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Ritorno a scuola dopo le vacanze: i presidi fanno la conta di positivi e classi in Dad

Tra assenze di studenti e professori, riduzioni di orario e difficoltà nella gestione dei casi di positività, i dirigenti scolastici tracciano un bilancio piuttosto negativo nella prima settimana di ripresa delle lezioni

A una settimana dal rientro a scuola, mentre il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi si dice soddisfatto per l'andamento della situazione, i dirigenti scolastici la pensano diversamente.

I presidi, infatti, in prima linea nella gestione dei contagi tra alunni e docenti, denunciano diffusamente una situazione caotica. Come emerge anche dalle interviste che il portale Skuola.net ha fatto ad alcuni di loro.

Per Bianchi la scuola deve essere l'ultima a chiudere

Secondo il governo, dunque, la linea dura degli istituti aperti "a tutti i costi" ha pagato. Contribuendo a riscoprire lo spirito della scuola in presenza: "Non è che prima chiude la scuola e poi viene tutto il resto, - ha ribadito Bianchi. - Quello che è stato evidente in questa settimana è che nella stragrande parte del Paese non solo si è tornati a scuola, ma si è ritrovato il valore della scuola in presenza. Io non faccio guerre di religione contro la Dad: questa funziona se è parte integrante di un progetto didattico, non se è l'alternativa o il surrogato della scuola”. 

 

I presidi: bilancio "negativo” come da aspettative

Ma, come detto, di tutt’altra opinione sono coloro che vivono in prima persona le problematiche dovute alla quarta ondata, con le sue non banali ripercussioni sulla vita scolastica. A una settimana dal ritorno tra i banchi, infatti, l’umore all'interno degli istituti non è dei migliori. Per Cristina Costarelli, preside del liceo Newton di Roma, e presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio, il bilancio della prima settimana non può che essere negativo. Tra assenze dei docenti e didattica mista “non si riesce a garantire una didattica regolare”, sostiene la preside, che rilancia: “Al Newton nessuna classe ha svolto la settimana completa di lezioni, ogni giorno alcune classi sono entrate dopo o uscite prima. La situazione conferma la necessità di quello che avevamo chiesto: lo slittamento del ritorno in presenza di almeno due settimane”.

 

Non solo, oltre alle assenze per positività e quarantene, molti alunni rimangono a casa per volontà degli stessi genitori o per cause di forza maggiore. Ogni caso, sostiene la Costarelli, presenta “condizioni accessorie” diverse; per cui c'è chi è assente perché non vaccinato e quindi, privo di Super Green Pass, non può prendere i mezzi di trasporto; oppure c'è chi non manda i propri figli a scuola per paura del contagio o perché devono completare il ciclo vaccinale. Ma è stata una settimana faticosa anche per via delle misure di sorveglianza, che “non si sposano con la realtà della situazione”, conclude Costarelli.

 

Una realtà che è fatta anche di problemi di connettività. ANP Lazio e Roma chiedono “interventi di verifica della connettività delle scuole, visto l’elevato numero di classi in DAD/DDI: in diverse scuole si presenta la necessità di aumento della portata della Rete stessa”.

 

I dirigenti scolastici si sentono lasciati soli

Sulla stessa linea d'onda le parole di Laura Biancato, preside dell'istituto Einaudi di Bassano del Grappa (Vicenza), eletta miglior dirigente scolastica d'Italia nel 2021. Secondo il suo parere, i dirigenti sarebbero stati lasciati da soli a gestire una situazione complessa e dai risvolti sempre diversi. Con problemi pratici che paralizzano le scuole: i nuovi protocolli richiedono il controllo dello status vaccinale degli studenti per consentire la frequenza scolastica quando ci sono almeno due contagiati in una classe, peraltro sempre non controlli effimeri - controllo giornaliero del Green Pass - e senza poter trattenere alcuna documentazione relativa allo status vaccinale o di guarigione dello studente. Una fatica di Sisifo, perché “allo scattare della terza positività ci tocca comunque lasciare tutti a casa, rendendo vano il lavoro fatto. La situazione è ingovernabile”.

 

E il processo di gestione dei casi positivi non si ferma nemmeno il sabato e la domenica, con continue comunicazioni tra la scuola, le famiglie e i docenti. E mentre per il ministro Bianchi la Dad dovrebbe essere tra le ipotesi più remote, la Biancato sostiene che la didattica a distanza sarebbe stata un'ottima soluzione, quantomeno per garantire la stabilità della didattica alle classi superiori.

 

A volte entrano in gioco anche le ordinanze dei sindaci

A Sud, in particolare, la prima settimana di scuola dopo le vacanze natalizie ha risentito anche delle ordinanze che i diversi sindaci hanno diramato per posticipare il rientro in presenza. Soprattutto in Campania e in Sicilia grazie allo “scudo” delle ordinanze regionali. E' quanto confermano le parole di Francesco Fuschillo, preside del liceo di Gragnano e di un altro istituto comprensivo nel centro di Napoli. Per quanto riguarda l'istituto del capoluogo, Fuschillo sostiene che tutto ha funzionato normalmente, eccetto la rinuncia al servizio mensa ove normalmente erogato. Ma negli altri Comuni della Città Metropolitana le cose non sono andate allo stesso modo. In alcuni casi, per volontà di alcuni sindaci, le scuole riprenderanno le lezioni in presenza da lunedì 24 gennaio. Proprio quello che è avvenuto nel liceo di Gragnano, “la cui apertura è quindi slittata di un'altra settimana”, sostiene Fuschillo. Di fatto la stessa guerra di ricorsi presso il Tar, combattuta a livello regionale, si sta riproponendo a livello municipale.

 

Ma c’è anche chi è già fuori dalla crisi

Tuttavia, come anche ha spiegato il ministro Bianchi, i disagi sono stati differenziati zona per zona. Perciò non mancano dirigenti scolastici il cui barometro indica bel tempo. Salvatore Giuliano, preside dell'Itis Majorana di Brindisi, pur essendo preoccupato per l'andamento dei contagi tra studenti e docenti, in lento ma progressivo peggioramento, racconta che per adesso nel suo istituto si contano solo due classi in didattica a distanza, mentre la situazione del personale è sostanzialmente sotto controllo.

 

Così come Riccardo Rota, preside dell'Istituto Superiore Sobrero di Casale Monferrato (Alessandria), parla di una situazione che si è “ormai stabilizzata”. Nonostante le iniziali difficoltà nella gestione della presa in carico delle positività, a suo parere, queste adesso sono ormai “standardizzate e gestite in maniera sistemica”. Il dirigente scolastico afferma così che, in tutto il suo istituto, solo due classi sono in Dad pura mentre altre due sono in didattica digitale integrata. Tutto sommato poche unità in una realtà che conta oltre 1.500 studenti.

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