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Contenuti online nocivi o illegali, le soluzioni proposte dal Parlamento europeo

Lʼobiettivo è quello di proteggere gli utenti e fare della rete un luogo più sicuro, tutelando al tempo stesso la libertà di espressione

Istockphoto

Come difendersi da contenuti web spesso in bilico tra derive illegali e messaggi nocivi? Interrogativo annoso a cui il Parlamento europeo ha risposto proponendo delle soluzioni in vista della Legge sui servizi digitali, alla quale l'Unione europea sta lavorando. Andiamo a vedere in sintesi i temi affrontati.

Meccanismo di notifica e azione vincolante - Una delle prime richieste fatte dai deputati è stata quella di dare la possibilità agli utenti di notificare ai responsabili delle piattaforme coinvolte contenuti o attività potenzialmente illecite. L'eventuale ricorso fatto dagli utenti potrà poi avvenire tramite un organismo nazionale di risoluzione delle controversie.

 

Distinzione importante - I parlamentari europei hanno espresso il bisogno di introdurre un'importante distinzione: quella tra "contenuti illeciti e contenuti nocivi". Il Parlamento europeo ha dunque chiesto che venga operata una distinzione precisa affinché i contenuti illegali vengano subito rimossi, mentre quelli nocivi possano essere gestiti in modo differente.

 

Contenuti illeciti - Le azioni di contrasto intraprese dalle singole piattaforme, pur spesso lodevoli, non sono quasi mai sufficienti. Nell’ottica dell'introduzione di nuove misure per contrastare il contenuto illegale che viaggia in rete, il Parlamento europeo ha espresso il bisogno di maggiore chiarezza e di norme per la moderazione dei contenuti valide in tutta l'Unione Europea. E' stato dunque rimarcato un dovere preciso dei responsabili delle piattaforme: quello di rimuovere contenuti illegali in modo accurato, proporzionato e, soprattutto, non discriminatorio. Si è poi caldeggiata l'idea di obbligare le piattaforme online a denunciare un eventuale reato grave alle autorità competenti.

 

Contenuti nocivi - Non si tratta di materiale "illegale", ma di una mole di contenuti che fanno di certo la differenza in termini di disinformazione o peggio ancora di istigazione all’odio. Il Parlamento ha dunque proposto maggiori obblighi di trasparenza per le piattaforme, esprimendo poi la necessità di accrescere l’alfabetizzazione mediatica degli utenti.

 

Meno pubblicità - L'obiettivo principale è quello di assicurare all'utente un maggior controllo sui contenuti visualizzati durante la navigazione, lavorando al contempo su una pubblicità meno invasiva, più attinente alla ricerca fatta in quel preciso momento e dunque non più strettamente legata alla cronologia di navigazione.

 

La Legge sui servizi digitali e le prossime tappe - Il 15 dicembre, la Commissione europea ha presentato la legge sui servizi digitali. Fine ultimo: accrescere la protezione dei consumatori e la sicurezza degli utenti. Il Parlamento europeo e gli Stati membri discuteranno la proposta della Commissione secondo la procedura legislativa ordinaria. In caso di adozione, il testo definitivo sarà direttamente applicabile in tutta l'Unione europea.

 

Novità di non poco conto, dunque, che vanno a riconfigurare completamente il panorama dei servizi digitali. L'impatto sarà forte e la ripercussione notevolissima per i cittadini (liberi così di difendere i propri diritti online e meno esposti a contenuti illegali), per i fornitori di servizi digitali (certezza del diritto, armonizzazione delle norme) e per la società nel suo insieme.

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