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Covid, la campagna vaccinale in Ue | Guarda la settima puntata di "Fatti e Misfatti d'Europa" 

L'approfondimento settimanale, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda martedì 2 marzo. Ospiti del settimo appuntamento Patrizia Toia e Massimo Andreoni

A due mesi dalle prime somministrazioni la campagna vaccinale stenta ancora a decollare. La radice del problema è sempre la stessa: le dosi arrivano a rilento. La necessità, come si è ribadito durante l'ultimo Consiglio europeo, è quella di accelerare nella produzione dei vaccini ma anche tenere una linea ferma nei confronti delle case farmaceutiche che hanno ritardato la distribuzione nonostante gli impegni presi con la Commissione. Di questo e molto altro si è parlato nell'ultima puntata di "Fatti e Misfatti d'Europa", il programma di Tgcom24 realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo. Ospiti del sesto appuntamento, andato in onda martedì 2 marzo, Patrizia Toia, europarlamentare del Partito democratico, e Massimo Andreoni, direttore di Malattie Infettive del policlinico Tor Vergata. 

La campagna vaccinale in Italia e in Europa - Con circa un milione e mezzo di persone coperte sia dalla prima che dalla seconda dose, l'Italia è terza nella classifica europea, dopo Germania e Francia. Procedendo a questa andatura l'immunità di gregge nel nostro Paese sarà raggiunta solo alla fine del 2023. Tre i vaccini approvati dall'Ema: Pfizer, AstraZeneca e Moderna, utilizzati contemporaneamente dai Paesi Ue. Guardando ai dati generali per quanto riguarda le campagne di vaccinazione europea, a due mesi dall'inizio sono state somministrate in totale 30 milioni di dosi, il 4,1% dei cittadini europei ha ricevuto la prima. Ma non tutti procedono allo stesso modo: ci son Stati, come la Croazia e Malta per esempio, che usano solo Pfizer mentre l'Ungheria ha dato il via libera anche al siero russo Sputnik e a quello cinese Sinopharm.

 

"Lo Sputnik è un ottimo vaccino - spiega Andreoni -. Ci sono pubblicazioni internazionali che ne dimostrano l'efficacia. In molti Paesi del mondo, come l'Argentina, è stato utilizzato e viene utilizzato con successo. Io credo che anche questa sia una strada da percorrere. Si potrebbe sia chiedere a Ema di fare una registrazione rapida come ha fatto per altri vaccini sia chiedere ad Aifa di anticipare la registrazione per avviare il trattamento con questo vaccino".

 

E del discorso di Stati e Regioni che intendono comprare vaccini al di fuori degli accordi europei con le case farmaceutiche abbiamo parlato con Eric Mamer, portavoce della Commissione Ue, intervistato dal corrispondente di NewsMediaset a Bruxelles Leonardo Panetta. "Noi capiamo che le autorità pubbliche siano ansiose di assicurare un sufficiente numero di vaccini per attuare la strategia di vaccinazione a livello nazionale e regionale. E questo è qualcosa su cui la Commissione ha lavorato con gli Stati membri. Crediamo infatti che tramite la strategia di vaccini che abbiamo messo in atto e gli accordi che abbiamo siglato le dosi necessarie per gli Stati arriveranno e le Regioni saranno così in grado di vaccinare i cittadini. Dobbiamo ricordare che abbiamo firmato accordi per 2,6 miliardi di dosi di vaccini, largamente sufficienti per vaccinare tutta la popolazione europea e i cittadini dei Paesi partner. Naturalmente capiamo che alcune autorità regionali potrebbero voler negoziare, ma devono pensare in modo molto chiaro a dove troveranno vaccini sicuri ed efficaci e che saranno consegnati velocemente come quelli europei. Non è affatto facile”. 

 

E sui ritardi dichiara: "La consegna dei vaccini sta accelerando. A gennaio l'Ue ha ricevuto 8 milioni di vaccini, a febbraio ci aspettiamo di riceverne 33, a marzo 55. E la velocità continuerà ad aumentare. E' vero che si è andato a singhiozzi all'inizio perché la produzione di vaccini è altamente sofisticata. Ma questi problemi saranno progressivamente risolti e speriamo in un'accelerazione. Per accompagnare le compagnie nella produzione e nella consegna dei vaccini abbiamo istituito una task forse guidata da Thierry Breton. Inoltre, abbiamo annunciato la creazione di un'agenzia per la risposta all’emergenza sanitaria che avrà un compito molto importante: trattare le varianti del vaccino che stiamo vedendo comparire in Europa".

 

Il nodo brevetti - "Plaudiamo moltissimo all'iniziativa di Breton per cercare nuovi siti produttivi, per attivare nuove filiere o rafforzare quelle che ci sono. Ma c'è il nodo dei brevetti - spiega Toia -. Oggi la legge in merito fa sì che il detentore sia appunto detentore della proprietà intellettuale quindi abbia una licenza esclusiva di produzione. Penso che questo nodo debba essere superato. Se le aziende trovano volontariamente le loro intese, le cooperazioni e ci assicurano le dosi sufficienti in tempo utile possiamo stare tranquilli senza attivare altre misure, se invece questo non accade - e io temo che non accadrà - dobbiamo essere pronti anche alla sospensione temporanea dei brevetti". 

 

5 domande all’Ue sui vaccini - Tramite gli ospiti e Panetta abbiamo inoltre provato a rispondere a 5 frequenti domande che i spettatori si pongono sui vaccini: Dove sono i vaccini?; Possiamo rivalerci verso le aziende che non consegnano le dosi?; Quali le responsabilità della Commissione europea nella contrattazione con le case farmaceutiche?; Negoziazioni Ue affidate a Sandra Gallina: molti si chiedono aveva i titoli adatti per effettuarle?; Sieri extra Ue, è l’Ema che deve prenderli in considerazione o sta a loro rendersi disponibili?

 

A "Possiamo rivalerci verso le aziende che non consegnano le dosi?" ha risposto Toia: "Se si fa un accordo, un contratto per una certa quantità di dosi a un certo prezzo, il contraente deve essere assolutamente rispettoso di quel contratto altrimenti ci sono delle conseguenze. Le case farmaceutiche devono assolutamente essere rispettose e ligie dei contratti. Non possono rivendere ad altri dosi che hanno 'promesso' all'Ue. Su questo saremo fermissimi, anche come Parlamento. L'Europa ha fatto gli acquisti comuni e ha fatto benissimo perché altrimenti oggi saremmo a una guerra tra Paesi. Se si sono fatti errori si verificheranno, ma l’Europa ha fatto la sua parte". 

 

Vaccini e varianti - I vaccini che stiamo somministrando adesso che efficacia hanno nei confronti delle varianti? "Sapevamo che il virus sarebbe mutato, per sua natura muta con facilità. Detto questo, dobbiamo vaccinare il prima possibile, cioè entro l'estate dovremmo arrivare ad aver vaccinato una quantità sufficiente di persone da ridurre al massimo la circolazione del virus e la possibilità che si creino varianti. Sull'efficacia dei vaccini nei loro confronti, qualche risposta la iniziamo ad avere: un po' incidono, soprattutto sulla brasiliana e la sudafricana, ma non in maniera sostanziale", spiega Andreoni.

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