Il pacchetto di aiuti per il Mezzogiorno lanciato dal MIM sembra portare i suoi frutti e conferma la bontà di un provvedimento che successivamente è stato replicato al Nord. A dirlo sono i risultati delle Prove INVALSI 2025
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Per anni le prove INVALSI sono state usate dal “sistema-paese” (quasi) esclusivamente per raccontare quanto funzioni male la scuola italiana, in particolar modo al Sud rispetto al Nord. Solo dal 2023 al Ministero dell’Istruzione li hanno impiegati anche per “curare” il malato in maniera mirata, soprattutto investendo - complessivamente oltre un miliardo di euro fino ad oggi - per risollevare le scuole più fragili del Sud (e del Nord).
A Viale Trastevere, il ministro Giuseppe Valditara e i suoi si sono domandati: perché non concentrare le risorse che abbiamo sugli istituti che funzionano male invece che distribuirle a pioggia su tutti, rendendo qualsiasi intervento inutile sia per gli uni che per gli altri?
Una strategia che il portale specializzato Skuola.net aveva sempre sostenuto in più occasioni pubbliche ma che nessuno fino a quel momento aveva mai attuato
Il programma Agenda Sud
Invece, con il decreto ministeriale n° 176 del 2023, è nata inizialmente Agenda Sud: una strategia attuata proprio per contrastare la dispersione scolastica e colmare i divari di apprendimento tra gli studenti delle diverse aree del Paese.
Il programma coinvolge le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia: regioni dove le prove INVALSI da sempre segnalano evidenti criticità in termini di dispersione scolastica esplicita ed implicita.
Ma non tutti gli istituti ci sono dentro: vengono infatti selezionati quelli che hanno più bisogno di interventi, sulla base della gravità della situazione rilevata dalle medesime INVALSi, con risorse proporzionali alla magnitudine del problema.
E dato il successo dell’iniziativa, l’anno successivo è nata poi Agenda Nord: stesse modalità di intervento, solo che applicate agli istituti dell’area settentrionale dello Stivale. Sì, perché se mediamente in quest’area macro geografica gli studenti si dimostrano meglio preparati, è altrettanto vero che ci sono istituti dove la situazione è drammatica in termini di apprendimenti e dispersione scolastica.
E se per Agenda Nord è ancora troppo presto per tracciare una linea, per il provvedimento gemello è già tempo di bilanci: quasi quaranta punti in più in Puglia, numeri più che raddoppiati in Campania, e un miglioramento abbastanza evidente anche in Sardegna e Calabria.
Sono le differenze degli indicatori di apprendimento, messe in luce dal Rapporto INVALSI 2025, tra le scuole del Mezzogiorno che hanno beneficiato delle misure di Agenda Sud e quelle che, invece, non ne hanno usufruito.
Un piano che, a ben vedere, sta dando i primi frutti. Come evidenzia lo stesso portale Skuola.net, che ha analizzato i dati del Rapporto Nazionale INVALSI 2025, tra il 2023 e oggi il divario nelle competenze di Italiano tra studenti del Nord e del Sud si è ridotto di cinque punti percentuali. In miglioramento, anche se ancora ampio, il gap in Matematica, che cala di quattro punti in appena due anni.
L’obiettivo, quindi, è duplice: trattenere un numero sempre maggiore di studenti all’interno del sistema scolastico, riducendo così la dispersione esplicita, e portarli a un livello minimo adeguato di competenze di base, contrastando allo stesso tempo la dispersione implicita.
Per raggiungere questo ambizioso traguardo, Agenda Sud si sviluppa attraverso dieci linee di intervento, che spaziano dal potenziamento dell’insegnamento di italiano, matematica e inglese all’ampliamento del tempo pieno, dall’apertura pomeridiana delle scuole con attività sportive, teatrali e musicali al coinvolgimento attivo delle famiglie, fino al supporto psicologico e sociale e alla formazione mirata dei docenti. Tutto con un obiettivo chiaro: ridurre gli abbandoni e innalzare i livelli di apprendimento.
I risultati nel primo ciclo d'istruzione
E, come visto i risultati - dopo poco più di un anno di sperimentazione - iniziano a farsi vedere. Specie se ci soffermiamo primo ciclo d’istruzione, dove in alcune regioni del Sud - come la Basilicata e la Puglia - si è registrato tra il 2024 e il 2025 un miglioramento significativo, con una riduzione del rischio di dispersione scolastica implicita rispettivamente di 1,4 e 1,2 punti percentuali.
Un segnale positivo, in un quadro nazionale che comunque vede la quota complessiva di dispersi impliciti scendere un po’ ovunque, portando al 12,3% il valore medio, il più basso dall’inizio delle rilevazioni INVALSI (ben quattro punti in meno rispetto al 2018).
Ma è su tutta la linea che i dati del Rapporto INVALSI 2025 relativi alle scuole del primo ciclo confermano che la strategia di Agenda Sud sta producendo effetti più che positivi.
Le performance migliori si registrano in Puglia, dove la differenza tra le scuole che hanno aderito al programma e quelle escluse è netta: 57 punti contro 18. A seguire, la Campania, con 32 punti per le scuole di Agenda Sud e 14 per le altre. Situazione simile in Sardegna, dove si passa da 7 a 18 punti, e in Calabria, che registra un vantaggio più contenuto ma comunque significativo: 19 contro 16 punti.
L’unica eccezione è rappresentata dalla Sicilia, dove le scuole non coinvolte nel piano hanno ottenuto risultati leggermente migliori (11 punti) rispetto a quelle che ne hanno beneficiato (8 punti).
Nel complesso, però, la media generale parla chiaro: 23 punti per le scuole di Agenda Sud contro 9 per le altre.
Segno che le iniziative messe in campo negli ultimi anni – proprio come Agenda Sud, e anche il Piano Estate nonché gli interventi infrastrutturali finanziati dal PNRR – sono effettivamente misure in grado di impattare sulle performance scolastiche.
Più nel dettaglio, nel primo ciclo di istruzione, ad esempio per la prova di “Inglese - Listening (ascolto)”, al termine della scuola secondaria di primo grado (terza media), il raggiungimento del livello A2 nella macro-area del Sud ha visto un incremento storico: più 20 punti percentuali rispetto al 2018. Va precisato che si tratta di un trend di lungo periodo, che però ultimamente ha segnato un’accelerazione importante verso l’innalzamento dei livelli di competenza linguistica.
I risultati nel secondo ciclo d'istruzione
Anche per quanto riguarda il secondo ciclo di istruzione, i dati sono incoraggianti. La dispersione implicita, che si verifica quando gli studenti non raggiungono il Livello B1 in Inglese o rimangono al Livello 1 o 2 in Italiano e Matematica, si attesta, a livello nazionale, all'8,7% nel 2025.
Le regioni del Nord, come Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano (lingua italiana), Provincia Autonoma di Trento, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, si confermano più avanti rispetto alle altre.
Per quanto riguarda il Mezzogiorno, anche in questo caso, va senz’altro citato l’esempio virtuoso della Puglia che, rispetto alle altre regioni del Sud, riesce a contenere la quota di dispersi impliciti, che si attesta tra il 5% e il 10%, allineandosi con la media nazionale.
Alla luce di questi risultati, è del tutto comprensibile perché il programma sia stato rinnovato e potenziato anche nel 2025 con un ulteriore mezzo miliardo di euro: saranno 2.164 e 2.100 gli istituti complessivamente coinvolti rispettivamente al Nord e al Sud, con un incremento del finanziamento massimo pari a 150.000 euro.