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La Buona Scuola: gli studenti bocciano i nuovi prof

A meno di un mese dall'inizio delle lezioni, gli studenti danno un voto negativo agli insegnanti assunti grazie alla riforma: poco motivati, non sanno di attualità e non sono digitalizzati

Gli insegnanti arrivati con La Buona Scuola sono nuovi di zecca. Ma il loro modo di insegnare puzza ancora di vecchio. Tanto che a nemmeno un mese dall'inizio delle lezioni, gli studenti li bocciano: il digitale non lo usano più di quanto non facessero i vecchi prof nel 75% dei casi; nessuna novità in vista per l'insegnamento delle lingue nell'80% e di attualità ne parlano poco o niente il 76% delle volte. Almeno stando ai dati di un'indagine di Skuola.net a cui hanno partecipato circa 6mila studenti. Infatti, a fare lezione con un insegnante nuovo che ha ottenuto la cattedra grazie alla Buona Scuola è uno su 3, al cui il ritorno sui banchi a volte è stato non poco scombussolato. Con tanti saluti alla continuità didattica.

NUOVO ANNO, VECCHI PROBLEMI - A raccontare di non aver iniziato normalmente l'anno scolastico è infatti il 36% degli studenti che, una volta tornato in classe dopo le vacanze, si è ritrovato con almeno una cattedra vuota. E ad oggi la situazione non è migliorata per 1 su 2 degli stessi che, dopo circa un mese, ancora non ha tutti gli insegnanti. Un disagio temporaneo, certo, che fa sperare in meglio l'anno prossimo, quando in teoria tutti e 100mila i prof assunti con La Buona Scuola avranno occupato le cattedre vacanti o arricchito l'offerta formativa degli istituti.

PROF PIU' GIOVANI, MA… - Ma intanto, come sono questi nuovi prof? Giovani senza dubbio, almeno in 1 caso su 2. Peccato che sembrerebbero comunque vecchi dentro, almeno a detta degli intervistati che giudicano il loro modo di fare lezione vecchio quanto quelli dei loro precedenti insegnanti. Parliamo per esempio di digitale. I prof under 35 di cui parla tanto la Buona Scuola dovrebbero mangiare pane e app a colazione, eppure gli studenti non sembrano accorgersene: più di 1 su 2 racconta che i suoi insegnanti nuovi usano le tecnologie quanto i vecchi, quindi molto poco stando ai dati di Skuola.net sulla didattica innovativa. Peggio che mai, circa 1 teenager su 4 racconta di non aver ancora visto il digitale mettere piede in classe insieme al suo nuovo docente. Niente di nuovo nemmeno sul fronte delle lingue. Basterebbe una scheda o un articolo di giornale in inglese in più per migliorare la situazione, e invece 2 studenti su 5 raccontano che i neo arrivati utilizzano le lingue straniere quanto i loro predecessori, mentre per altrettanti non le usano proprio per niente. Immigrazione, guerre e terrorismo sono tematiche che poche volte entrano a scuola. Sì, anche con i nuovi assunti. Il 40% degli studenti racconta che anche loro affrontano l'attualità quanto i docenti che occupavano le cattedre prima di loro, e addirittura 1 su 3 confessa che non ne parlano mai. Almeno la loro giovane età farà sì che abbiano più grinta rispetto agli insegnati old style. O forse no. Il 58% degli intervistati dal portale afferma che i suoi nuovi prof sono persino meno motivati a insegnare rispetto ai vecchi.

INNOVAZIONE A SCUOLA, QUANTA FATICA - “Il fatto che molti ragazzi raccontino di non avere ancora tutti gli insegnanti in cattedra è sicuramente un problema per la continuità didattica – afferma Daniele Grassucci, responsabile dei contenuti di Skuola.net – ma speriamo che la situazione possa stabilizzarsi l'anno prossimo. Quello che preoccupa di più è che i nuovi insegnanti arrivati con La Buona Scuola non portino con loro niente di innovativo. Anche se spesso ad essere attaccate ai vecchi modi di insegnare sono proprio le scuole in sé, tanto che volte arrivano persino a mettere i bastoni tra le ruote a chi vorrebbe apportare cambiamenti positivi".