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Gite scolastiche, dopo lo stop allo stato di emergenza gli studenti riprendono a viaggiare

Con la graduale fine dell’Italia “a colori” e il probabile allentamento dell’obbligo di Green Pass, da aprile le scuole potranno organizzare gite e visite culturali con minori vincoli. Cosa cambia?

 gite, viaggi d'istruzione
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Con la fine dello stato d’emergenza tornano le gite scolastiche e i viaggi d’istruzione? Questo è l’auspicio espresso da molti con l’avvicinarsi del 31 marzo.

Con la probabile conclusione dello stato di emergenza legato alla pandemia, annunciato dal Governo, per le scuole sarà infatti più facile organizzare attività al di fuori degli edifici scolastici, grazie anche all’atteso progressivo allentamento delle regole sul Green Pass. Momento topico nella formazione di ogni studente, non solo dal punto di vista scolastico ma anche personale, la gita scolastica torna così dopo due anni di stop in diversi istituti della Penisola, dando ai ragazzi - in particolare quelli che stanno svolgendo l’ultimo anno dei cicli (terza media e quinta superiore) - la possibilità di vivere un’esperienza unica e irripetibile degli anni di scuola.

 

Gite e viaggi di istruzione, cosa cambia con la fine dello stato di emergenza

 

Un grosso limite ai viaggi di istruzione, come noto, è stata l’emergenza sanitaria che ha interessato il nostro Paese fin dai primi mesi del 2020. Dopo il primo lockdown e per tutto l’anno scolastico successivo, i viaggi d’istruzione sono stati praticamente assenti nel vocabolario scolastico. Nel 2021/2022 le visite e i viaggi di istruzione non sono stati banditi ma sono stati regolati in questo modo, come spiega l’apposita FAQ sul sito del Ministero dell’Istruzione: “Nei territori in zona bianca è possibile effettuare uscite didattiche e viaggi di istruzione, purché si permanga in aree del medesimo colore bianco, fermo il rispetto dei protocolli di sicurezza degli specifici settori”.

 

Nella pratica, però, come sottolinea il portale Skuola.net, ciò ha reso molto difficile se non impossibile pianificare uscite didattiche, sia dietro casa che, a maggior ragione, aumentando il raggio d’azione verso mete più lontane. Con i contagi, infatti, non si scherza e il rischio che la regione di destinazione cambiasse colore proprio la settimana prescelta per l’uscita era tangibile. Meglio, dunque, non azzardare e limitarsi a qualche visita nei dintorni. Ma, anche in questo caso, le regole sul Green Pass hanno bloccato molte iniziative: l’obbligo della certificazione verde per accedere in luoghi di interesse - come i musei o i luoghi al chiuso - e per usufruire dei trasporti avrebbe di certo escluso alcuni alunni.

 

Ma dal 31 marzo - anche se, ancora, niente è stato messo nero su bianco -  tutto cambia. Il Governo ha annunciato che non ci saranno proroghe dell’emergenza sanitaria, con lo stop a scuola dell’obbligo di mascherine FFP2 (necessarie, oggi, in autosorveglianza) e ​​delle quarantene da contatto, nonché con l'allentamento graduale delle misure restrittive, tra cui c’è soprattutto il Green Pass. Una notizia, questa, che ha dato il via libera alle scuole per far ritornare a viaggiare gli studenti o quantomeno per programmare delle gite nel corso della prossima primavera, ormai alle porte. Crisi internazionali permettendo.

 

Torna la gita, ma la destinazione è a corto-medio raggio

 

In tutta Italia si tornano così a organizzare le partenze, a braccetto, di professori e studenti. Con la benedizione dei presidi. “Il valore dei viaggi d’istruzione è innegabile“ dice il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli, che prosegue: “Invito i colleghi a organizzare escursioni giornaliere, magari riscoprendo le nostre meraviglie naturali attraverso partner come il Wwf o il Fai”.

 

E proprio l’Italia sembra essere la meta preferita, complice una pandemia non del tutto conclusa e uno scenario internazionale instabile. Italiane sono infatti le destinazioni più gettonate: Lidia Cangemi, dirigente scolastica del liceo scientifico Kennedy di Roma, sentita dal quotidiano “La Repubblica”, dice che porterà gli studenti in cammino lungo la Via Francigena, con stop in ostello, ma che “L'estero resta escluso". Nicoletta Puggioni, preside del Devilla di Sassari, indirizzerà i suoi alunni verso la Toscana e in Piemonte, facendo di necessità virtù: "Ci piacerebbe portare i ragazzi del turistico in Toscana, nelle vesti di guide alla scoperta dei monumenti. Un nostro alunno poi parteciperà a una gara a Cuneo e i compagni mi hanno chiesto di andare con lui trasformando il torneo in una gita di classe". Anche Maurizio Franzò, preside dell'istituto Curcio di Ispica, in Sicilia, pensa alle destinazioni con un tocco di creatività: “Per studenti dell'alberghiero pensiamo a Tropea o alla Puglia con tanto di stage nei locali, mentre per gli altri Campania o Lazio".

 

Qualcosa, insomma, sta cambiando. A rivelarlo anche le agenzie di viaggio specializzate, che parlano di un periodo nero causa Covid, con un calo delle prenotazioni che ha superato anche il 90%. Ma anche se ora si torna a prenotare, ci si muove con cautela: "L'estero è off limits, tranne la Slovenia che può essere raggiunta in autobus o treno - rivela Paola Peretti di Viaggi e Miraggi, sempre a Repubblica - Per la maggiore vanno le gite nelle città d'arte e sta aumentando la richiesta di escursioni in bici o il trekking. Tutti chiedono l'assicurazione in caso di annullamento o per tutelare lo studente o il docente che dovesse contagiarsi".

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