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Professioni sanitarie, aumentano i posti ma si riducono i giovani interessati a infermieristica e dintorni

In occasione dei test d’ingresso universitari per l’accesso alle varie professioni sanitarie, i dati provenienti dagli atenei segnalano un brusco calo tra i candidati a questo tipo di carriere. A perdere potenzialmente più studenti quest'anno potrebbero esserci anche alcune tra le lauree più ambite, come quelle per Fisioterapista e Ostetrico

Professioni sanitarie, aumentano i posti ma si riducono i giovani interessati a infermieristica e dintorni - foto 1
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Dopo il boom post pandemia, le professioni sanitarie conoscono la prima vera “crisi vocazionale” dopo anni di interesse crescente.

E paradossalmente nel momento in cui il Sistema Sanitario Nazionale ne avrebbe più bisogno, visto il concomitante incremento di posti disponibili. Proprio nel giorno in cui vanno in scena in tutta Italia i test per accedere a uno dei 22 corsi predisposti dai vari atenei pubblici d’Italia, un’elaborazione effettuata da Angelantonio Mastrillo, segretario della Conferenza dei Corsi di laurea delle Professioni Sanitarie - analizzando i dati sugli iscritti alle prove d’accesso per l’anno accademico 2023/2024 - segnala infatti un brusco calo delle candidature.

 

A riassumere le principali evidenze del report è il portale Skuola.net che mostra, ad esempio, come nelle università statali si sia passati dalle 67.704 aspiranti matricole di dodici mesi fa alle attuali 61.783, pari al -8,7%. Considerando anche le sette università private presenti nell’elenco, la quota sale a 66.574 ma rimane ben distante dalle 72.736 iscrizioni registrate nell'anno accademico 2022-2023.

 

Sembra, dunque, finita la “luna di miele” tra gli studenti e i percorsi universitari, in alcuni casi, tra i più efficaci per la ricerca di un’occupazione stabile e coerente col titolo post-diploma. Ma non è tutto. Perché la flessione registrata quest’anno è ulteriormente accentuata se si incrociano i dati degli iscritti con quelli dei posti disponibili. Quest’ultimi, infatti, sono invece in salita: si passa dai 32.998 del 2022 ai 34.040 del 2023, ovvero il +3,2%; con un rapporto delle domande su posto (D/P) pari a 2,0, in discesa rispetto al 2,2 del 2022 e lontanissimo dal picco massimo di 4,9 registrato nel 2011. Una notizia che, però, farà sicuramente piacere alle ragazze e ai ragazzi che ci proveranno, visto che non potranno che veder aumentare le proprie chance di successo.

 

Infermieristica, Fisioterapia e Ostetricia: il calo degli iscritti è una sorpresa

 

Nel dettaglio, sono le iscrizioni ai corsi per diventare infermiere, fisioterapista e ostetrico,che in quest’ultimo caso crollano di 20 punti percentuali. Tra i corsi di laurea più strutturati, cioè quelli che offrono come minimo 800 posti, preoccupa la flessione delle iscrizioni ai test per i corsi di laurea in Infermieristica: qui le università fanno registrare il 10,5% di domande in meno rispetto allo scorso anno: in un anno si passati da 25.539 a 22.870, con 19.860 posti a disposizione, il che si traduce in un rapporto domande/posto pari a 1,2 (nel 2022, era 1,3). Consistente anche il cedimento di Fisioterapia, le cui iscrizioni scendono dalle 20.013 dello scorso anno alle 18.572 di oggi (-7,2%), a fronte di 2.694 posti, portando il rapporto domande/posti a un più generoso 6,9:decisamente più basso del 7,6 di dodici mesi fa. E poi, come detto, c'è Ostetricia, che arretra dalle 6.354 candidature dello scorso anno alle 5.059 attuali (-20,4%),  per 1.098 posti, quindi con un rapporto domande/posti di 4,6 (nel 2022 fu di 5,8).

 

I corsi per Tecnico di radiologia vanno in controtendenza, grande affollamento per quelli da Logopedista

 

Ma, nel complesso, sono veramente tanti i corsi di laurea che hanno subito un forte ridimensionamento delle iscrizioni. Parliamo, ad esempio, dei percorsi per Tecnici di laboratorio: da 2.087 iscrizioni del 2022 a 1.875 nel 2023 (-10,2%). Oppure di quelli per Tecnici della prevenzione, dove le iscrizioni risultano essere il -9,3% rispetto al 2022: da 702 a 637. O, ancora, quelli per Igienisti dentali: da 2.609 a 2.510 (-3,8%). E quelli per Educatori professionali: da 698 a 637 (-8,7%). Gli unici corsi, tra quelli presenti praticamente ovunque, che invece vanno in controtendenza sono quelli per Tecnico di radiologia (da 4.358 a 4.468, +2,5%) e per Logopedista (da 3.724 a 4.245, +14%, un vero boom).

 

Regioni: solo Umbria, Molise e (soprattutto) Calabria aumentano le iscrizioni ai propri corsi

 

Anche a livello regionale quest'anno assistiamo ad alcune sorprese. Perché ce ne sono alcune che, a dispetto del trend nazionale, vedono aumentare in maniera significativa le iscrizioni da un anno all’altro. Sono principalmente tre: Umbria, Molise e Calabria. L'Umbria segnala un +2,3%, passando da 983 a 1.008 iscritti, con 617 posti totali messi a bando. Il Molise registra un +10,7%, passando da 307 iscrizioni a 340. La Calabria arriva addirittura al +29,9% (da 1.460 a 1.892 iscritti).

 

Sono tutte le altre Regioni, specie quelle con la popolazione universitaria più consistente, a trascinare in basso il dato sulle iscrizioni. Alcuni esempi: le due Università del Piemonte scendono da 4.051 a 3.768 posti (-7,0%); i sette atenei della Lombardia registrano il -8,5% (da 9.767 a 8.941 iscritti); le due del Veneto segnano un -11,8% (da 5.740 a 5.063); in Friuli Venezia Giulia i test per l’accesso alle lauree nelle professioni sanitarie vedono calare il proprio appeal del -0,3%, passando dai 1.175 iscritti del 20223 ai 1.171 attuali.

 

Proseguendo nella ricognizione territoriale, in Liguria si arriva al -10,7%, (da 1.682 a 1.502 iscritti); In Emilia Romagna ci si attesta sul -8,8% (da 6.031 a 5.499). Nelle Marche e in Toscana si scende, rispettivamente, del -10,5% e del -11,2%; le cinque università del Lazio “pagano” un -12,5%, arretrando dai 12.317 iscritti di dodici mesi fa ai 10.620 di oggi. In Abruzzo si conta il -3% di iscrizioni, in Puglia il -6,7%. Infine la Campania (con il -8,2% di iscritti), la Sicilia e la Sardegna (entrambe con il -10,4%).

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