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Covid, a scuola l'emergenza non è ancora finita: in una classe su dieci almeno uno studente in Dad

Il monitoraggio ministeriale sull’andamento della pandemia a scuola mostra un incremento delle lezioni a distanza nell’ultima settimana di marzo. Le classi totalmente in presenza scendono al 90,3%; erano il 93,2% a inizio mese

scuola, ritorno in classe, studenti, alunni
Ansa

Stiamo davvero superando l’emergenza Covid? Seguendo la linea di azione del Governo, anche alla luce di una sintomatologia più mite delle nuove varianti del virus, la risposta sembrerebbe essere affermativa.

Ma a guardare i numeri che riguardano la scuola, seppur non allarmanti, si capisce che è ancora presto per dire definitivamente addio alla pandemia. Almena questa è la lezione che si può ricavare dall’ultimo monitoraggio del Ministero dell’Istruzione: coerentemente con quanto accade da circa tre settimane nel nostro Paese, i dati sugli studenti in Didattica a distanza, dopo aver toccato i minimi storici i primi di marzo, tornano ad aumentare settimana dopo settimana.

 

Come fa notare il portale Skuola.net, attualmente in circa una classe su dieci è presente almeno un alunno positivo, costretto quindi a collegarsi da casa per seguire i professori. Sono, infatti, il 9,6% le classi in Ddi (Didattica digitale integrata), che si attiva per permettere agli alunni assenti per contagio di rimanere al passo con le lezioni anche se in isolamento. Le buone notizie, comunque, non mancano: solo nello 0,1% delle classi tutti gli alunni seguono da casa, dato che non cambia da metà febbraio. Sembra quindi che la Dad - ovvero la modalità secondo cui, a differenza della Ddi, l’intera classe (e non una parte degli studenti) è costretta a fare lezioni totalmente online - complici anche le ultime norme sulle quarantene scolastiche sia definitivamente tramontata. Infatti, dal 7 febbraio scorso era prevista solo nelle scuole dell’infanzia e da aprile nemmeno più lì.

 

Didattica digitale integrata: ancora tanti alunni fanno lezione online

 

Come detto, però, sta tornando a crescere il numero di classi in Ddi, la Didattica digitale integrata che, rispetto alla Dad, non coinvolge tutti gli alunni della classe, ma solo chi non può recarsi a scuola, come i casi positivi o in isolamento (anche precauzionale). Nella settimana dal 21 al 26 marzo - l’ultima monitorata - si è arrivati a un decimo delle classi coinvolte dalla Ddi. In ogni caso, si tratta di un dato cresciuto di poco rispetto alla settimana precedente, quando si fermava al 9,3%, ma che sale notevolmente - di quasi due punti percentuale - rispetto alla rilevazione della settimana dal 7 al 12 marzo, quando le classi in Ddi erano solo il 7,8%. Ancora più netto il divario con i numeri registrati dal 28 febbraio al 5 marzo, dove si è toccato il punto più basso di Didattica digitale integrata, presente allora appena nel 6,7% delle classi.

 

Ciononostante, nell’ultima settimana è rimasto invariato, rispetto alla precedente, il numero di alunni che hanno svolto lezioni in presenza: si tratta del 96,50%. E’ il dato sui docenti presenti che registra invece la variazione, in peggio, maggiore: si passa dal 95,6% del periodo precedente al 95% dell’ultimo report. A conti fatti, le classi che sono interamente a scuola (non interessate né da Dad, né da Ddi) sono il 90,3%, contro il 90,6% della settimana precedente e il 92,10% della seconda settimana di marzo.

 

La situazione nelle Regioni: in Piemonte la Dad è quasi scomparsa, in Sardegna i dati peggiori

 

Esistono comunque differenze, da regione a regione, che evidenziano come in alcuni luoghi ci si sta davvero dirigendo - si auspica - verso la fine delle lezioni a distanza. In Piemonte la situazione migliore, con il 100% delle classi in presenza, di cui solo l’1,7% in Ddi. Per amor del vero, anche qui c’è qualche segno di cedimento, perché la settimana precedente il dato si fermava all’1,5%. Tuttavia, si tratta delle percentuali più basse di lezioni da remoto in tutto il Paese. La Lombardia viene subito dopo, con il 100% delle classi in aula ma, purtroppo, nel 2,6% dei casi con alunni collegati da casa. Anche in Friuli Venezia Giulia dati positivi: 100% in presenza e Ddi per il 2,8%. Niente Dad, e solo Ddi, anche per Veneto ed Emilia Romagna: anche qui troviamo infatti il 100% delle classi in presenza di cui, rispettivamente, il 4,1% e il 3,4% in Didattica digitale integrata.

 

A questo giro, è la Sardegna ad avere i dati peggiori, con il 99,6% delle classi in presenza - con percentuali di Dad, quindi, allo 0,4%, quattro volte superiore alla media nazionale - di cui in Ddi il 7,9%. Presenza al 99,7% in Calabria, dove la Dad è allo 0,3% e la Ddi al 10,1%. Percentuali sotto la media nazionale anche in Basilicata, dove le classi in presenza sono il 99,8%, con il 9,7% di queste che hanno attivato la didattica integrata per almeno uno studente. Ma anche nelle regioni dove il dato sulla Dad è in linea con quello medio (0,1%), i numeri per le classi che hanno attivato le lezioni online per alcuni alunni possono essere particolarmente alti: parliamo della Sicilia, con il 99,9% delle classi in presenza di cui ben il 10,8% è in Ddi. Oppure, della Puglia, che si ritrova in una situazione molto simile per la Dad (99,9% delle classi in presenza) e presenta il 10,1% delle classi in Ddi. Situazione analoga per Abruzzo (Ddi a quota 9%), Umbria (9,1% delle classi in Ddi) e Basilicata (8,7%).

 

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