Parassiti e stafilococco possono nascondersi nell'acqua. Ma con degli accorgimenti il rischio di infezioni si riduce molto
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La piscina non può mancare in estate (e con il gran caldo), per nuotare o anche solo per rinfrescarsi. Sebbene le piscine pubbliche e private possano essere focolai di infezioni, se non vengono mantenute in modo adeguato. Ecco tutto quello che potrebbe essere nascosto nell'acqua, tra batteri e parassiti.
Negli ultimi 25 anni, le piscine sono state il contesto più comune per le epidemie di malattie intestinali infettive trasmesse dall'acqua. E il principale responsabile è il cryptosporidium, un parassita che può causare un'infezione intestinale che può durare fino a due settimane. I pazienti possono manifestare diarrea, vomito e dolori addominali e circa il 40% dei casi avrà una ricaduta dei sintomi dopo la risoluzione della malattia iniziale. Anche se, le malattie enteriche (cioè quelle che causano diarrea e vomito) scompaiono spontaneamente nelle persone sane. I nuotatori possono contrarre il cryptosporidium quando una persona infetta ha un incidente fecale in piscina, anche in piccole quantità.
Per evitare il contagio, basta evitare di ingerire l'acqua della piscina. Anche se uno studio dell'Oms ha rivelato che, per quanto facciamo di tutto per evitarlo, comunque un po' di acqua finisce nel nostro organismo: mediamente, un adulto ingerisce 21 millilitri di acqua all'ora e un bambino ben 49 millilitri. Se ingerita, la probabilità che quest'acqua sia foriera di infezioni aumenta con l'aumentare dell'affollamento della piscina. Così, il contagio da cryptosporidium è più probabile quando si nuota nelle ore di punta e durante le vacanze scolastiche.
Altri rischi provengono dallo stafilococco, principale causa di infezioni della pelle e dei tessuti molli. Oppure c'è il rischio di contrarre infezioni fungine negli spogliatoi, poiché questi agenti patogeni sopravvivono più a lungo in ambienti caldi e umidi. Un'altra infezione batterica comune che si può contrarre in piscina è la cosiddetta "otite del nuotatore", che di solito è causata dall'acqua che rimane a lungo nel condotto uditivo esterno: a differenza delle altre, questo tipo di infezione non si trasmette da persona a persona. Inoltre, sebbene rari, anche i parassiti del gruppo acanthamoeba possono annidarsi nell'acqua e possono causare infezioni oculari molto gravi. Infine, è possibile contrarre infezioni anche per inalazione: per esempio, il batterio della legionella, se inalato attraverso le goccioline d'aria, può causare l'infezione polmonare nota come legionellosi.
Niente allarmismo, però: le epidemie della maggior parte delle malattie infettive legate alle piscine sono rare. Soprattutto nelle piscine pubbliche, la disinfezione con cloro è efficace, anche se non garantisce la purità dell'acqua al 100%. Obiettivo che è impossibile raggiungere soprattutto quando la piscina è altamente frequentata. In rari casi, comunque, è possibile contrarre infezioni batteriche dalle piscine, ma nella maggior parte dei casi questi batteri causano sintomi gastrointestinali come diarrea e crampi allo stomaco, senza esiti particolarmente gravi. Proprio grazie all'azione del cloro, che limita la concentrazione batterica.
Già, perché il cloro è il principale strumento per la cura dell'igiene nelle piscine. Il composto chimico fu adottato per la prima volta nel 1903 negli Stati Uniti. Ma anche il cloro riserva una sorpresa: l'inconfondibile odore che vi assale quando uscite dallo spogliatoio ed entrate in piscina, non è tecnicamente l'odore del cloro. In realtà è l'odore che viene generato dalla reazione tra il cloro e altre sostanze, in particolare l'ammoniaca presente nell'acqua proveniente da urina e sudore (anche in minime quantità): l'ammoniaca reagisce appunto con il cloro e forma cloramina, che è la causa dell'odore. Un odore che se è particolarmente persistente può irritare gola e occhi. Ecco perché anche la ventilazione è particolarmente importante per una piscina. Ma come ridurre la formazione di cloramina? Semplice: basta obbligare che tutti facciano la doccia prima di entrare in piscina, cosa che aiuta a ridurre il sudore presente in acqua e anche a rimuovere residui di feci.