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Ucraina, la dipendenza dal gas russo e la strategia Ue per superarla | Guarda la sesta puntata de "L'Europa che vorrei"

Ospiti dell'appuntamento, andato in onda venerdì 11 marzo, Marco Campomenosi e Massimiliano Salini, europarlamentari di - rispettivamente - Lega e Forza Italia e Gianclaudio Torlizzi, fondatore T-Commodity      

Le sanzioni imposte alla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina possono comportare un effetto boomerang per gli Stati membri dell'Unione europea.

A tal proposito, i leader dei 27 si sono riuniti a Versailles (presente anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen) per discutere di indipendenza energetica e difesa. Ne abbiamo parlato durante la sesta puntata de "L'Europa che vorrei", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti del sesto appuntamento, andato in onda venerdì 11 marzo, Marco Campomenosi e Massimiliano Salini, europarlamentari di - rispettivamente - Lega e Forza Italia e Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity.

Guerra e sanzioni: il paradosso del gas divide l'Europa - L'Europa, che con le sanzioni vuole danneggiare Putin, continua a importare petrolio e gas da Mosca, versando quindi centinaia di milioni di dollari nelle tasche dello zar. L'Ue si è mostrata restia nel chiudere definitivamente i rubinetti. Un taglio netto porterebbe a un'impennata dei prezzi delle materie prime e quindi a un aumento esponenziale delle bollette in tutta Europa. 

 

"Stop alla dipendenza dal gas russo entro il 2027" - Nelle slide presentate dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al vertice di Versailles è previsto che la fine della dipendenza energetica dell'Ue dalla Russia si concretizzi entro il 2027. 

 

E il Green Deal? - "Il piano presentato dalla Commissione può essere un buon punto di partenza. Il problema, a mio avviso, sono le posizioni ideologiche che ha tenuto negli anni scorsi e che hanno fatto sì che rispetto a una crisi come quella attuale siamo totalmente impreparati. Parlo dell'impostazione della transizione ecologica. Di fronte a crisi di questo tipo quei progetti non erano credibili. Che non significa non continuare a credere nella transizione, ma farlo con equilibrio e senza rischi sociali", ha dichiarato Campomenosi.

 

Bisogna quindi fare un passo indietro con il Green Deal? Per Salini "dobbiamo fare un passo avanti sul Green Deal, ma verso la realtà. Abbiamo fatto troppi passi verso i sogni, ma la politica deve fare i conti con la vita quotidiana dei cittadini. Il Green Deal è pieno di contraddizioni, la prima è che abbiamo target enormemente sfidanti, ma al contempo un unico fornitore del gas (perché abbiamo dato per scontato che il prezzo non aumentasse). Dire 'Basta gas' è fuori dal tempo e dal mondo, piuttosto sì al gas, ma non da un unico fornitore". 

 

"L'Italia è dipendente dal gas estero e, in particolare, da quello russo. L'obiettivo a lungo termine è quello di andare a ridurre questa dipendenza dalla Russia, ma non è facile. Svincolarsi vuol dire fare più affidamento sul gas liquefatto e quindi entrare più in concorrenza con il mercato internazionale. Quindi tendenzialmente i prezzi che andremo a pagare nei prossimi anni saranno strutturalmente più alti rispetto quelli a cui siamo stati abituati. Questo è un problema politico che va posto anche in sede comunitaria", spiega Torlizzi.

 

La Conferenza sul futuro dell'Europa - Durante la puntata, si è parlato - come in ogni appuntamento - anche della Conferenza sul futuro dell'Europa, e, in particolare, della plenaria che si sta svolgendo in queste ore a Strasburgo.

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