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Scuola: il protocollo sulle quarantene dimezza la Dad, ma i casi continuano ad aumentare

Da inizio novembre solo la metà degli studenti delle superiori che hanno avuto un solo caso positivo in classe sono stati costretti alla quarantena generale: l'85% degli alunni più grandi non ha mai vissuto l'esperienza della Dad

scuola covid studenti
Ansa

Quanti sono gli studenti che, dall’inizio dell’anno, hanno sperimentato il ritorno alla Dad? Non esistono dati ufficiali su base nazionale.

Perciò Skuola.net ha cercato di tracciare un bilancio a oltre due mesi dal via intervistando oltre 5.000 alunni delle scuole superiori. Un’occasione anche per chiedere ai ragazzi se il nuovo protocollo per la gestione dei casi positivi a scuola stia permettendo effettivamente di limitare il ricorso alla Dad, come era negli auspici iniziali. E in effetti, stando ai dati raccolti, a partire dall’aggiornamento del protocollo la didattica a distanza sembra essersi perlomeno ridotta, specie se consideriamo che parallelamente il numero generale dei contagi è aumentato in tutta Italia.

Numeri in peggioramento

Tirando le somme, da inizio anno ad oggi è circa l’85% degli studenti delle scuole superiori a non aver trascorso nemmeno un’ora in Dad o a non aver avuto in classe compagni costretti a farlo. Ma è innegabile che l’aggravarsi della situazione pandemica abbia avuto un effetto diretto su questo dato: un mese fa erano infatti di gran lunga di più, ovvero il 94% del campione. E il peggioramento è tutto imputabile all’aumento dei casi di quarantena o di isolamento dei soli casi positivi.

 

Le nuove regole aiutano la didattica "in presenza"

Tuttavia il nuovo protocollo, entrato in vigore dallo scorso 8 novembre, ha avuto effetti positivi anche se non risolutivi nel ridurre la quota di studenti in Dad: alle superiori, nella metà delle classi in cui si è evidenziato un caso positivo è scattata la quarantena solo per il soggetto interessato. Mentre gli altri hanno potuto proseguire con le lezioni “in presenza”. Perché, se in precedenza con un solo caso positivo era l’intero gruppo classe a essere spedito in Dad, ora solo dal terzo caso in poi viene disposta la quarantena generale, inoltre differenziata in termini di durata tra vaccinati (almeno 7 giorni) e non vaccinati (almeno 10 giorni). Stessa differenziazione che si registra quando ci sono due soli casi complessivi in una classe: va in isolamento solo chi ha contratto il virus insieme agli studenti non vaccinati. A conti fatti, perciò, il ricorso generalizzato alla didattica a distanza è stato più o meno dimezzato.

 

La macchina del tracciamento è abbastanza veloce

Un altro dubbio legato all’introduzione del nuovo protocollo riguardava l’effettivo annullamento della Dad per gli studenti che entrano in contatto con un positivo ma restano “negativi”, potendo continuare a frequentare la scuola in presenza. In teoria. Perché quando si ha notizia di un caso di Covid in una classe è previsto lo screening su tutti i suoi compagni (al cosiddetto tempo “t0), poi ripetuto per verifica dopo cinque giorni (al cosiddetto “t5”). E finché non si hanno in mano i risultati, si va tutti in Dad. Anche su questo punto, però, le cose sembrano procedere nel verso giusto. Con le Asl e le scuole che si stanno mostrando abbastanza celeri nella gestione del processo di screening.  Laddove sono stati riscontrati casi isolati, il resto della classe ha quasi sempre potuto proseguire senza perdere neanche un giorno di scuola "in presenza": solo il 19%  è dovuto restare in Dad per uno o più giorni da "negativo". Anche se, tra questi ultimi, circa 1 su 3 ha dovuto aspettare più di tre giorni prima di poter rientrare a scuola; un altro 30%, invece, ha atteso tre giorni esatti; mentre per il 23% si è trattato di un paio di giorni e per il 15% di una sola giornata d’attesa. Ma si tratta più di un’eccezione che della regola. 

 

Non c'è solo il virus a complicare le cose

Missione compiuta, quindi? Tutto sommato sì. Tra l’altro, non sempre la Dad è imputabile al virus. Infatti ci sono istituti in cui gli spazi, pur derogando alla norma sul metro di distanza, gli spazi non sono sufficienti a garantire il rispetto in toto del protocollo ministeriale: il 4% degli intervistati dice di dover alternare giorni di scuola in presenza con giornate di scuola “a distanza” proprio per questo motivo. Un dato stabile rispetto al precedente monitoraggio di Skuola.net, realizzato ad un mese dall’inizio dell’anno scolastico.

 

Il parere degli studenti sul protocollo

Ma, numeri a parte, i ragazzi come stanno vivendo le nuove regole? Non tutti sembrano essere d’accordo con la linea adottata dal Governo: il 56% del campione avrebbe preferito rimanere col vecchio sistema (Dad per tutti al primo caso) in quanto più adatto a tutelare la loro salute e quella delle proprie famiglie, mentre il 44% appoggia in pieno la nuova procedura, che consente di dare maggior continuità all’anno scolastico. Ampio consenso, invece, per l’introduzione della disciplina “differenziata” per il rientro in classe degli studenti in quarantena (più breve per i vaccinati, più lungo per i non vaccinati): più di 6 su 10 sono favorevoli a dare un vantaggio a chi ha deciso di immunizzarsi. 

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