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Scuola, 3 punti in meno a chi non raggiunge il 9 in condotta: le novità della riforma

Le nuove regole vogliono diventare il baluardo contro aggressioni e bullismo. Le reazioni: se gli studenti sembrano già sul piede di guerra, i presidi ci vanno cauti

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di dichiarare “guerra” ai comportamenti non in linea con i principi educativi trasmessi dalla scuola, ponendo la missione come uno dei pilastri della sua azione di Governo.

Le indicazioni contenute nel progetto di riforma appena approvato dal Consiglio dei Ministri - che quindi deve passare dal vaglio del Parlamento per essere legge - parlano chiaro: comportarsi bene, meglio se in maniera ineccepibile, avrà un impatto diretto anche sugli esiti finali del proprio percorso, voto di maturità incluso. Di contro, chi non raggiungerà almeno il 9 condotta fisso nel corso dell’ultimo triennio di studi, sulla carta perderà 3 punti di credito scolastico, il quale poi va a confluire nel voto finale di diploma. E chi non raggiungerà la sufficienza, potrà scordarsi il diploma.

Questa e altre novità, che riguardano anche la scuola media, probabilmente non si concretizzeranno nel corso di quest’anno scolastico. Ma dopo il moltiplicarsi dei casi di aggressioni ai danni dei docenti e del dilagare incontrollato del bullismo tra alunni, la stretta sulle regole di condotta degli studenti è destinata ad arrivare in porto.

 

“Con la riforma del voto di condotta e della sospensione - ha sottolineato il premier Giorgia Meloni - riportiamo la cultura del rispetto nelle scuole, e rafforziamo l’autorevolezza dei docenti. È una svolta molto attesa dalla società italiana”.

 

Ma in alcune frange delle rappresentanze studentesche (e non solo), a poche ore dal via libera ufficiale alla riforma, il malumore è già percepibile: Si punta a un progetto di scuola autoritaria, in cui lo strumento di contrasto principale diventa il voto in condotta, contestano ad esempio Flc-Cgil, Unione Degli Studenti, Rete degli Studenti Medi e Coordinamento Genitori Democratici.

 

 

I dirigenti scolastici: “A queste misure va sempre accompagnata azione di supporto agli studenti”

 Si pone nel mezzo, invece, il punto di vista dei dirigenti scolastici: “Le misure per contrastare il bullismo e l’aggressività di molti ragazzi, annunciate dal Consiglio dei Ministri - ha detto Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, parlando con Skuola.net - vanno nella direzione di un maggiore controllo degli studenti. Chiaramente non bastano solo norme di tipo repressivo, che peraltro ci sono sempre state; ricordiamo il sette in condotta di molti anni fa, il cinque in condotta per cui non si era ammessi agli esami, ecc. A queste misure va sempre accompagnata un’azione, che gli insegnanti già cercano di fare ma che deve essere implementata, di supporto agli studenti, per far sì che la loro emotività non scada poi in forme di aggressività pesanti, anche di violenza fisica. È importante, infine, che ci si ponga di fronte al problema con uno spirito che definirei “laico”, senza divisioni di campo. La politica deve cominciare a capire che la scuola è un ambito talmente delicato, che ha bisogno di convergenze”.

 

Il nuovo regolamento sul comportamento a scuola in 5 punti

 Il voto di condotta sarà influente già a partire dalle classi medie, per diventare quasi una materia a sé stante nel corso delle superiori, arrivando a poter essere determinante in vista dell’esame di maturità. In mezzo, regole stringenti e dal respiro “rieducativo” per quel che riguarda le sospensioni durante l’anno. Solo i bambini delle elementari, in pratica, restano ancora legati al giudizio e a un occhio più benevolo. Ecco i contenuti del progetto.

 

  • Voto anche alle scuole medie

    Partiamo dalle scuole medie. Qui l’attuale giudizio, descrittivo, sulla condotta viene sostituito dal classico voto, espresso in decimi. Se non si raggiunge almeno il 6, si ripete l’anno o, nel caso della terza media, non si può accedere all’esame conclusivo del ciclo di studi. Qualsiasi voto superiore alla sufficienza, comunque, consente di passare alla classe successiva o all’esame; senza distinzioni tra alunni.
     
  • Superiori: con l’insufficienza si viene bocciati

    Differente è il discorso per le scuole superiori. La valutazione sulla condotta qui è già espressa in decimi. Gli studenti più grandi, sulle questioni disciplinari, avranno però i fari puntati addosso. Resta fermo il principio che con meno di 6 si viene automaticamente bocciati o, nel caso degli alunni di quinto, viene negato l’accesso agli esami di Maturità.
     
  • Debito scolastico con il 6 in condotta

    Ma, a questo livello scolastico, la sufficienza non è garanzia di promozione piena. A chi non riesce ad andare oltre il 6, infatti, verrà dato il “debito”; per passare alla classe successiva, quindi, si dovrà superare l’esame di recupero a settembre. Su cosa verterà la verifica di fine estate? Sulla presentazione ai docenti di un elaborato sui temi di “Cittadinanza attiva e solidale”; se ciò accade in quinto superiore, l’elaborato dovrà essere discusso di fronte alla commissione di Maturità.
     
  • Maturità, solo dal 9 in condotta si ottiene il massimo dei crediti scolastici

    Il vero spartiacque per gli studenti delle superiori, specie in ottica diploma, è però l’8 in condotta. Infatti, se non si supera questa soglia, sulla carta si possono perdere fino a 3 punti di credito scolastico. Si tratta di un punteggio che va a confluire direttamente nel voto di Maturità e viene assegnato al termine di ogni anno, nell’ultimo triennio di scuole superiori, sulla base della media dei voti conseguiti dallo studente in tutte le discipline, condotta inclusa. Il consiglio di classe deve attenersi ad una tabella ministeriale che fa corrispondere ogni media a un punteggio, ma ha un margine di discrezionalità di un punto per ogni annualità. Un bonus che dovrà restare nel taschino in caso di voto di condotta inferiore al 9.
     
  • Attività “educative” per chi viene sospeso

    Comuni per medie e superiori, invece, sono le novità su sospensioni e allontanamenti dalla classe per motivi disciplinari. Anche qui viene introdotta una soglia che cambia notevolmente la situazione. Se la punizione resta all’interno delle due giornate, lo studente verrà coinvolto in quelle che sono state chiamate “attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare”; presumibilmente da svolgere in ambiente scolastico, quindi senza il consueto divieto di entrare a scuola.

    Decisamente più impegnativo, invece, il percorso di “riabilitazione” per chi viene sospeso per più di due giorni. In questo caso la punizione si dovrà scontare attraverso la partecipazione ad “attività di cittadinanza solidale, presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche”. In pratica, una sorta di “servizio sociale”. Che non è escluso venga limitato ai giorni della sospensione, visto che il consiglio di classe potrebbe decidere, in casi particolarmente gravi, di farlo proseguire anche dopo il rientro in classe dello studente.

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