Fall.

Jo Squillo: Dior, la collezione Fall 2025

La realtà di una costruzione è il suo spazio interno, quello che si abita: questo vale per l’architettura, e vale anche per la moda.

22 Apr 2025 - 08:00

È in questo spazio, che potremmo definire di confine, che si svolge il rapporto tra corpo e abito. Rapporto che differisce tra le diverse culture. Tra l’abito per il corpo e il corpo per l’abito.

Per la collezione Fall 2025, Maria Grazia Chiuri decide di esplorare e di mettere in relazione quello spazio che definisce le forme vestimentarie delle culture del mondo. Tra il vestito tridimensionale e quello bidimensionale come il kimono, su cui aveva riflettuto anche Monsieur Dior quando nell’autunno-inverno 1957 aveva progettato il Diorpaletot e il Diorcoat, nati per essere indossati sopra il kimono e rispettarne la foggia. Poi, in quel continuo gioco di rimandi che è la moda, l’album del viaggio in Giappone, dove nel 1971, a Tokyo, furono presentate le creazioni Dior di Marc Bohan, instaura un dialogo con gli affascinanti personaggi del teatro giapponese.

In questa mappa immaginativa si posiziona la mostra Love Fashion: In Search of Myself*, che Chiuri visita a Kyoto. Una mostra che nella relazione tra due diverse culture vestimentarie nei tempi recenti esprime la diversa attitudine dei corpi che nella forma degli abiti possono rivelare la complessità delle emozioni che li abitano: Body, Identity and Invisible Desire è uno dei temi dell’esposizione.

Chiuri si muove nello spazio della moda per lavorare attorno a una sorta di anima materiale in cui l’abito è il corpo: un corpo contemporaneo che innesta l’aritmetica del modello Kimono e la qualità del tessile in quella struttura vestimentaria che appartiene a Chiuri per formazione. Nascono così giacche e cappotti dalla linea ampia e arrotondata, a volte chiusi dalla cintura. Abiti preziosi nel materiale della seta e nella stampa di un giardino giapponese che accompagnano la silhouette smussandone ed eliminandone gli spigoli.

Pantaloni ampi, gonne lunghe che ondeggiano a seconda del modo di camminare. È una collezione metamorfica, dove il nero resta intenso e profondo, dove la meravigliosa narrazione di motivi floreali diventa stampa, dove l’inserto di un ricamo in oro esprime quel desiderio prezioso che attraversa sempre la moda e i suoi autori.

La collezione oscilla fra le forme del vestire che fissano le culture nella nostra immaginazione, generando conversazioni che suggeriscono nuove soluzioni, in quello spazio di confine e di confronto che riconnette la moda all’architettura, e alla sua dimensione progettuale più intima che mette al centro il corpo, i corpi.

© Ufficio stampa

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