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Università, borse di studio: Toscana, Emilia-Romagna e Campania le più “generose”. Sicilia “maglia nera” sugli idonei non beneficiari

Le tre regioni - così come la Provincia Autonoma di Bolzano - hanno portato gli importi delle borse di studio al di sopra della media nazionale. In generale, la maggior parte delle aree si sono adeguate alle cifre dettate dalla normativa nazionale. Ma, in alcune zone, persiste il fenomeno della mancanza di fondi per assegnare la borsa a tutti i potenziali beneficiari

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Lo studio universitario è un diritto sancito dalla Costituzione eppure - dati alla mano - per non tutti gli studenti è davvero così.

Specie per quelli che hanno la necessità (e i requisiti) per ottenere una borsa di studio ma che, pur avendo le carte in regola, ancora oggi non riescono ad accedervi. Perché molto dipende dalle Regioni che, per carenza di fondi, in alcuni casi non riescono a garantire l’erogazione della borsa di studio. Contribuendo a passare in eredità di generazione in generazione l’annoso problema degli studenti “idonei non beneficiari”.

 

Borse universitarie, non tutte le Regioni stanno al passo: in Sicilia la copertura più bassa

 

Stando al Rapporto sulla Condizione degli Studenti Universitari 2022 - elaborato dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), sulla base dei dati dell’anno accademico 2019-2020 (ultimi disponibili) - gli studenti che di fatto non hanno potuto usufruire di una borsa di studio per mancanza di risorse sono stati circa 5.500. Con l’Italia che, nonostante il netto miglioramento rispetto agli anni precedenti, si conferma l’unico Paese dell’area OCSE dove persiste la figura degli “idonei non beneficiari”.

 

Un triste primato che non rende giustizia a un sistema universitario italiano che, come sottolinea l'analisi del portale Skuola.net, sta facendo grandi sforzi per estendere il diritto alle borse di studio a una platea sempre più vasta di studenti. Il DPCM n° 159 del 2015 ha infatti da tempo rimodulato i parametri ISEE per l’assegnazione delle borse di studio, con un aumento significativo di questo indicatore. Il risultato? Si è passati dai 182.345 studenti idonei del 2015 ai 226.147 del 2020: un incremento di circa il 20%. Tra tutte, la Campania è la Regione che ha visto crescere di più il numero degli studenti idonei a ricevere una borsa di studio, passando dai 15.543 dell’anno accademico 2012-2013 ai 23.339 del 2019-2020. E la quota di borse effettivamente erogate, sempre nel 2019-2020 ha raggiunto il 97,60% degli studenti a cui spettavano (quando nel 2012-2013 furono appena 74,90%).

 

Sta però di fatto che sebbene il rapporto tra idonei e beneficiari è rimasto costante nel corso degli anni, l'aumento dei primi si scontra per forza di cose con l’effettiva copertura delle borse di studio: non tutte le Regioni riescono a garantire un supporto economico agli studenti meritevoli. E’ il caso della Sicilia, dove - nell’anno accademico preso in esame - la copertura non ha superato l’80% (si ferma al 78,80%). Tra gli altri territori che non arrivano al 100% di copertura troviamo anche il Molise, che addirittura torna indietro, peggiorando il rendimento rispetto alla precedente rilevazione: dal 100% del 2018-2019 al 93,30% del 2019-2020. Anche il Veneto e la Lombardia si fermano rispettivamente al 98,40% e 98,20%. Poi c’è la Calabria, anche se a quest’ultima va dato il merito di aver progressivamente migliorato il proprio rendimento rispetto alla prima rilevazione: dal 40% del 2012 al 99,50% del 2020.

 

Le Regioni che “pagano” di più: Emilia-Romagna, Toscana e Campania in testa

 

C’è, però, un altro parametro che può aiutare a valutare la qualità del diritto allo studio in Italia: gli importi delle borse di studio erogate, sempre su base regionale. Ma, anche su questo, i territori si sono mossi in ordine sparso. Dati alla mano, nell’anno accademico 2019-2020, gli importi minimi delle borse di studio (stabiliti dal DM n° 316 del 5 aprile 2019)  sono stati di 5.231,58 euro per i fuori sede, 2.884,09 euro per gli studenti pendolari e 1.971,89 euro per gli studenti in sede. Molte Regioni si sono limitate ad allinearsi alla normativa nazionale, altre hanno aumentato addirittura gli importi (di tasca propria).

 

Parliamo ad esempio dell’Emilia-Romagna che ormai da anni si attesta tra le Regioni “virtuose”, che garantiscono il 100% delle borse a tutti gli idonei. Uno studente fuori sede iscritto in un qualsiasi ateneo pubblico emiliano-romagnolo nell’anno accademico 2019-2020 ha percepito un sostegno economico pari a 5.672 euro; uno studente pendolare ha percepito 3.324 euro; mentre uno studente residente nello stesso Comune dell’ateneo ha incassato 2.495 euro. Esemplare anche il caso della Provincia di Bolzano, dove uno studente fuori sede arriva a percepire addirittura 5.800 euro; un pendolare 4.060 euro e uno studente “in sede” 2.900 euro (anche se in quest’ultimo caso la platea dei destinatari è decisamente ridotta rispetto agli altri territori). Menzione speciale anche per la Toscana, che addirittura ha portato il tetto della borsa di studio riservata ai fuori sede a 6.080 euro. Anche agli studenti pendolari e residenti in Toscana comunque è andata bene, portando a casa rispettivamente 2.890 e 1.980 euro.

 

In termini assoluti, invece, sono la Campania e la Lombardia a spendere di più per le borse di studio: rispettivamente 103.882.918 e 75.728.963 milioni di euro. Ma qui dipende anche dall’enorme platea degli assegnatari. Mentre a livello di importi medi la maggior parte delle Regioni si attesta attorno quota 3.000 euro, con alcune - come Campania e Marche - che vanno anche oltre i 4.000 euro. 

 

Importo medio borse di studio: il quadro varia molto a seconda della zona

 

Di contro, dall’analisi del CNSU emerge anche un andamento decrescente dell’importo medio delle borse di studio in molte altre Regioni. In Friuli Venezia-Giulia, in appena un anno, c’è stato un vero e proprio tracollo: dai 3.419 euro di importo medio dell’anno accademico 2018-2019 ai 2.825 euro del 2019-2020. Situazione più o meno analoga in Abruzzo, dove in dodici mesi il valore medio è passato da 3.263 a 2.777 euro.In Liguria si è passati dai 2.834 euro del 2018-2019 ai 2.525 del 2019-2020, sulla scia di un preoccupante trend nazionale.

 

Senza fare però di tutta l’erba un fascio, anche sull’andamento degli importi si registrano degli esempi “virtuosi” che fanno ben sperare. E’ il caso della già citata Campania, che ha visto crescere la propria disponibilità a sostegno dello studio: 4.451 euro del 2019-2020 contro i 2.719 dell’anno precedente. Stessa cosa per gli atenei delle Marche, dove l’importo medio ha visto un incremento di quasi 300 euro.

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