verso una difesa comune europea - L'Europa ha fatto dei passi avanti verso una difesa comune europea firmando la dichiarazione di Versailles, in cui i 27 hanno previsto un aumento degli investimenti nella difesa, e con lo Strategic Compass, che si propone di creare e mantenere una cintura di sicurezza intorno all'Europa. Per la prima volta, inoltre, Bruxelles, intesa come unione comunitaria e non come singoli Stati membri, ha inviato armi a Kiev: due tranche per un totale di un miliardo di euro.


"Putin è riuscito a rendere coesa l'Europa sotto un profilo di difesa comune, fatto mai accaduto in 50 anni" - commenta il generale Rossi -. La strategia europea, in continuità con quanto già deliberato alla fine del 2021, si sta muovendo lungo una nuova bussola".


"Abbiamo iniziato, già nel precedente mandato, a mettere in cantiere delle iniziative molto significative: la creazione del Fondo europeo di difesa, del programma di mobilità militare e una visione di insieme che ci deve portare a colmare una serie di capacità di cui l'Europa oggi non dispone, che devono essere messe al servizio della nostra politica estera di sicurezza comune. Ora è tempo di passare alla fase dell'attuazione", spiega Castaldo.


"Non serve aumentare la spesa militare dei singoli Paesi, piuttosto è necessario rendere più efficienti la spesa e l'armamento esistenti grazie alla costruzione della difesa comune. Lo dimostrano gli studi di accademici e studiosi del settore, che mostrano come oggi la spesa militare sia assolutamente inefficiente. Una difesa europea è quindi un modo per spendere meno e poter agire insieme nei teatri dove è necessario vedere un intervento militare", dice Benifei.


Le linee di rifornimento di armi - Ad armare Kiev sono Stati uniti, Canada, Regno Uniti e venti Stati dell'Ue. Due le linee di rifornimento: la prima parte dalla Polonia, dove si trovano le basi statunitensi Nato, la seconda dalla Romania.

 

"Dal nostro punto di vista, il flusso di armi mina la sicurezza. Molti studi dimostrano che inviare armi in un conflitto lo fa allargare e lo rende più lungo. Anche per noi arrivare a una politica di difesa comune europea potrebbe avere un senso, però questo dovrebbe succedere solo dopo aver determinato una politica estera comune europea, altrimenti non si saprebbe chi deve utilizzare determinati strumenti", sottolinea Vignarca.

 

A Strasburgo la plenaria della Conferenza sul futuro dell'Europa - Come in ogni appuntamento, durante la puntata si è parlato anche della Conferenza sul futuro dell'Europa, e, in particolare, della plenaria che si è svolta l'11 e il 12 marzo, al Parlamento europeo a Strasburgo, alla quale ha partecipato anche una delegazione di ucraini.

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