Referendum sulla cittadinanza, l'attuale normativa
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Passaporto quasi ovunque in 5 anni, oltreoceano c'è la green card
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La cittadinanza in Italia richiede tempo e costanza: 10 anni di presenza regolare, nessuna ombra sulla fedina penale e una conoscenza certificata dell'italiano al livello B1. Altrove, tra Europa e Nord America, la media per ottenere il passaporto si attesta intorno ai cinque anni. Ecco come il mondo occidentale sceglie chi può diventare cittadino.
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Per diventare cittadini della République servono 5 anni di residenza ininterrotta, una situazione lavorativa o economica stabile e una conoscenza solida della lingua di Molière (B1). Il tutto accompagnato da un test di storia e civiltà francese. La legge si mostra inflessibile con chi ha alle spalle gravi condanne: reati come il terrorismo o pene detentive superiori a sei mesi escludono in modo definitivo dall'iter.
Berlino ha di recente deciso di imprimere una svolta: dal giugno 2024, il passaporto si conquista dopo 5 anni, rispetto agli otto precedenti. Il resto della selezione prevede un reddito stabile, una buona conoscenza del tedesco (B1) e una vera integrazione nella vita civile ed economica. La severità sul piano della legalità non fa eccezioni: anche una condanna lieve può minare in modo definitivo il cammino.
La porta della cittadinanza spagnola si apre, di norma, dopo 10 anni di residenza legale. Ma per chi proviene da Paesi con profondi legami storici e linguistici - come l'America Latina, le Filippine o la Guinea Equatoriale - bastano 2 anni. Anche in terra iberica si deve dimostrare di conoscere lo spagnolo e di sapersi orientare tra Costituzione, istituzioni e cultura civica.
L'approccio olandese privilegia un'integrazione senza doppi legami: servono 5 anni di presenza continuativa, il superamento di test di lingua ed educazione civica ma, soprattutto, la rinuncia alla cittadinanza d'origine.
Il passaporto belga è accessibile dopo 5 anni di stabilità legale, con la conoscenza di una lingua nazionale (francese, fiammingo o tedesco) e la partecipazione alla vita economica tramite lavoro, stage o formazione.
Vienna si distingue per rigore: la cittadinanza austriaca richiede almeno 6 anni di residenza, accompagnati da trentasei mesi di reddito stabile. Sul fronte della giustizia, la tolleranza è zero: chi è sotto processo, anche senza condanna definitiva, può essere escluso.
Nessun test linguistico o esami di cultura nazionale, in uno dei sistemi più accessibili d'Europa bastano 5 anni di permanenza regolare. Chi ha precedenti penali non è escluso, ma deve attendere più a lungo. Percorsi agevolati sono previsti per chi arriva da altri Paesi nordici - Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia - in virtù della vicinanza culturale.
Per La Valletta la cittadinanza è anche una questione di capitale: a fronte di un "investimento diretto" di almeno 750mila euro nell'economia nazionale, la piccola isola nel centro del Med concede il passaporto in appena un anno. Uno schema bocciato di recente anche dalla Corte di giustizia Ue.
Nell'Europa orientale le maglie sono più strette: in Slovacchia e Ungheria il percorso richiede 8 anni di presenza legale e una padronanza completa delle rispettive lingue.
La cittadinanza britannica è indissolubilmente legata a un cammino di 5 anni nel Paese, seguito dallo status di 'settled'. Il candidato deve superare un test linguistico e il celebre esame 'Life in the UK'.
La parola d'ordine è inclusione attiva: la cittadinanza è concessa dopo 3 anni effettivi di residenza in un periodo di cinque, previi il superamento di un test di lingua e una verifica su diritti, doveri e conoscenze civiche.
Oltreoceano, le porte della cittadinanza si aprono dopo 5 anni di residenza permanente con la green card, ridotti a 3 se si è sposati con un cittadino americano. L'iter prevede esami di inglese ed educazione civica - tra Costituzione, storia e istituzioni - e culmina nel solenne giuramento di fedeltà.