Una regola nata dopo il caso di Jessica Brady, 27enne morta di cancro: i suoi sintomi sono stati confusi con il long Covid
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In Inghilterra è stato introdotto un nuovo protocollo medico, la “Jess’s Rule”, pensato per evitare diagnosi mancate e salvare vite. La misura nasce dopo la morte di Jessica Brady, ingegnere di 27 anni, deceduta nel dicembre 2020 a causa di un cancro individuato troppo tardi. La giovane, inizialmente ritenuta affetta da long Covid, aveva segnalato più volte sintomi gravi senza ricevere l’attenzione necessaria.
Jessica lavorava per Airbus a Stevenage e godeva di buona salute fino all’estate 2020. Poi erano arrivati dimagrimento improvviso, stanchezza cronica, tosse persistente e linfonodi gonfi. Nonostante oltre 20 contatti con il suo medico e tre visite, non venne mai indirizzata a uno specialista. Solo pagando una consulenza privata scoprì di avere un adenocarcinoma al quarto stadio. Era novembre e tre settimane dopo, poco prima di Natale, morì. “Il suo corpo la stava abbandonando”, ha raccontato la madre Andrea alla BBC, ricordando come la figlia avesse perso fiducia nel sistema: “Diceva ‘A che serve? Non succederà niente’”.
La nuova linea guida non ha valore legislativo ma rappresenta un obbligo morale e professionale per i medici di base. Si basa sul principio del “tre visite e ripensaci”: se un paziente si presenta tre volte con gli stessi sintomi senza ottenere una diagnosi chiara, o se la situazione peggiora, il medico deve agire. Può richiedere ulteriori esami, consultarsi con un collega o indirizzare il paziente a uno specialista. Il Royal College of General Practitioners, che ha collaborato alla stesura, ha sottolineato che “nessun medico vuole perdere i segnali di una malattia grave come il cancro”.
La nuova regola è frutto della battaglia della famiglia Brady, che ha trasformato il dolore in un impegno civile. La madre Andrea ha lanciato una petizione su Change.org che ha raccolto quasi 500.000 firme, una delle più partecipate iniziative sanitarie dalla pandemia. “Jess ha vissuto solo tre brevi settimane dopo la diagnosi terminale, ma ha mostrato coraggio e dignità”, ha ricordato la madre.
Secondo studi del Nuffield Trust e della Health Foundation, i giovani tra 16 e 24 anni e le persone di etnie minoritarie affrontano più spesso ritardi diagnostici. Nella metà dei casi, i ragazzi necessitano di almeno tre visite mediche prima di ricevere una diagnosi di cancro, contro un paziente su cinque nella popolazione generale.
Il Segretario alla Salute britannico, Wes Streeting, ha definito la vicenda di Jessica “una tragedia evitabile e non necessaria”, ringraziando la famiglia per la campagna. “La sicurezza dei pazienti deve essere la base del sistema sanitario e la Jess’s Rule assicura cure approfondite e sicure”.
La "Jess's Rule" è un monito e un lascito. “È stato possibile solo grazie a chi ha ascoltato: politici, medici e quasi mezzo milione di sostenitori”, ha detto Andrea Brady. La memoria della figlia ora diventa uno strumento concreto per rendere la sanità britannica più attenta e reattiva.