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La disoccupazione giovanile nell'Ue: scopri le soluzioni adottate

L'occupazione e le politiche giovanili sono prerogative degli Stati membri, tuttavia, l'Unione europea ha messo in campo diversi strumenti. Vediamoli

Senso di inutilità, isolamento sociale, logoramento di ogni sogno di autonomia. Stati mentali, quest’ultimi, scatenati spesso e volentieri dalla disoccupazione giovanile, scesa negli ultimi anni, ma oggi nuovamente schizzata su a causa della pandemia. Come fronteggiare il problema? L'occupazione e le politiche giovanili sono prerogative degli Stati membri. Tuttavia, l’Ue ha messo in campo diversi strumenti. Fra questi il finanziamento ai programmi per l'occupazione giovanile, il miglioramento della qualità di tirocini e apprendistati e un’offerta educativa internazionale.

Politiche giovanili e occupazione - Si tratta di prerogative degli Stati membri. L’Ue ha però lanciato una serie di iniziative che mirano a integrarsi con le politiche nazionali come parte integrante delle misure per creare un'Europa sociale.

 

In cosa consiste il sostegno Ue? - Consiste nel finanziamento ai programmi per l'occupazione giovanile, nel miglioramento della qualità di tirocini e apprendistati, nell'offerta educativa internazionale, in nuove opportunità di lavoro e nella partecipazione dei giovani a progetti di volontariato.

 

La disoccupazione giovanile in Europa - Al di là delle cifre e dei numeri, si tratta di un problema che impatta sulla percezione del futuro da parte dei giovani, compromettendo il loro legittimo desiderio di indipendenza e di autonomia, producendo una sensazione di inutilità e isolamento. Sentimenti e stati d’animo dannosi, dunque, capaci di abbattersi in modo violento sull’economia.

 

I dati -  Se tra il 2008 e il 2013 la disoccupazione giovanile è salita dal 15% del 2008 al 24% del 2013, negli anni successivi il tasso di disoccupazione giovanile nell'Ue è gradualmente migliorato con un calo al 14,1% registrato nel dicembre 2019. Ma non c’è dubbio che gli effetti generati dalla pandemia rischiano di far precipitare di nuovo la situazione, facendo lievitare il già preoccupante numero di giovani disoccupati in diversi stati membri: nell’agosto del 2020 il tasso di disoccupazione giovanile si è infatti assestato intorno al 17,6%.

 

Le iniziative dell’Ue per aiutare i giovani - Si tratta di misure importanti messe in campo dall’Unione europea per affrontare il problema della disoccupazione tra i più giovani. Vediamole insieme:

 

- la "garanzia per i giovani": si tratta di un impegno politico per assicurare a tutti i minori di 25 anni un’offerta decente di impiego, un’istruzione superiore, un tirocinio o stage entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine degli studi;

 

- l’"Iniziativa per l’occupazione giovanile": rivolta esclusivamente alle regioni Ue con tassi di disoccupazione giovanile superiore al 25%, è lo strumento con cui l’Ue aiuta a finanziare i programmi nei vari Paesi e a mettere in pratica la garanzia per i giovani. I suddetti programmi possono essere di formazione, di assistenza alla ricerca del lavoro, ma anche di incentivo per i datori di lavoro.

 

In seguito alla crisi scatenata dalla pandemia, l’Ue sta lavorando a una proposta che rinforzi la garanzia per i giovani, come parte della più ampia iniziativa del pacchetto di sostegno all'occupazione giovanile. Secondo la Commissione europea, dal 2014 oltre 20 milioni di giovani si sono iscritti al programma di garanzia per i giovani, mentre l'"Iniziativa per l'occupazione giovanile" ha fornito un aiuto concreto a oltre 2,4 milioni di giovani sin dalla fine del 2017;

 

- la piattaforma “Alleanza europea per l’apprendistato”: è stata lanciata per supportare la Garanzia Giovani e per migliorare la qualità degli apprendistati in Europa;

 

- Quadro qualitativo per gli stagisti: strumento messo in campo per offrire a un numero sempre più grande di giovani la possibilità di acquisire un'esperienza lavorativa di qualità, in condizioni eque e sicure, accrescendo al tempo stesso le loro possibilità di trovare un impiego.

Opportunità internazionali -  Le politiche in materia di istruzione superiore e dei sistemi di formazione sono competenza degli Stati membri, l’Unione europea coordina però le capacità dei singoli Paesi, supportando i loro sforzi attraverso politiche di cooperazione e strumenti di finanziamento, come il programma Erasmus+ o i fondi Ue.

 

Andando indietro nel tempo e più precisamente al 1999, il processo intergovernativo di Bologna ha facilitato il riconoscimento reciproco dei diplomi di istruzione superiore in 40 Paesi. E, al giorno d’oggi, esiste un processo europeo di riconoscimento reciproco non vincolante per diplomi di laurea triennale, laurea magistrale e dottorato.

 

Infine nel 2018 l’Ue ha adotta la Raccomandazione sulla promozione del riconoscimento reciproco automatico per titoli dell’istruzione superiore, dell’istruzione, della formazione secondaria superiore e dei risultati dei periodi di studio all’estero. Obiettivo? Quello di introdurre il riconoscimento automatico dei titoli entro il 2025.

 

Tutti passi, quest'ultimi, finalizzati a costruire uno spazio europeo dell’istruzione, affinché tutti i giovani possano ricevere un’educazione e una formazione di qualità. E dunque trovare lavoro in tutto il continente.

Come facilitare la convalida transfrontaliera dei certificati di formazione e di apprendimento permanente? – In Ue esistono diversi strumenti deputati a tutto ciò. Eccoli:

 

- il quadro europeo delle qualifiche: si tratta di uno strumento legalmente non vincolante istituito nel 2018 per aiutare a comparare i sistemi di qualifiche nell’Ue;

 

- l’Europass: è l’insieme di documenti chiave in grado di presentare in modo chiaro e univoco il livello di istruzione e l’esperienza lavorativa a livello internazionale. Tra questi: il template per il curriculum vitae standardizzato in tutta Europa e il passaporto per le lingue;

 

- il Sistema europeo di credito per l’istruzione e la formazione professionale: fu istituito per facilitare la convalida e il riconoscimento di competenze e conoscenze professionali acquisite in sistemi e Paesi diversi;

 

- l’Erasmus+: è il programma dell’Ue per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa, e si focalizza sulla mobilità e la cooperazione transnazionale. Il nuovo programma Erasmus+ per il periodo 2021-2027 è stato approvato dal Parlamento il 18 maggio ed è incentrato su inclusione sociale, transizione verde e digitale e partecipazione più agevole per le persone più svantaggiate. Gli eurodeputati hanno ottenuto l’aumento di 1,7 miliardi di euro durante i negoziati con il Consiglio, portando così lo stanziamento a 28 miliardi di euro provenienti da varie risorse;

 

- “il tuo primo lavoro EURES”: ha lo scopo di promuovere la mobilità lavorativa, in modo tale da rendere i giovani consapevoli delle opportunità di lavoro negli altri Paesi europei. Sulla piattaforma si trovano sia i curriculum vitae dei giovani in cerca di lavoro che le offerte di lavoro o di tirocinio dei datori di lavoro in cerca di giovani lavoratori.

 

E infine il Corpo europeo di solidarietà…- Istituito nel 2016, finanzia attività di volontariato, tirocinio e lavoro per giovani impegnati in progetti di solidarietà a favore delle comunità e delle persone in tutta Europa. A settembre 2019, più di 161mila giovani si erano già registrati per prendervi parte.

 

Nel nuovo programma del 2021-2027 il Parlamento Ue ha incluso il volontariato per aiuto umanitario fuori dall'Europa nell’ottica di offrire più possibilità per giovani con minori possibilità, provenienti da regioni periferiche o da un contesto migratorio.

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