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Tatuaggi, ministero della Salute ritira dal mercato nove colori: sono cancerogeni

I prodotti arrivano dagli Usa. "Il pigmento rimane a contatto con il corpo per molto tempo - spiega Lia Perrotta, allergologa dellʼIstituto Dermopatico Immacolata di Roma, - ma non è il caso di allarmarsi"

Hanno nomi esotici, da Black Mamba a Dubai Gold, ma contengono ingredienti "cancerogeni": il ministero della Salute ha ritirato dal mercato nove inchiostri per tatuaggi, dopo che dalle analisi sono emerse sostanze nocive.

I pigmenti sono prodotti in Usa. "L'inchiostro rimane a contatto con il corpo per molto tempo - spiega Lia Perrotta, allergologa dell'Istituto Dermopatico Immacolata di Roma -, ma non è il caso di allarmarsi".

Allarme tatuaggi: gli inchiostri pericolosi

I colori all'indice si chiamano Sailor Jerry Red, Black Mamba, Green Beret, Hot Pink, Banana Cream, Lining Green, Lining Red Light e Blue Iris. "Gli articoli - si legge nella nota ministeriale - sono stati sottoposti a divieto di commercializzazione, ritiro e richiamo".

Le notifiche sono state pubblicate tra il 21 e il 26 marzo e le sostanze trovate nei pigmenti vanno dalle ammine aromatiche, come toluidina e anisidina, agli idrocarburi policiclici aromatici, altre molecole inserite da tempo tra i cancerogeni. "Purtroppo non è una novità - commenta Giuseppe Scarcella, responsabile nazionale Dipartimento Laser dell'Isplad (International-Italian Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology) - la prima segnalazione su coloranti cancerogeni risale al 2009, prodotto importato da una ditta cinese. Il problema vero è il vuoto legislativo che regolamenta i pigmenti, che non sono considerati farmaci, né cosmetici, praticamente un limbo in cui naviga di tutto".

"E' un far west  - continua Scarcella - che alimenta il mercato parallelo, soprattutto online". Per difendersi, continua l'esperto, basterebbe intanto chiedere al tatuatore la scheda tecnica del pigmento prima di fare il tatuaggio, oltre che rivolgersi solo a centri e personale qualificati.

Secondo uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono quasi sette milioni le persone che hanno almeno un tatuaggio, il 13% della popolazione. Dai dati emerge che i tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8%) rispetto agli uomini (11,7%). Il primo tatuaggio viene effettuato a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d'età tra i 35 e i 44 anni (29,9%).

Il 76.1% dei tatuati si è rivolto ad un centro specializzato di tatuaggi e il 9,1% ad un centro estetico, ma ben il 13,4% lo ha fatto al di fuori dei centri autorizzati. Il 3,3% del campione intervistato ha dichiarato di aver avuto qualche effetto collaterale rilevante.

"L'esposizione ai cancerogeni aumenta perché l'inchiostro rimane a contatto con il corpo per molto tempo - spiega Lia Perrotta, allergologa dell'Istituto Dermopatico Immacolata di Roma -, ma non è il caso di allarmarsi o correre a togliere i tatuaggi, sono sostanze con cui siamo a contatto tutti i giorni anche per altre vie; inoltre l'esposizione dipende anche dalle dimensioni del tattoo. Un consiglio è fare dei controlli approfonditi solo se ci sono dei sintomi. Per chi invece il tatuaggio deve ancora farlo ci sono dei test che permettono di sapere prima se si è allergici a qualcuna delle sostanze contenute negli inchiostri. I pigmenti contengono spesso metalli o altre sostanze allergizzanti, e se qualcuno già sa che è allergico deve controllare prima gli ingredienti, anche se può capitare che sia proprio l'esposizione prolungata data dal tatuaggio a scatenare la reazione".