LA SCOPERTA

Spazio, individuato un buco nero "vicino" e difficile da identificare

Il corpo celeste dista "soli" 18mila anni luce da noi e si trova all'interno dell'ammasso di stelle Omega Centauri

11 Lug 2024 - 16:51
 © Esa

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Nuova scoperta di un buco nero. Quest'ultimo è di categoria "intermedio", lo sfuggente anello mancante tra i piccoli buchi neri prodotti dalla fine di una singola stella e quelli enormi che si trovano al centro delle galassie, come nella Via Lattea. A individuarlo a 18mila anni luce da noi sono le osservazioni guidate dall'Istituto tedesco Max Planck, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Il buco nero si trova dentro un insieme di tantissime stelle

 Il nuovo buco nero individuato dopo un lunghissimo lavoro di analisi si trova all'interno di Omega Centauri, che a occhio nudo appare come una sorta di stella un po' sfocata ma che in realtà è un insieme di milioni di stelle che sono quel che resta di una piccola galassia in qualche modo depredata dalla Via Lattea.

La forza gravitazionale della nostra galassia le avrebbe infatti strappato gran parte dei materiali leggeri, quelli necessari alla formazione di nuove stelle. Analizzando traiettorie e velocità di migliaia delle stelle di Omega Centauri i ricercatori sono ora riusciti a scoprire che al centro della galassia nana ci sarebbe uno strano buco nero, uno dei più ricercati in questi anni e quasi impossibili da identificare.

Come si forma un buco nero?

 I buchi neri sono infatti prodotti dall'esplosione finale di alcune grandi stelle, oggetti che hanno una massa di poche volte il nostro Sole concentrata in uno spazio piccolissimo ma nel corso del tempo possono crescere inglobando altre stelle o fondersi con altri buchi neri. Sappiamo ad esempio che al centro delle galassie ci sono buchi neri enormi, con milioni di volte la massa del Sole e per questo detti supermassicci. Ma non ci sono quasi tracce di buchi neri intermedi, quelli con massa di qualche migliaio di volte il nostro Sole.

Una scoperta importante

 La scoperta di un buco nero intermedio così vicino a noi potrà ora aiutare a capire meglio le dinamiche non ancora pienamente comprese di accrescimento dei buchi neri.

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