Il progetto ha vinto il primo premio al concorso internazionale Hyperion di Initiative for Interstellar Studies
© Project Hyperion
Si chiama Chrysalis, crisalide, ed è la nave spaziale italiana progettata per ospitare centinaia di persone lungo un viaggio multigenerazionale verso il più vicino mondo abitabile. L'astronave, un cilindro lungo 58chilometri, è dotata di gravità artificiale, ecosistemi autosufficienti e sistemi di supporto vitale per garantire la sopravvivenza di più generazioni fino al raggiungimento di Proxima b, situato a circa 4,25 anni luce dalla Terra.
Una nave spaziale che per ora non è ancora realtà, ma che ha conquistato il primo posto nel concorso internazionale Hyperion di Initiative for Interstellar Studies, organizzazione non profit britannica dedicata all'esplorazione degli esopianeti e alla colonizzazione di mondi lontani. Il concorso, lanciato a novembre con un montepremi di 10mila dollari, ha sfidato i partecipanti a sviluppare concetti innovativi per una nave generazionale capace di ospitare fino a 1.500 persone per raggiungere il più vicino esopianeta abitabile.
A sbaragliare la concorrenza è stato il team italiano composto da Giacomo Infelise (architetto e paesaggista), Veronica Magli (economista e innovatrice), Guido Sbrogio (astrofisico e ingegnere), Nevenka Martinello (ingegnere ambientale e artista freelance) e Federica Chiara Serpe (psicologa, attrice e artista). La loro Chrysalis è formata da una struttura cilindrica modulare che riduce al minimo la sezione anteriore, per contenere il rischio di collisioni con micrometeoriti e detriti orbitali e ridurre le sollecitazioni strutturali durante le fasi di accelerazione e decelerazione.
La nave misura 58 chilometri da un'estremità all'altra e 6 chilometri di diametro, per una massa totale di 2,4 miliardi di tonnellate. Per la propulsione usa un sistema a fusione diretta e propellente a elio e deuterio per generare un'accelerazione pari a 0,1 g. Dopo un periodo di accelerazione di un anno, i progettisti prevedono un viaggio di almeno 400 anni, seguito da un anno di decelerazione una volta raggiunto l'esopianeta Proxima b.
L'habitat, situato nella parte anteriore della nave, ha una struttura rotante coassiale, composta da livelli inseriti uno dentro l'altro che includono (dall'esterno verso l'interno) aree di produzione alimentare ed ecosistemi, spazi comuni, abitazioni e giardini, servizi, un livello di magazzino e il nucleo assiale. Ogni guscio ruota continuamente durante il viaggio per simulare una gravità simile a quella terrestre e fornire tutti gli alloggi, le infrastrutture, l'energia e le risorse necessarie per sostenere l'equipaggio di circa 600 persone. A prua della nave si trova il Cosmo Dome, un'enorme cupola da cui godersi il paesaggio durante il volo.